Latte di mandorla e orzata non sono affatto la stessa cosa: hanno storia e sapori diversi, due prodotti che si somigliano e che, a torto, vengono visti come simili.
A vederle sembrano uguali eppure sono molto diverse: parliamo del latte di mandorla e dell'orzata. Entrambe bianche, entrambe dissetanti, entrambe lattiginose, entrambe perfette per gli assolati pomeriggi estivi ma per sapore, composizione e, naturalmente, ingredienti, le due bevande sono molto diverse. La cosa strana è che per molti sono la stessa cosa e non parliamo solamente dei clienti comuni: perfino molti bar spacciano l'una per l'altro. Vediamo di fare chiarezza su questa annosa questione tenendo bene a mente che latte di mandorla e orzata non sono affatto la stessa cosa.
Il latte di mandorla è una bevanda ottenuta per infusione: si lasciano in ammollo delle mandorle finemente tritate e poi si spremono per far uscire tutto il succo. Il primo errore che commettiamo tutti è chiamare questa bevanda analcolica "latte di mandorla": per legge è proibito l'utilizzo del termine "latte" per tutti i prodotti che non derivano dagli animali. Il termine corretto sarebbe "bevanda di" o "bevanda alla" mandorla.
La storia del latte di mandorla è molto antica e risale al Medioevo: in questo periodo i monaci siciliani sperimentano l'infusione della mandorla e consumano la bevanda durante la Quaresima. Diventa un prodotto unitario, fondamentale per la storia medievale del Mediterraneo: punto fermo della cucina cristiana e islamica del tempo come sostituto del latte vaccino. I Mori esportano questo sapere per tutto il regno, dalla penisola iberica all'Asia Minore, delegando il latte vaccino alla trasformazione in prodotti caseari più durevoli.
Con l'avvento del Regno delle Due Sicilie la produzione delle mandorle e del "latte" viene ampliata in tutto il Mezzogiorno trovando terreno fertile in Calabria e Basilicata ma soprattutto in Puglia, dove oggi è protetto come "Prodotto agroalimentare tradizionale", e in Campania, in particolare nella città di Torre del Greco, poco a sud di Napoli. Resta comunque un prodotto dalla forte identità siciliana: se si pensa alla granita, vien subito in mente quella alla mandorla fatta proprio con questa bevanda.
Più complicato spiegare cosa sia l'orzata: la cosa certa è che di mandorle all'interno non ce ne sono. Il nome deriva dall'antica "hordeata", una bevanda dell'antica Roma ottenuta dalla pigiatura dell'orzo. Con il passare dei secoli però l'orzo germogliato è stato sostituito da altri vegetali, non mutando il proprio nome. L'essenza principale dell'orzata è estratta dal benzoino deacidificato alla quale viene aggiunta essenza di vaniglia e fiori di arancio. Oggi con il termine "orzata" si intende una bevanda di origine vegetale ottenuta dalla pigiatura di tuberi, noci, semi, frutti ma nessuno dei quali è assimilabile alla mandorla. L'unica "orzata" simile al latte di mandorla la troviamo a Malta, si chiama ruġġata, ed è la giusta via di mezzo tra i due prodotti: praticamente è uno sciroppo di mandorle estremamente dolce.