Se siete calabresi, se conoscete un calabrese o se siete stati almeno una volta in Calabria non avrete potuto fare a meno di notare che esiste una bibita praticamente sconosciuta nel resto d'Italia: la Brasilena. La storia di questo soft drink è molto interessante: non è che l'ultimo di una "stirpe" di bevande al caffè nate tutte nella regione di Pitagora.
Una bibita praticamente sconosciuta fuori dai confini di Calabria, Basilicata e Puglia, che ha però fatto la storia dei soft drink italiani: parliamo della Brasilena, la bevanda analcolica frizzante a base di caffè, un vero e proprio simbolo della Calabria.
Nata negli stabilimenti di Acqua Calabria, a Monte Covello in provincia di Catanzaro, la Brasilena è una bevanda davvero curiosa: frizzante come l'acqua tonica, ma al gusto di caffè. Nata negli anni ’80 questo drink calabrese si caratterizza anche per i formati disponibili, davvero unici: bottiglie di vetro da 18, 25 e 92 cl e lattine d'alluminio da 25 cl slim. Non esiste alcuna bevanda che abbia queste "misure" sul mercato italiano perché la Brasilena è unica, proprio come la terra che rappresenta. In realtà però il rapporto tra la Brasilena e la Calabria racconta molto più rispetto al semplice marchio: ai calabresi queste gassose al caffè piacciono davvero tanto ed è un affare che comincia all'inizio del secolo scorso.
La Brasilena è ancora oggi prodotta dall'azienda che l'ha inventata, Acqua Calabria, una compagnia diretta dalla famiglia Cristofaro fin dalla sua fondazione. Il caso di questo drink è davvero unico perché non tutti hanno sentito parlare di lui, ma qualunque calabrese sia capitato sulla vostra strada avrà tessuto le lodi di questa storica bevanda gassata al gusto di caffè, annoverata tra i soft drink in quanto analcolica. Per parlare della storia della Brasilena dobbiamo fare un passo indietro, a prima che Cesare Cristofaro, fondatore dell'azienda, inventasse questa bevanda. Dobbiamo parlare della passione che hanno i calabresi per il caffè frizzante, perché le gassose al caffè sono davvero un affare tutto regionale che meriterebbe uno studio sociologico.
Quello che sappiamo con certezza è che la prima gassosa al caffè risale addirittura al 1941, si chiamava Bibicaffè: una bevanda che ha fatto storia tanto da ricevere nel 1974 l'European Award Gold Mercury, un prestigiosissimo premio commerciale internazionale. Secondo alcune fonti storiografiche però, questo prodotto risalirebbe addirittura ai primi decenni del 1900 e sarebbe stata inventata da Vincenzo Ferrise a Lamezia Terme. La bevanda avrebbe avuto un successo clamoroso, così l'inventore avrebbe cominciato a produrla a livello "industriale" qualche anno dopo. Le virgolette sono necessarie: l'industria di Ferrise altro non era che un casolare abbandonato adibito a fabbrica e di certezze in questa storia ce ne sono poche.
Ad ogni modo, una volta immessa sul mercato, la bevanda ebbe subito un enorme successo, travalicando i confini regionali. Poco prima della Secondo guerra mondiale la compagnia perfezionò l'imbottigliamento in vetro inserendo una pallina che, spinta dal gas, chiudeva il collo della bottiglia per non far fuoriuscire il contenuto. L'industria si allargò e cominciarono a lavorare decine di maestranze per soddisfare le richieste sempre più numerose.
Contemporaneamente nacquero altre aziende concorrenti, con delle ricette simili ma inevitabilmente diverse: solo le famiglie De Sarro e Torchia (eredi di Bibicaffè) avevano la ricetta originale della prima gassosa al caffè. Arrivarono poi la Moka Drink nel 1948 in provincia di Cosenza, la Caffè Siesta e Acqua di Calabria. Di queste quattro grandi aziende l'unica che ha dovuto abbassare le serrande è stata proprio la De Sarro & Torchia per tutta una serie di vicissitudini familiari che hanno portato gli ultimi eredi, Antonella De Sarro e Valentino Torchia, a chiudere l'attività.
Per quanto riguarda Caffè Siesta e Moka Drink parliamo di due bevande molto forti sul mercato calabrese (probabilmente la prima vince addirittura sul mercato di Reggio Calabria) ma quella più riconosciuta a livello nazionale è senza dubbio la Brasilena, anche perché la famiglia Cristofaro è stata molto brava a esportare il prodotto all'estero: sebbene sia difficile trovare la bevanda più a nord della Campania, la Brasilena viene esportata in Albania, Canada, Stati Uniti, Cina e Australia. Anche i formati particolari in cui viene venduta hanno contribuito alla riuscita commerciale del prodotto: la Brasilena è un simpatico souvenir da portarsi dietro se si è emigranti o da regalare ad amici e parenti dopo un viaggio.
Ma come nacque questa bevanda al caffè? In una maniera piuttosto intuitiva: i rapporti tra la Calabria e il Sud America sono sempre stati floridi, i chicchi di caffè arrivavano a Napoli e poi nei porti calabresi, così molti baristi cominciarono a sperimentare il caffè in più versioni. Le gassose al caffè nacquero dalla voglia di offrire ai clienti qualcosa di nuovo e che contenesse una quantità di caffeina inferiore al classico espresso. I bar compravano il caffè, lo tostavano leggermente in magazzino e lo lasciavano in infusione nell'acqua frizzante. La bevanda era molto dissetante e tutti la chiamavano, molto semplicemente, "gazzosa al caffè".
Proprio così nasce anche la Brasilena, perfezionata negli anni ’60 con l'apertura di una fabbrica specializzata e successivamente, una decina d'anni dopo, con un innalzamento del livello dei prodotti. I chicchi della Brasilena diventavano man mano più ricercati e l'acqua usata diventò solo ed esclusivamente oligominerale calabrese. La forza della Brasilena sta tutt'oggi nella sua versatilità, perché si può bere sia "al naturale" sia nei drink (come il Black Jelly Bean e il Nero Italiano), e nella sua semplicità, visto che la ricetta prevede solo aromi naturali estratti dal caffè, messo in infusione nell'acqua oligominerale di Calabria.
Un altro fattore inconfondibile del marchio è sicuramente il packaging: i rimandi al Sud America, i colori e i dettagli tipici degli anni ’60 che fanno tornare alla mente delle estati che probabilmente nessuno ha mai vissuto; la quasi totalità delle bottiglie sono in vetro, visto che la Brasilena in lattina è merce rara. La bevanda di Acqua Calabria è sicuramente la dominatrice incontrastata del mercato, ma l'ossessione che hanno i calabresi per le gassose al caffè è qualcosa di davvero affascinante. A parte la motivazione storica, non c'è una vera logica che abbia portato lo sviluppo di questo tipo di drink nella regione. Si potrebbe dire anche il discorso opposto: come mai solo in Calabria c'è questa tradizione? Nessuno lo saprà mai, visto che sono passati 100 anni e nulla è saltato fuori. Non resta che goderci la freschezza della bevanda all'ombra di un ombrellone tra il Tirreno e lo Ionio.