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19 Giugno 2024 17:08

Le risposte di Martin Adam su chi dice che è grasso sono il gol più bello di Euro 2024

L'attaccante dell'Ungheria convocato a sorpresa da Marco Rossi ha risposto a tutti gli hater che gli hanno dato del "grasso" sui social: "Sono nato così. Non posso cambiare la genetica, mi piaccio come sono".

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L'Europeo 2024 ha già un vincitore, un outsider totalmente inaspettato e diventato protagonista suo malgrado: tutti gli occhi erano per Bellingham e Mbappé ma da 24 ore tutto il continente parla di Martin Ádám. E chi è questo? Ádám è un attaccante dell'Ungheria che a livello di club gioca in Corea del Sud: non un calciatore straordinario, è una punta che fa del gioco fisico la sua arma in più ma che, a parte un exploit di qualche anno fa, non ha mai dato segnali incoraggianti. È un attaccante di peso, nel vero senso del termine. Ufficialmente è 1.91 per 83 chilogrammi ma è evidente che le cifre riguardanti il peso siano state leggermente abbassate. I social sono impietosi e lui è stato bersagliato dagli odiatori da tastiera che lo hanno deriso, anche in maniera crudele. La sua risposta è da applausi: "Sono nato così, anche se questa non era la mia taglia alla nascita. Non posso cambiare la genetica, mi piaccio come sono". Noi diciamo che non deve essere lui a cambiare, devono essere le persone che lo insultano. Questo però ci permette di parlare dell'orrendo fenomeno del body shaming.

Il body shaming contro Adam che segna il più bel gol di Euro 2024

Il body shaming è un fenomeno purtroppo ancora dilagante, che colpisce in modo particolare le persone con obesità. Si tratta di un atteggiamento di scherno, derisione o discriminazione basato sull'aspetto fisico, in questo caso sul peso, che può avere conseguenze devastanti sulla salute mentale e fisica di chi ne è vittima. L'obesità è una condizione medica complessa con diverse cause che spesso non sono sotto il controllo del singolo individuo. Fattori genetici, ormonali, ambientali e psicologici possono giocare un ruolo importante nello sviluppo dell'obesità.

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Ádám ha giocato solo 11 minuti in Ungheria-Svizzera ed è diventato subito virale: il suo aspetto ricorda in realtà quello di un rugbista, con questo peso insolito, la barba rossa e lunga, il viso incattivito e le braccia tatuate, non a caso è soprannominato "Il vichingo". I commenti sul suo peso e sul suo aspetto non si sono fatti attendere ma l'attaccante dell'Ulsan Hyundai ha risposto con grande ironia e sagacia. "I post? Ovviamente li vedo e li leggo — ha spiegato dopo la partita in conferenza stampa — di solito ci rido sopra. Sono nato così, ho questa forma corporea. Non sto dicendo che ero così grosso quando sono nato, ma di base ho un determinato fisico. Si tratta di genetica, non posso cambiarlo. Ho letto i commenti e ho visto i meme sui social. Sono un tipo dalla risata facile e ci scherzo su. Mi piaccio come sono e l'importante, per chi fa il mio mestiere, è fare gol". Una risposta semplice contro la cattiveria, tra l'altro in una conferenza cominciata con grande autoironia perché quando gli hanno chiesto se ricordava cosa facesse durante l'europeo passato ha risposto che lo ricorda benissimo perché stava "spaparanzato sul divano di casa, guardavo la tv e bevevo birra".

Questo di Adam è un caso emblematico perché non tutte le persone che soffrono di patologie legate all'alimentazione hanno la stessa tempra, sicurezza di sé e la stessa faccia tosta del lungo attaccante ungherese. Moltissime persone si rivedono in quei commenti offensivi e ci stanno molto male. Si innesca un terribile meccanismo psicologico che può portare le persone a un ragionamento molto semplice: "se queste brutte cose le dicono a lui, che è un calciatore professionista e che non è realmente grasso, cosa potrebbero dire a me?" e questo è un messaggio orrendo che non può passare sotto traccia. Dobbiamo capire che il body shaming non solo non aiuta chi è in sovrappeso, ma peggiora la situazione. Le persone che subiscono questo tipo di discriminazione tendono ad avere una peggiore immagine di sé, con un aumento di ansia, depressione e disordini alimentari. Inoltre, la vergogna può portare a evitare l'attività fisica e a scelte alimentari ancora più malsane, creando un circolo vizioso che ostacola la perdita di peso e che porta all'isolamento.

Ben vengano esempi positivi come quelli di Martin Ádám perché tutta la storia dell'attaccante è davvero interessante. È la storia di chi ci ha creduto sempre e non si è mai arreso. Adam è infatti cresciuto in un villaggio piccolissimo al confine con Serbia e Romania, Forráskút. Il paesino è improbabile, sottosviluppato e poco abitato ma oltre a dargli solidi valori familiari gli fa conoscere la sua futura moglie, Gitta, sua amichetta ai tempi dell'asilo. Oggi la donna vive insieme ai loro due figli proprio a Forráskút dove Ádám vuole tornare alla fine dell'avventura da calciatore. Qui comincia a tirare i primi palloni fino ad arrivare al Vasas Budapest, una squadra della bassa classifica ungherese, sempre in bilico tra le loro Serie A e B. Non è mai titolare, non segna molto, fino al 2022 quando mette a referto 31 gol in 32 partite di campionato che gli valgono il titolo di capocannoniere e la ricca chiamata dalla Corea del Sud dove ha vinto gli ultimi due "scudetti" (tornando però a segnare col contagocce). È in nazionale grazie all'italiano Marco Rossi, commissario tecnico dell'Ungheria, che lo ha convocato sia per le sue inequivocabili dote fisiche sia per il suo spessore umano, dimostrato anche in questi delicati momenti. Adam può diventare un simbolo della lotta al body shaming in tutto il continente durante questo europeo, e speriamo tanto possa aiutare i bambini del proprio Paese a combattere insulti e bullismo, sia online sia offline.

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