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4 Marzo 2025 13:19

La Sicilia sta diventando un’isola tropicale: raddoppia la produzione di caffè e avocado

La Sicilia si reinventa e diventa un giardino tropicale nel cuore del Mediterraneo: un'agricoltura che guarda al futuro senza dimenticare le radici. Un monito, però, rimane: non ovunque queste colture fatte di mango e papaya attecchiranno. Il cambiamento è in atto, la saggezza è d'obbligo.

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Il cambiamento climatico sta trasformando la Sicilia in maniera profonda, rendendola sempre più simile a un giardino tropicale. Lì dove un tempo svettavano agrumeti e uliveti, oggi ci sono avocado, mango e perfino caffè. Un segnale evidente di questa trasformazione arriva da Balestrate, un piccolo comune sulla costa tirrenica che sta diventando la capitale italiana del mango. Come riportato dal Corriere della Sera, il fenomeno si sta diffondendo rapidamente in tutta la regione, grazie all’innalzamento delle temperature e a un mercato in espansione. Questo fenomeno arriva da molto indietro tra l'altro: già negli anni '80 aprirono, un po' in tutto il Sud, tantissime imprese per la produzione di kiwi e oggi l'Italia è il primo produttore d'Europa e terzo al mondo.

La città che ha soppiantato gli agrumeti coi manghi

Balestrate si trova tra Trapani e Palermo, conta 6.000 abitanti e ben 15 aziende agricole che hanno riconvertito i propri limoneti in terreni per il mango. Un'economia così florida che ha dato vita a un evento dedicato, "Le vie del mango", che si affianca alle celebrazioni tradizionali del paesino. Uno dei primi a fare questa trasformazione è stato Maurizio Arcuri, agricoltore che fino a pochi anni fa coltivava limoni, ma ha deciso di convertirsi alla produzione di mango. "Non sapevo nemmeno cosa fosse un mango, ma i limoni erano in difficoltà e i margini di guadagno si riducevano sempre di più" racconta Arcuri. "Una cassetta di limoni oggi vale 5 euro, mentre una di manghi, dello stesso peso, dieci volte tanto." Ora i suoi frutti raggiungono non solo il mercato italiano, ma anche quello tedesco e britannico, dove vengono apprezzati per la loro qualità, addirittura superiore a quella della produzione dello Sri Lanka (uno dei Paesi produttori più apprezzati).

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Al centro di questa storia c'è il cambiamento climatico che sta avendo un ruolo determinante nella rivoluzione agricola siciliana. Temperature sempre più alte, parassiti sconosciuti e piogge sempre più rare hanno reso insostenibile la coltivazione dei prodotti "classici". Mario Faro, uno dei più grandi produttori di avocado in Sicilia, conferma questa tendenza: "Abbiamo dovuto affrontare estati caldissime e inverni senza piogge. Temperature vicine ai 50 gradi le avevo vissute solo in Qatar". La sua azienda, situata tra Acireale e Taormina, ha convertito 50 ettari alla coltivazione di avocado e prevede di raddoppiarne l’estensione entro un anno.

Parallelamente, sulle colline alle spalle di Palermo, è nata la piantagione di caffè più a nord del pianeta, con una produzione sperimentale che in un solo anno è raddoppiata. Secondo Vittorio Farina, docente di agraria a Palermo, "il clima e il suolo sono un connubio ideale. Ma attenzione, il caldo estivo sarà la nuova sfida." La filiera corta, l'impronta di carbonio ridotta, la minore necessità di pesticidi sono vantaggi che il consumatore moderno apprezza e che questa rivoluzione sta portando in maniera naturale. Effettivamente gli avocado e i manghi Made in Sicily devono fare pochi chilometri per raggiungere il mercato nazionale "con una minore impronta di CO2 e un minor uso di pesticidi, fattori sempre più considerati dai consumatori" prosegue Farina ma "non basta ampliare senza criterio, serve puntare su qualità e sostenibilità."

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