Perché si dice che le lenticchie portano bene, da cosa e quando nasce questa credenza popolare? Perché nel menu dell'ultimo dell'anno sono una presenza fissa? Tutto, o quasi, lo dobbiamo agli antichi Romani.
Si avvicina la notte di San Silvestro e praticamente in ogni famiglia, in occasione del cenone di fine anno, si sarà già fatta scorta di lenticchie. Si tratta dopotutto di uno dei legumi più apprezzati e declinabili in svariate ricette, contorno polivalente che può accompagnare l'immancabile cotechino (o lo zampone, a seconda dei gusti).
Specialmente allo scoccare della mezzanotte, per accogliere il nuovo anno, è tradizione mangiare un piatto (ma simbolicamente anche appena una cucchiaiata), di lenticchie ancora calde. Il motivo? "Perché porta fortuna e soldi" la motivazione che ci siamo sentiti dire fin da bambini. E chissà quanti di noi, ingenui, a scofanarci di lenticchie, convinti che mangiandole avremmo ricevuto automaticamente chissà quante gioie e quali ricchezze. Poveri illusi.
Fortune o meno, è usanza consolidata ormai in Italia mangiare le lenticchie durante la cena dell'ultimo dell'anno (così come nel corso del periodo natalizio, dopotutto). Ma perché si dice che questo alimento porti fortuna? Da cosa deriva tale convinzione popolare? Per risalire alla sua origine bisogna tornare molto indietro nel tempo, all'epoca almeno degli antichi Romani.
Ebbene, a distanza di 2000 anni una cosa che ci accomuna agli antichi Romani è il fatto di consumare lenticchie nella notte di San Silvestro e nel primo giorno del nuovo anno.
Anche i nostri antenati erano soliti celebrare l'ultima sera dell'anno (il calendario giuliano, adottato nel 46 a.C, istituiva proprio il 1 gennaio come inizio del nuovo anno, anticipandolo dal precedente 1 marzo). Non solo: a quei tempi pare fosse usanza consume regalarsi a vicenda una borsetta di cuoio chiamata scarsella, contenente questi legumi. Perché proprio le lenticchie? Perché queste per forma erano (e sono) simili alle monete e l'auspicio era che potessero diventare soldi nel corso dell'anno in procinto di entrare. La borsetta rappresentava insomma un augurio di buona sorte, di fortune e guadagni.
Le lenticchie inoltre erano considerate un alimento particolarmente prezioso, perché ricco di proprietà nutritive, fonte di fibre e proteine. Una valida alternativa alla carne, adatta a chi non poteva permettersi chissà quali dispense in particolar modo nel corso dei duri e freddi mesi invernali. La lenticchia, insomma, pur nella sua semplicità rappresentava un'importante risorsa in cucina, quasi un simbolo di sussistenza. Averle da parte, quindi, significava sempre un qualcosa di positivo.