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24 Aprile 2024
12:30

L’aceto di mele fa veramente dimagrire? Risponde l’esperta

Condimento versatile e dal tocco pungente, l'aceto di mele sembrerebbe essere capace di aumentare il senso di sazietà e sbloccare il metabolismo. Cosa c'è di vero in questa affermazione? Lo abbiamo chiesto all'esperta.

A cura di Emanuela Bianconi
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Intervista a Dott.ssa Arianna Rossoni
Dietista, docente di nutrizione e responsabile del progetto "Equilibrio Donna"
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Le quotazioni dell'aceto di mele, condimento versatile e grande alleato in cucina (e non solo), sono in costante ascesa. Ottenuto dalla fermentazione del mosto o del sidro di mele, è un prodotto economico e facilmente reperibile in qualunque supermercato.

Ideale per insaporire le insalate, per sfumare verdure, carne e pesce, a cui conferisce quel particolare retrogusto acidulo, può essere utilizzato perfino per realizzare bevande energizzanti e infusi benefici.

Di lui si dice di tutto e anche di più: ipocalorico –  apporta all’incirca 20 calorie ogni 100 ml – è ricco di alcuni preziosi sali minerali, tra cui potassio e magnesio; grazie alla presenza dell'acido acetico, composto che conferisce all'aceto il suo sapore pungente e aspro, sembrerebbe essere capace di rallentare l'assimilazione degli zuccheri e dei grassi, e di aumentare il senso di sazietà.

Proprio per questa ragione, negli ultimi tempi, è tornato tanto in voga il consiglio anni Ottanta di "bere aceto prima del pasto" per bloccare l'appetito, bruciare calorie e quindi dimagrire. Cosa c'è di vero in questa affermazione? Si tratta di aria fritta oppure si fonda su basi scientifiche valide?

Lo abbiamo chiesto alla nostra esperta di fiducia, la dottoressa Arianna Rossoni, dietista e docente, che ci ha aiutato a fare un po' di chiarezza in merito a questo annoso argomento.

L'aceto di mele fa dimagrire?

A scanso di equivoci, chiariamolo immediatamente: l'aceto di mele non fa dimagrire, non è in grado di accelerare il metabolismo e non sopprime l'appetito. Premesso tutto questo, recenti studi hanno, tuttavia, riconsiderato l'utilità di introdurre l'aceto di mele prima di un pasto, in purezza o magari come condimento di un contorno di verdure crude. Quali benefici è in grado di apportare questa pratica? "Una diminuzione della glicemia a digiuno, dei livelli di glicemia postprandiale e di insulina, del colesterolo totale e dei livelli di emoglobina glicata", ci spiega la nutrizionista.

Qual è la dose consigliata? Gli studi parlano di circa 20 ml di aceto di mele (due cucchiai), da assumere a stomaco vuoto poco prima del pasto o, per chi non apprezzasse un sapore acidulo così marcato, da aggiungere a un'insalata mista o a un pinzimonio di crudités.

L'abitudine di aprire il pranzo o la cena con una porzione di fibre è – ribadiamolo sempre – già di per sé ottimale al fine di controllare i livelli di glicemia e insulina nel sangue, e dunque aiutare ad abbassare il carico glicemico del pasto stesso: oltre a mantenerci sazi e focalizzati per il resto della giornata, evitare continui picchi glicemici è fondamentale per contrastare l'insorgere di patologie cardiache e neuro-degenerative.

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A chi fa bene consumare aceto prima del pasto?

Il consumo di aceto di mele è particolarmente utile a chi sta seguendo un'alimentazione a controllo glicemico. Uno degli effetti benefici riscontrati è la sensazione di lucidità e concentrazione dopo i pasti.

"Se si deve evitare la tipica sonnolenza postprandiale – prosegue la dottoressa Rossoni – o se c'è bisogno di massimizzare la concentrazione nello studio o sul lavoro, si può provare a ridurre leggermente i carboidrati del pranzo e inserire l'aceto". Dopo una settimana di prova si possono valutare le sensazioni e capire se questa abitudine è funzionale ai nostri obiettivi.

L'uso dell'aceto può rivelarsi un vero e proprio strumento di controllo per la prevenzione del diabete nei soggetti a rischio, soprattutto se inserito prima di un pasto ricco di fibre vegetali (verdure, legumi e cereali integrali).

Nelle donne si riscontra, inoltre, un'aumentata probabilità di ovulazione e ritmicità ormonale. "Se è stata diagnostica intolleranza glucidica e ci sono dei problemi di regolarità mestruale, l'uso costante di aceto di mele, insieme ad altre modifiche dell'alimentazione, può essere un consiglio di routine davvero utile", conclude la nostra esperta.

Consumare aceto prima del pasto può essere un valido aiuto anche in caso di insulino-resistenza, quella condizione in cui le cellule di fegato, muscolo e tessuto adiposo smettono di rispondere in maniera efficiente al segnale dell'ormone insulina.

Ci sono delle controindicazioni o tutti possono inserire l'aceto di mele prima del pasto? Ingrediente dall'elevata acidità, non è indicato se si soffre di problemi gastroesofagei: in questi casi può addirittura peggiorare la sintomatologia.

Altri consigli per ridurre il carico glicemico del pasto

Mantenere stabili i livelli di glicemia nel sangue è importante per tutti, non solo per chi soffre di diabete. Picchi glicemici continui influiscono negativamente sulla qualità della nostra quotidianità, contribuendo ad aumentare lo stato di infiammazione cronica silente, anticamera di numerose patologie croniche e neuro-degenerative.

Dal momento che i livelli di glucosio influenzano fame e umore, tenendo a bada questi picchi, saremo anche più sazi, energici e positivi mentalmente, pronti ad affrontare al meglio gli impegni e i doveri quotidiani.

Oltre a inserire l'aceto di mele in apertura, è consigliabile iniziare sempre il pasto con una porzione di verdure crude. In generale, dovremmo imparare a invertire l'ordine delle portate, partendo sempre dal contorno – una porzione di ortaggi crudi e/o cotti – proseguendo con una fonte proteica e una lipidica, e inserendo solo alla fine la quota glucidica (pasta, riso, pane, patate e così via).

Impariamo ad aggiungere e non a sottrarre: se prevediamo di consumare un piatto di pasta o di cereali a pranzo, per esempio, al fine di abbassarne il carico glicemico, uniamo anche delle proteine e/o dei grassi di ottima qualità, come una spolverizzata di parmigiano, un pesto di basilico, del pesce o ancora della carne.

Così come per lo spuntino. Se consumare una mela ti apre lo stomaco e non ti dà sazietà, prova ad aggiungere una manciata di mandorle, qualche gheriglio di noce o uno, due quadratini di cioccolato fondente.

Dopo aver consumato il pasto, inoltre, soprattutto se questo è stato piuttosto ricco di zuccheri semplici e complessi, è bene fare una piccola passeggiata di almeno 10 minuti.

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A cura di
Emanuela Bianconi
Giornalista professionista dal 2013, sono una grande appassionata di tematiche legate al benessere e promotrice di un'alimentazione sana, naturale e "consapevole". Al punto che ne ho fatto un mestiere. Datemi una vellutata di zucca - ma anche un'ottima pizza napoletana - e mi renderete una donna felice.
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