È nato nel 2019 il progetto di inclusione sociale che dà valore alla fragilità e statura sociale alle persone coinvolte. Si chiama Mi Coltivo ed è un programma di valorizzazione che passa attraverso il lavoro agricolo. L'iniziativa è promossa in partnership con la Cooperativa sociale Villa Maria di Calliano, in provincia di Trento, e vede protagonisti ragazzi con disabilità.
Prima di essere un progetto sociale Mi Coltivo, è una famiglia di contadini, complici e compagni di un’avventura che assicura ai ragazzi coinvolti valore civico attraverso il lavoro nei campi. Il programma è nato nel 2019 all'interno della Cooperativa Sociale Villa Maria di Calliano, in provincia di Trento, e oggi vede la partecipazione collettiva di quattordici ragazzi (di età compresa tra 21 e 45 anni) affetti da fragilità e disabilità, altrettanti volontari al loro seguito e due educatori.
Materialmente l’iniziativa si estende su oltre settemila metri quadrati di terreno, situati nel Polo Meccatronica, destinati alla coltivazione di patate, erbe officinali, radicchi, cavoli e pomodori. Il tutto nel pieno rispetto della stagionalità e delle varietà tipiche di ogni periodo dell’anno. L’orto, che vede anche alcuni appezzamenti destinati alle leguminose, è aperto al pubblico e privo di barriere architettoniche per consentire l’accesso alle persone con difficoltà motorie.
Gran parte della produzione (circa il 60% del totale) è destinata alle dieci comunità alloggio della Cooperativa nelle quali risiedono quasi 200 persone. Il restante 40% è invece rivolto alla vendita diretta e in mercati locali, nei quali agiscono in prima persona i ragazzi impegnati nei campi.
I membri della comunità coinvolti in questa sfida agricola e sociale durante il percorso hanno avuto anche la fortuna (e il merito) di incontrare uno dei maggiori esponenti della gastronomia locale: lo stellato Alfio Ghezzi. Lo chef, una volta venuto a conoscenza del progetto, ha reso partecipi i ragazzi di Mi Coltivo nella sua idea di cucina, decidendo di rifornirsi da loro di verdure coltivate appositamente per il ristorante (situato presso il Mart di Rovereto) e di difficile reperimento nel resto del territorio trentino. Un'iniziativa che permette ai ragazzi contadini di scoprire e selezionare varietà vegetali poco conosciute, perché non autoctone, garantendo comunque la massima qualità della materia prima coltivata.
"Sapere che vicino a noi esisteva Mi Coltivo – ha detto lo chef in un'intervista a Radio Dolomiti – mi ha subito acceso la lampadina. Siamo entrati in contatto con Maurizio (il responsabile dell'iniziativa, ndr), ho visitato i campi nella prima fase di lavoro, ho conosciuto i ragazzi e compreso il progetto. Dietro al prodotto ci sono delle persone, è importante conoscerle e valorizzarne il lavoro".