Gli aumenti sono impercettibili per le uova di Pasqua: l'impressione è che le aziende stiano sfruttando la crisi in Africa per "giustificare" i prezzi esorbitanti al chilo dei propri prodotti.
Pasqua 2024 si avvicina, e con essa la tradizionale caccia alle uova di cioccolato. Ma quest'anno la gioia della ricorrenza potrebbe essere offuscata da un preoccupante aumento del costo delle uova di Pasqua o almeno così vogliono farci credere. Sebbene ci siano degli aumenti significativi nei costi del cacao, in realtà le uova di Pasqua costano tanto da almeno 5 anni. Le uova della grande distribuzione hanno sempre avuto un costo spropositato. Dopotutto le persone non le comprano per il cioccolato ma per far felici i bambini e quindi è la sorpresa a dare valore al prodotto, non la qualità. Cerchiamo di capire quanto costano davvero le uova di Pasqua del supermercato e tutte le differenze tra valore reale e valore percepito.
Le uova hanno sempre avuto un costo spropositato ma quest'anno i rincari sembrano essere ancor più evidenti. Questo è dovuto a un aumento del prezzo delle materie prime con l'impennata del costo del cacao; ai rincari di gas ed energia elettrica che gravano sulle aziende di produzione e alla riduzione del potere d'acquisto. Più cresce l'inflazione, meno le famiglie possono acquistare beni non essenziali, più questi beni lievitano di prezzo.
Il prezzo record del cacao è determinato dalle avverse condizioni climatiche che tormentano i Paesi produttori come Ghana e Costa d'Avorio ma anche dalle speculazioni del mercato finanziario. Il costo della materia prima, infatti, a gennaio 2024 era aumentato del 40% rispetto allo stesso periodo del 2023 e, ad oggi, avrebbe superato i 6 mila euro a tonnellata, picco di record che non si vedeva dal 1977.
Le grandi aziende si stanno trincerando dietro la scusa degli aumenti della materia prima. È una bufala, lo diciamo senza girarci troppo intorno. Si tratta di una vera e propria speculazione perpetuata sulla pelle delle persone che vogliono regalare una gioia ai bambini.
Facendo un veloce giro tra i supermercati notiamo i prezzi delle uova:
La lista potrebbe proseguire e più diminuisce il peso, più aumenta il costo al chilogrammo del prodotto, prodotto che nella stragrande maggioranza dei casi ha percentuali di cacao molto ridotte rendendo ancor più inqualificabili gli aumenti.
In realtà però crediamo sia impropria anche la definizione di "aumenti": è come se le persone si siano finalmente rese conto del prodotto "di lusso" che acquistano e che le aziende stiano parlando di "aumenti" legati alle condizioni avverse del mercato per "giustificarsi".
Ad esempio, stando a quanto scrive Scatti di Gusto il prezzo del Kinder Gran Sorpresa da 150 grammi nel 2021 era di 79,93, esattamente la stessa cifra di oggi. Solo andando molto indietro negli anni notiamo un calo dei prezzi: nel 2017, secondo Newsly, il Gran Sorpresa da 320 grammi costava 59,06 € al chilo (3 € in meno rispetto ad oggi), quello Bauli da 365 gr costava 38,08 euro al chilo. Rincari maggiori per Lindt che passa dai 43,94 € del 2017 ai 51 € attuali. Il 2017 è stato infatti il primo anno in cui Ghana e Costa d'Avorio hanno subito un rallentamento del mercato a causa di crisi interne. Non a caso nel 2016 i prezzi erano invece inferiori: Il Kinder Gran Sorpresa da 220 gr costava quasi 10 euro in meno al chilo rispetto ad oggi.
Se facciamo invece un confronto con 10 anni fa, quindi con la Pasqua 2014, leggiamo da Comunicaffè che tutta la gamma Kinder Gran Sorpresa Ferrero "ha prezzi sbalorditivi oscillanti da 55 a a 63 €/kg. Per comprendere il divario basta dire che le uova Lindt da 300 gr, considerate di eccellente qualità, sono vendute a 68 euro/kg, le altre come Bauli, Zaini, Nestlè, Pernigotti oscillano da 32 a 46 €/kg". Come possiamo vedere, dunque, quello di Pasqua è sempre stato un affare da galline dalle uova d'oro per le aziende dei grandi gruppi.
Il valore reale e il valore percepito sono due concetti chiave in economia e marketing. Spesso confusi, è fondamentale comprenderne la differenza per prendere decisioni consapevoli come consumatori e imprenditori. Il valore reale di un prodotto o servizio è la sua utilità oggettiva, determinata dalle sue caratteristiche intrinseche e dalla sua capacità di soddisfare un bisogno. Si basa su fattori tangibili come la qualità dei materiali, la durata, le prestazioni, la funzionalità e il prezzo di produzione. Il valore percepito è il valore soggettivo che un individuo attribuisce a un prodotto o servizio, basandosi sulla sua percezione e sulle sue aspettative. È influenzato da fattori intangibili come l'immagine del marchio, il design, l'esperienza di acquisto, il servizio clienti, le emozioni e le influenze sociali.
Le uova di Pasqua sono un prodotto iconico, simbolo di gioia e condivisione. Ma oltre al loro significato simbolico, assumono un valore reale e percepito che influenza le nostre scelte di acquisto. Il valore reale di un uovo può essere dato dalla qualità del cioccolato, dalla percentuale di cacao, dalla presenza di aromi, dal packaging curato e sostenibile. Il valore percepito è dato dalla marca, dalle sorprese, dalle collaborazioni con i brand, dalle emozioni e ricordi che quelle uova scaturiscono in adulti e piccini. Va da sé che il costo al chilo delle uova è enormemente influenzato dalla potenza del brand che le produce.
La differenza tra i concetti è fondamentale: le aziende si sforzano di influenzare il valore percepito dei loro prodotti per renderli più attraenti ai consumatori. I consumatori dovrebbero essere consapevoli del valore reale di un prodotto o servizio per non essere influenzati solo da fattori estetici o emotivi.