Una sorta di Alleanza Mondiale per aiutare i Paesi poveri in lotta contro la fame al tempo del Covid-19. La proposta arriva dall'Italia ed è stata ben accolta dalla Fao e dalle maggiori nazioni finanziatrici dell'organizzazione. L'idea arrivata dalla vice ministra agli esteri, Marina Sereni: "La pandemia avrà un impatto più forte sui deboli e i vulnerabili".
Coalition for Food, questa l’iniziativa proposta dall’Italia alla Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura. A spiegare l'idea è Marina Sereni, vice ministra degli Esteri, al termine della riunione dell’Alleanza per il multilateralismo contro la pandemia. In pratica si tratta di un luogo in cui si dovranno incontrare esperti del settore pubblico e privato per affrontare un tema molto delicato: il rischio dell’interruzione delle catene alimentari verso i Paesi più vulnerabili.
La paura espressa da Marina Sereni sta nella crisi che il Covid -19 sta portando in Occidente, con il conseguente blocco dei commerci che potrebbe causare una carenza alimentare nei Paesi poveri. La Fao ha ricevuto in questi giorni la proposta italiana e, stando a quanto dice la Sereni all’Ansa, avrebbe già incontrato l’interesse dei rappresentanti più influenti.
Una coalizione globale per affrontare il Covid-19 e tenere alta la guardia in vista di una, possibile, seconda ondata di contagi. La proposta è stata portata avanti dall’Italia, nella figura del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, e proprio dalla sua vice ministra: non solo gli aiuti alimentari ma una vera "alleanza internazionale" per il vaccino contro il virus. Una settimana ricca di incontri quella affrontata dal ministero degli Esteri, culminata con il meeting alla Fao con i rappresentanti dei 194 Stati membri per formalizzare il piano che istituisce la Food Coalition.
A questa iniziativa partecipano anche il Pam (Programma alimentare mondiale) e l’Ifad (Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo) dopo l’appello del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Gutierrez per non lasciare sole le nazioni più povere.
In questa sorta alleanza mondiale ci saranno esperti, scienziati e rappresentanti delle parti interessate che progetteranno un piano per stilare le linee della gestione dell’emergenza sanitaria. Insieme ai consulenti che lavorano alla Fao, saranno identificati gli impatti che la pandemia avrà avuto sull’agricoltura e sul commercio globale, per istituire nuove banche alimentari da cui attingere per le forniture.
"La pandemia sta già influenzando i sistemi alimentari e gli impatti sulla domanda e sull’offerta degli alimenti tramite la riduzione del potere d’acquisto. Questo avrà un impatto più forte sui deboli e i vulnerabili" ha spiegato la vice ministra alla Fao, sottolineando come tutto questo sarà possibile solo con la creazione di reti internazionali di solidarietà.