Tutto sullo Spritz, un drink iconico, simbolo dell'italianità nel mondo: le sue origini, le versioni in bianco e in rosso, il ruolo di Aperol e Campari nella diffusione del cocktail e le tante varianti che si trovano in Triveneto. Nato nell'800 da una lamentela dei soldati austriaci, oggi è una delle bevande più amate in Italia.
La storia dello Spritz nasce da una lamentela, da un’incomprensione e da un’invasione di oltre 200 anni fa. Oggi è il re degli aperitivi di tutta Italia, perché è fresco, colorato e non troppo alcolico, ideale drink del tardo pomeriggio da gustare in compagnia con qualche stuzzichino. Probabilmente c’è un anno ben preciso in cui il cocktail diviene simbolo nazionale e internazionale, il 2008, con le tv di tutta Europa invase dallo spot di Campari. La ricetta moderna è composta da Prosecco, seltz e bitter: ma originariamente non era così.
Siamo ad inizio ‘800, tra il Veneto e il Trentino Alto-Adige. I soldati austriaci, che combattono sotto la bandiera degli Asburgo, sono ormai di casa in queste zone perché nel 1815 è nato il Regno Lombardo-Veneto, concepito dal cancelliere Klemens von Metternich all'inizio della Restaurazione seguita al crollo dell'Impero Napoleonico. Il Trentino a quei tempi era, ovviamente, ancora sotto la dominazione diretta dell’Impero Asburgico, ma zona di confine con scambi continui tra le regioni confinanti.
Una tradizione degli austriaci è la birra a fine turno, ma la birra in questo territorio non si trova ed è per questo che "gli invasori" dirottano le proprie attenzioni sul vino bianco. Abituati alle pilsner che non arrivano a 5 gradi, i vini veneti sono troppo alcolici per questi soldati che così chiedono agli osti "spritzen, spritzen!" (che in tedesco significa “spruzzare”), mimando la bottiglia con il pollice in basso verso il bicchiere.
Cosa vogliono? Dell’acqua frizzante per allungare il vino e addolcirne i sapori. Acqua nel vino, vade retro avranno pensato i più ostici tradizionalisti dell’800: eppure l’esperimento funziona tant’è che in molte zone di Friuli, Trentino e Veneto se chiedete uno Spritz vi portano ancora un bicchiere con solo vino bianco e acqua frizzante.
La prima modifica nella ricetta avviene ai primi del ‘900 con l’arrivo in Italia del seltz come alternativa all’acqua frizzante ma siamo ancora ben lontani dal cocktail come lo conosciamo oggi. Per il moderno Spritz bisogna attendere gli anni venti e trenta del Novecento, tra Venezia e Padova, quando i bartender decidono di aggiungere a vino e acqua frizzante anche un bitter. La scelta all’epoca è tra il Select, prodotto dai fratelli Pilla di Venezia e l’Aperol, presentato alla Fiera di Padova nel 1919.
All’inizio è la versione lagunare a trionfare, dagli anni ‘70 però c’è il dominio del bitter ideato dai fratelli Barbieri, l'Aperol. Fino al 2008 la bevanda è ancora rinchiusa nei confini settentrionali; man mano che si scende lo Stivale ci sono ricordi sbiaditi di viaggi e vacanze verso Nord: ma nell’estate di 12 anni fa c’è la svolta, è geniale.
Campari commissiona uno spot incentrato sullo Spritz: due ragazze in auto vengono bloccate da una folla di ragazzi radunati per l’aperitivo. Una delle due, dai capelli rosso fuoco (caratteristica ricorrente in tutti gli spot successivi di Aperol) si alza dal tettuccio di una storica Citroën 2CV e mima il gesto del seltz nel bicchiere, un po’ come facevano i soldati austroungarici. In men che non si dica tutta la folla inizia a fare il gesto e a chiedere Spritz sulle note di Street Life di Randy Crawford And The Crusaders che per l’occasione diventa "Spritz life". Nello spot viene mostrata la ricetta per intero del drink ed è un successone al punto che oggi "Spritz" è sinonimo stesso di "Aperol Spritz" e la Campari ha deciso di puntare su spot televisivi sempre più ambiziosi, chiamando registi importanti a girarli.
Ogni città del Triveneto ha la propria ricetta, ogni piccolo paesino si attribuisce dei meriti rendendo complicato questo drink tanto semplice. Il risultato è però una caratterizzazione cittadina dell’alcolico che rende il tour molto affascinante.
A Padova ad esempio, capitale italiana dell’aperitivo, lo Spritz si serve col vino bianco frizzante, a Treviso si usa il Prosecco, mentre a Venezia un vino bianco fermo. A Udine spazio al chilometro zero: il vino da usare è lo storico Tocai Friulano.
Oltre che negli ingredienti ci sono varianti anche nelle colorazioni, da affiancare alla celeberrima variante rosso porpora con l’Aperol, possono essere inseriti amari scuri come China Martini o Cynar. C'è poi lo Spritz bianco e la versione dello spritz analcolico.
Ufficialmente ci sono due ricette soltanto, unite dalla stessa preparazione. La ricetta veneziana prevede:
La ricetta ufficiale IBA, International Bartenders Association, varia leggermente:
La preparazione, come detto, è identica per entrambe le ricette: per preparare lo Spritz perfetto bisogna versare il vino in un bicchiere old-fashioned contenente abbondante ghiaccio, poi acqua frizzante, prosecco e bitter. Si può guarnire con una mezza fettina di arancia. La versione indicata da Aperol sul retro della bottiglia per l’Aperol Spritz indica il bicchiere da vino con lo stelo come bicchiere ideale per la preparazione dell’Aperol Spritz.