Uno studio di TheFork e NellyRodi ci proietta nelle tendenze del nuovo anno per quanto riguarda il cibo: dall'attenzione per l'ambiente ai cibi nostalgici, fino ad arrivare alla foodastrology: la ristorazione del 2020 per i due colossi mondiali sarà un mix di passato e futuro. Alcune tendenze sono confermate, altre del tutto nuove.
Il ventennio è finito. Ci siamo lasciati alle spalle i primi anni del II Millennio e ci proiettiamo in un 2020 che promette scintille nell’ambiente della ristorazione, almeno a quanto dice TheFork, la principale app di ricerca e prenotazione dei ristoranti al mondo. L’azienda nata in Australia nel 2009 ha analizzato le tendenze emerse a livello globale sulla piattaforma insieme a NellyRodi, una società di consulenza specializzata in questo tipo di analisi, tirando fuori i 10 trend della ristorazione per il 2020.
I piatti devono soddisfare il corpo, l’anima e la mente e per fare questo c’è bisogno di unire i benefici nutrizionali ai momenti di piacere della vita. Uno dei trend del 2020 sarà infatti il “cibo dell’anima”, con i ristoratori che dovranno tenere sempre più in considerazione gli stati d’animo che emergono dai piatti. Non solo cibo salutare o comfort food ma un vero e proprio piatto che abbraccia chi lo prova.
Un frasale che ha attraversato il decennio grazie a Masterchef e a Joe Bastianich che lo ha chiesto in tutti i piatti assaggiati durante la trasmissione. L’italoamericano ci aveva visto lungo, perché per TheFork le persone cercheranno l’effetto wow nei piatti del 2020. Chi va al ristorante vuole vivere un’esperienza, vuole scoprire cose nuove e per arrivare a questo obiettivo non basta più utilizzare ottimi ingredienti. La ricerca della sorpresa è un trend che ha abbracciato tutto il millennio in realtà: nell’alta cucina è stata l’ossessione di Ferran e Albert Adrià oltre che dei loro allievi.
Questo trend è indirettamente collegato al primo punto: la nutraceutica è ormai parte integrante dell’alimentazione quotidiana, i clienti la ricercano anche nella ristorazione. Mens sana in corpore sano è un detto antico e a Napoli si dice che “I detti antichi non sbagliano mai”. Se il ‘900 è stato il secolo del junk food, oggi sembra tutto proiettato al salutismo. Nel 2020 i clienti familiarizzeranno con nuovi ingredienti come i semi di loto, la carambola, il jackfruit, nuovi funghi e tanti fermentati. La proposta nutraceutica è stata ben percepita dai cuochi che già da qualche anno si sono preparati a questo momento: basti pensare che la pizza all’acqua di mare di Guglielmo Vuolo, capostipite in questo tipo di impasto, risale addirittura al 2011, ormai (quasi) un decennio fa.
Greta Thunberg ci è entrata sotto pelle: per TheFork la evocheremo anche nei ristoranti ed allora sono emerse le Tre Erre. La lotta allo spreco, la sostenibilità ambientale, la trasparenza, la tracciabilità dei prodotti. Non sono delle novità per i ristoratori ma nel 2020 ci sarà uno sviluppo ampio di questa ricerca da parte del consumatore, sempre più consapevole del suo ruolo.
Il trend racconta di packaging e fast food (che si stanno adeguando), di cartone riciclato e doggy bag. L’Era dei cuochi ambientalisti è stata annunciata lo scorso anno da Dominque Crenn (prima donna Tre Stelle Michelin in America) dal palco di Identità Golose. Ci siamo.
Questa è più difficile ma per capirla basta guardarsi intorno: i grandi marchi di moda e bellezza stanno mettendo il cibo al centro della propria offerta. Non si tratta solo dei ristoranti con grandi chef, come ad esempio la collaborazione tra Niko Romito e Bulgari, ma di un uso consapevole dell’industria della cosmesi di prodotti alimentari. I laboratori di ricerca e sviluppo hanno “assoldato” fior di consulenti per creare prodotti simili agli alimenti e, dall’altro lato, fior di cuochi stanno inserendo nei propri piatti degli ingredienti utilizzati nei trucchi.
Anche questa, c’è già da un po’: il delirio. Il cibo come oggetto estetico e sensoriale, il cibo come oggetto in cui combinare azzardi cromatici e olfattivi. Non solo sperimentazioni artistiche, negli anni si sono avvicendate alcune mode che hanno invaso la gastronomia mondiale, come ad esempio l’avocado o il tè matcha, l’hummus. Per il 2020 la tendenza proseguirà, incentrandosi maggiormente sui cibi nostalgici.
La tecnologia è sempre più presente nell’enogastronomia e diventa un’alleata dei ristoratori grazie ai robot che aiutano in cucina o, ancora meglio, grazie alle app. Per il 2020 TheFork ha scoperto che l’uso delle applicazioni sarà ancora più totalizzante nella ricerca dei ristoranti per i clienti e per la creazione di nuovi piatti per gli chef.
Il 2020 per TheFork sarà l’anno in cui vedremo esplodere nuove cucine etniche. Non solo. Il 2020 sarà l’anno in cui vedremo esplodere le nuove cucine etniche che, per tradizione, ibridano varie tipologie di cucine. Per questo motivo la società australiana ha individuato nel trend tre nazioni asiatiche: Hong Kong, Shanghai e Taiwan. Le tre città-stato sono mete turistiche che assumono una rilevanza sempre maggiore, la loro cucina unisce diverse dominazioni subite e soprattutto i grandi flussi migratori arrivati negli ultimi 30 anni.
Un ritorno al passato, in controtendenza con gli anni di questo decennio: nel 2020 i clienti attuali e potenziali della piattaforma andranno spesso a mangiare fuori in famiglia.
Vedremo una crescita delle proposte specializzate, con format proiettati in questa direzione. I ristoratori del 2020 dovranno rispondere bene alle esigenze familiari dei clienti.
In un mondo sempre più proiettato alla scienza, uno dei trend del 2020 emersi dallo studio di TheFork e NellyRodi riguarda i segni zodiacali. Che significa? Alcuni brand hanno cominciato a lanciare linee di prodotti food con sapori diversi per ogni segno zodiacale.