Una decisione a sorpresa del Parlamento europeo che respinge la richiesta di riduzione dei pesticidi. Norma presentata nel 2022 e bocciata dopo 16 mesi. Esultano le associazioni agricole, meno felici quelle ambientaliste.
Mentre tutto l'Occidente cerca di fare tagli ecosostenibili e incentra la propria politica sull'ambiente per combattere il riscaldamento globale, la politica in Europa fa orecchie da mercante. È stata infatti respinta la proposta dell'Unione Europea sull'uso sostenibile dei fitofarmaci e sul taglio del 50% dei pesticidi entro il 2030. La notizia è stata accolta con giubilo dalle associazioni agricole di tutto il continente ma fioccano le condanne dalle associazioni ecologiste e dai partiti più vicini a questi temi.
Strasburgo respinge la proposta di riforma della regolamentazione Ue sui pesticidi avanzata dalla Commissione Europea e quindi il testo sui fitofarmaci torna in sede di consiglio. La proposta prevedeva la riforma delle norme sui pesticidi: dimezzamento nell'uso – rispetto al quantitativo del periodo 2015 – 2017 – e nel rischio di queste sostanze al livello continentale entro il 2030. La riduzione sarebbe stata accompagnata da obiettivi minori, da valutare a livello nazionale, come il divieto dell'uso dei pesticidi nelle aree sensibili o la promozione di pratiche ecocompatibili di controllo delle infestanti. Tutti gli Stati membri avrebbero poi dovuto fissare obiettivi interni per aumentare l'uso di metodi non chimici di controllo dei parassiti.
Tutto da rifare, la proposta presentata nell'estate dello scorso anno è stata bocciata. Confagricoltura e Cia la prendono molto bene parlando di una "giornata decisamente positiva per le imprese agricole italiane" che ringraziano gli europarlamentari italiani. Le associazioni di categoria vorrebbero una nuova proposta per "rafforzare la sostenibilità ambientale del settore agricolo, senza mettere a rischio il potenziale produttivo del settore" secondo quanto dichiarato all'Ansa. Per le associazioni la Commissione non ha considerato la disponibilità di alternative: molte produzioni dipendono pesantemente dall'uso della chimica e una riduzione drastica in tempi relativamente brevi sarebbe molto pericolosa per le economie nazionali e continentali.
Questo rifiuto è molto importante sul piano politico perché se non ci sarà un accordo al Consiglio Europeo, cosa molto probabile tra l'altro visti i tempi e i modi delle commissioni, dovremo aspettare una decisione del nuovo Parlamento europeo. La decisione sarà spostata quindi in avanti di tantissimo tempo visto che le elezioni ci saranno a giugno 2024, che l'iter per l'approvazione ha impiegato 16 mesi (per essere poi bocciato) e che questo non sarà certo tra i primi punti all'ordine del giorno.