Rosse, gialle, verdi, dolci e acidule, grandi e tonde o piccole e schiacciate. Quante sono e cosa si può fare con le mele del Trentino?
Sono otto le varietà di mela del Trentino Alto Adige che si possono fregiare del marchio europeo Igp – Indicazione Geografica Protetta. Inoltre la “Mela Val di Non” è stata la prima mela italiana a ricevere il riconoscimento europeo della Dop. Apprezzate in tutto il mondo per la loro alta qualità e la loro versatilità nelle ricette, le mele prodotte in Trentino caratterizzano molti piatti locali. Scopriamone la storia, le peculiarità e come usarle in cucina.
La coltivazione delle mele del Trentino risale alla seconda metà dell’Ottocento, quando la zona faceva parte dell’impero austro-ungarico. È stato infatti ritrovato un documento con una richiesta da Vienna di “pomi rosmarini”: segno che già all'epoca le mele di questa zona erano rinomate anche in Austria. Un secolo dopo, a metà del 1900, il frutto era riconosciuto in molti altri mercati europei africani e asiatici. Dagli anni sessanta in poi la coltivazione si è intensificata e si è affermata tra i grossisti fino ad acquistare la denominazione Igp.
La zona di produzione delle Mele del Trentino Igp interessa l'intero territorio della provincia autonoma di Trento e comprende la Val di Non, la Val di Sole, la Piana Rotaliana, la Vallagarina e Alto Garda, la valle dei Mocheni, la Valsugana e le Valli Giudicarie.
A seconda delle zone si producono diverse varietà come la Golden Delicious, Red Delicious, la Gala, la Fuji e Morgenduft, la Renetta, la Granny Smith e la Pinova. Le più note sono:
Le mele sono tra i frutti meno calorici: contengono infatti l’85% di acqua e hanno quindi un grande potere dissetante. Inoltre sono ricche di vitamine e sali minerali e rappresentano una fonte energetica decisamente sana.
L'Italia è oggi il quinto produttore al mondo di mele dopo la Cina, gli Stati Uniti, la Turchia e l'Iran. Ma tra le tante varietà presenti nel nostro paese, il primo fattore che determina la qualità delle mele del Trentino è il clima della catena montuosa: temperature, escursione termica, regime di brezze sono particolarmente adatti alla produzione di questa frutta.
Il secondo elemento che rende speciale questo prodotto è l'esperienza dei frutticoltori, capaci di adeguare le tecniche di coltivazioni potando gli alberi in base alle esigenze delle annate e prestando sempre attenzione anche all’innovazione tecnologica, per favorire la massima esposizione dei frutti al sole.
I frutteti seguono l’inclinazione dei terreni per non alterare il paesaggio. Per evitare erosioni e nutrire il sottosuolo, inoltre, tra i filari deve sempre essere presente una porzione di manto erboso.
A seconda della tipologia di mela la raccolta, che va eseguita con stacco manuale, è prevista tra il 20 luglio e il 15 dicembre. Le Mele del Trentino Igp devono poi essere conservate in ambienti idonei, a una temperatura compresa tra 0 e 10 °C. In commercio si trovano quasi tutto l'anno, a rotazione.
Come abbiamo detto sono otto le varietà di mele Trentino Igp che hanno un calibro minimo di 65 mm, con l’eccezione della varietà Gala, il cui calibro minimo è 60 mm.
I frutti vengono commercializzate in imballaggi o confezioni tali da consentire una chiara identificazione del prodotto. Su ogni cassetta deve essere presente la certificazione e il logo ed è inoltre consentita la bollatura su ogni singolo frutto.
Una volta che le hai acquistate sappi che si conservano sia a temperatura ambiente sia in frigo ma, in quest’ultimo caso, è preferibile estrarle almeno mezz’ora prima del consumo, per poterle assaporare meglio.
Ottime mangiate a fine pasto, le mele sono presenti in moltissime ricette della cucina trentina prime tra tutte lo strudel, la torta di mele e le frittelle. Ma grazie al loro gusto acidulo si sposano benissimo anche con piatti salati, come insalate con valeriana e noci, il filetto di maiale e lo spezzatino.