Secondo uno studio condotto da Eurostat il Prosecco italiano ha battuto, nel 2020, lo Champagne francese. Dati di vendita inequivocabili: nel mondo amano le bollicine nostrane.
Il Prosecco batte lo Champagne. Lo spumante made in Italy, secondo i dati di vendita riferiti al 2020, ha avuto la meglio sul cugino francese, risultando il “prescelto” dalla clientela al di fuori dell’Unione Europea.
Un duro colpo per i transalpini, ma l’analisi condotta da Eurostat parla chiaro. L’ufficio statistico dell'Unione europea ha evidenziato come il Prosecco, tra le categorie di spumante prodotte all’interno dell’UE, sia saldamente al comando per quanto riguarda l’export extra continentale. Con buona pace dei francesi, che si ritrovano quindi a inseguire.
Quasi 500 milioni di litri totali di bollicine sono stati esportati al di fuori della Comunità Europea, con il Prosecco a fare la voce grossa grazie a circa il 41% delle vendite totali. Stando allo studio di Eurostat infatti il nostro spumante comanda la classifica con 205 milioni di litri (41%), seguito a debita distanza dallo Champagne (13%, 66 milioni di litri) e Cava (12%, 58 milioni di litri per la bevanda spagnola).
Data la crisi pandemica, con conseguenti chiusure temporanee o definitive di bar e ristoranti, nel 2020 l’export di spumante al di fuori dell’UE è calato rispetto al 2019 (si è registrato un -6%), interrompendo un trend di crescita medio (riferito all’ultimo decennio) del 6% annuo calcolato fino al 2018.
Secondo recenti dati Coldiretti, tra l’altro, durante l’ultimo Capodanno nel mondo sono state stappate oltre 600 milioni di bottiglie di bollicine nostrane. Un aumento di quasi il 30% rispetto all’anno precedente; numeri che rappresentano un autentico primato per quanto riguarda il mercato italiano, con quasi 2 miliardi totali di fatturato. Stando alla stessa analisi, inoltre, sembra che le etichette preferite siano state Prosecco, Franciacorta e Asti.
Chi sono i maggiori appassionati di bollicine italiane? A darci la massima soddisfazione sono gli statunitensi, i quali guidano questa speciale classifica di “estimatori” (+44% delle vendite), con gli inglesi che si piazzano al secondo posto (+12%).