A causa dell'influenza aviaria le uova hanno subito un'impennata del prezzo. La malattia che ha ucciso milioni di galline anche in Italia è però solo la punta dell'iceberg. Il trend dei rincari delle uova c'è già da anni.
Le uova stanno diventando un bene sempre più caro: le uova da galline allevate in gabbia si vendono all'ingrosso a 1,87 euro al chilo, mentre per quelle da allevamenti a terra il prezzo sale fino a 1,99 euro al chilo. Complessivamente, però, il mercato delle uova sta subendo una crescita senza precedenti, con un aumento del 34% rispetto ad agosto scorso. La causa principale di questo incremento è la diffusione dell’influenza aviaria in Europa, un problema che nelle ultime settimane sta avendo conseguenze preoccupanti anche in Italia. Il trend degli aumenti è però molto più "antico" rispetto a questi numeri, l'aviaria ha solo portato a un'accelerazione. L'anno scorso al prezzo delle uova in gabbia pagavamo quelle di galline allevate a terra nel top di gamma ma anche nel 2023 il prezzo delle uova era in aumento rispetto all'anno precedente, così come il 2022 è stato più caro del 2021.
Già a ottobre i prezzi delle uova italiane hanno registrato un rincaro del 7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, come rilevato dalla Commissione Unica Nazionale delle Uova (Cun). La tendenza al rialzo era evidente già nel 2023, ma la situazione si è aggravata a causa dell’influenza aviaria, che ha provocato numerosi focolai, riducendo l’offerta di uova disponibili. Un altro fattore che ha contribuito all'aumento dei prezzi è l’incremento stagionale del consumo di uova, soprattutto per la preparazione di dolci casalinghi in autunno,.
L'influenza aviaria, però, rimane il principale motore dei rincari, se non altro è quello che sta dando grande velocità a questo aumento: dai dati del laboratorio di riferimento dell’Unione Europea emerge che dall’inizio dell'anno si sono registrati 128 focolai nei vari allevamenti, 48 dei quali solo negli ultimi due mesi, con 17 casi particolarmente significativi tra gli allevamenti di galline ovaiole.
In Italia, riporta il Gambero Rosso, l'influenza aviaria ha visto un picco di diffusione proprio a ottobre, con 10 nuovi focolai che hanno colpito duramente il basso ferrarese. In questa zona uno dei principali impianti di produzione, lo stabilimento Eurovo di Codigoro, è stato pesantemente colpito, e si prevede l’abbattimento di circa 800.000 galline per contenere il contagio. Sebbene il problema sia diffuso in tutta Europa, la zona ferrarese rappresenta uno dei casi più gravi in assoluto. Gli esperti di Areté sottolineano che la reazione dell’UE a questa nuova ondata di aviaria sarà determinante: solo un’azione coordinata permetterà di stabilizzare la produzione e, idealmente, far scendere i prezzi nel 2025, per evitare i picchi visti tra il 2022 e il 2023.
Per compensare la carenza interna, l'Unione Europea ha aumentato l'importazione di uova, registrando un +23% nei primi otto mesi del 2024 rispetto all’anno precedente. Un'importante fonte di approvvigionamento è l’Ucraina, che ha esportato verso l'Europa a dazio zero. Tuttavia, la domanda di uova ha superato le 23.000 tonnellate a luglio, segnando il limite massimo e portando a un rallentamento delle importazioni nella seconda metà dell’anno. La situazione rimane complessa, con una crescente necessità di monitorare e gestire l'influenza aviaria per proteggere la produzione interna e stabilizzare i prezzi in un mercato sempre più sotto pressione.