A lunga conservazione, parzialmente o totalmente scremato, ad alta digeribilità o senza lattosio: l'universo del latte è ampio e variegato e oggi siamo qui per conoscerne ogni segreto.
Il primo alimento che proviamo appena nati, una delle bevande più diffuse al mondo: il latte è un ingrediente completo e nutriente che ci accompagna per tutta la vita: dalla colazione del mattino alla tazza fumante dopo cena, per rilassarci e riposare meglio. Alimento semplice e allo stesso tempo complesso, il latte alimentare è il prodotto della mungitura regolare, ininterrotta e completa di animali in buono stato di salute: il più comune è senza dubbio quello vaccino, l'unico latte che non necessita di ulteriori specifiche a differenza degli altri che devono riportare la provenienza, animale o vegetale che sia. Crudo, fresco, a lunga conservazione o pastorizzato: in commercio troviamo numerose varietà di latte, differenti per gusto, lavorazione, conservazione e profilo nutrizionale. Come sempre, il segreto per un consumo e per un acquisto consapevole è possedere una buona conoscenza degli ingredienti, consapevolezza che ci permette di scegliere il prodotto più adatto alle nostre esigenze. Non resta che addentrarci nel variegato e ricchissimo universo del latte e imparare a riconoscere le differenze, gli usi e i tempi di conservazione dei diversi prodotti.
La tipologia di allevamento, i trattamenti termici e le diverse lavorazioni sono solo alcuni dei fattori che influiscono sul prodotto finale che troviamo in commercio. In particolare, il latte può essere:
Da un punto di vista nutrizionale, il latte può essere ulteriormente diviso in intero, scremato e parzialmente scremato, in base al livello di scrematura, il processo fisico di separazione dell'acqua dal grasso. Nel dettaglio:
Il contenuto lipidico, nettamente inferiore nel latte parzialmente scremato e scremato, si traduce quindi anche in un minore apporto energetico e nutritivo.
Il latte vaccino è sicuramente il più utilizzato per l'alimentazione umana ma il mondo del latte animale è davvero ampio e variegato e le alternative sono tantissime. Tra le alternative più conosciute e nutriente troviamo il latte di bufala, dal sapore deciso, impiegato principalmente per la produzione di formaggi, proprio come quello di capra che, nonostante il suo gusto forte, risulta leggero e facilmente digeribile. Il latte d'asina, conosciuto fin dall'antichità per i suoi numerosi benefici, è meno energetico di quello vaccino ma maggiormente ricco di lattosio, non facilissimo da reperire, ricorda da un punto di vista nutrizionale il latte materno. Ultimo ma non certo per importanza il latte di pecora: il suo odore forte e pungente ne scoraggia la degustazione, donando al contrario una marcia in più ai formaggi stagionati.
Di soia, di riso, di avena o di cocco: le bevande vegetali in commercio sono ormai tantissime, molto simili nell'aspetto e nel profilo nutrizionale al latte vaccino. Alternative gustose e versatili, ideali per chi segue un'alimentazione vegana o per chi è intollerante al lattosio, le bevande vegetali (erroneamente chiamate "latte") si ottengono dalla lavorazione di legumi, semi, frutti o cereali. Nel dettaglio:
Come capire se il latte che abbiamo in frigo è andato a male e non è più commestibile? Superata la data di scadenza o conservato fuori dal frigo, il latte inizia un processo di deterioramento e, una volta compromesso, è facilmente riconoscibile. Per capire se il latte è guasto ti basterà annusarlo e osservarne il colore: se il latte è inacidito avrà un odore pungente e un colorito giallognolo; la consistenza sarà inoltre grumosa, simile a quella della ricotta.
Cosa succede se ingeriamo del latte scaduto o avariato? Bere del latte scaduto ma non ancora avariato non ha conseguenze particolari sul nostro organismo e l'unica cosa che avvertiremo è un leggero sapore di acidità; se il latte è scaduto da molto tempo e ormai irrancidito, potrebbe provocare una leggera intossicazione alimentare con nausea, vomito, crampi addominali e, nei casi più gravi, febbre.