La porchetta di Ariccia è un'eccellenza gastronomica italiana. Sapore inconfondibile, con un profumo inebriante e quel suono "scrocchiarello" che ci invoglia a prendere una fetta e piazzarla al centro di una bel panino. La porchetta è gioia e convivialità, per questo è diventata la regina delle sagre di tutto il Paese, un simbolo di passione, spensieratezza e libertà.
La porchetta di Ariccia è una specialità laziale invidiata in tutto il mondo e che tutto il mondo prova a imitare. Nessuno ci riesce perché la croccantezza della crosta, la sapidità della carne, quel magnifico colore che si perde tra il bianco e il rosa, l'uso sapiente di rosmarino, pepe e aglio, rendono la porchetta un prodotto unico, dall'eccellenza assoluta. Una sinfonia di sapori che inebria il palato e la mente, portando a galla ricordi di tempi passati. "Un bene da salvaguardare, un orgoglio, il cuore dei Castelli Romani" come ci dicono i proprietari delle fraschette di Ariccia. Vediamo tutti i segreti della porchetta di Ariccia, un prodotto identitario di una regione e di una nazione intera, riconosciuto con il marchio IGP.
La porchetta non è un salume, è un secondo piatto vero e proprio che "suona", che per essere assaporato pretende un'assoluta dedizione di tutti e 5 i sensi. La passione con cui i produttori e le fraschette selezionano e presentano la porchetta è commovente. C'è una ritualità, un sentimento che fa apprezzare questa pietanza a prescindere dal gusto. La porchetta può non piacere, ma difficilmente non si resta affascinati dal prodotto. Siamo tutti ammaliati dinnanzi a tanta abbondanza, è incantevole vedere come la porchetta venga coccolata da chi la maneggia, per offrire al cliente il miglior boccone della sua vita.
Spesso vediamo la porchetta alle sagre, con gli anni è diventata sinonimo stesso di questo tipo di manifestazione, un simbolo italiano di spensieratezza e libertà. Il profumo del maiale cotto si confonde con il brusio delle persone che passano del tempo insieme. Ma come viene fatta la porchetta? Storicamente viene usata solo la carcassa delle scrofe, più magra e saporita, per poi essere disossata e condita. Il suo peso intero è tra 27 kg e 45 kg mentre il peso del tronchetto, ovvero la porzione di mezzana, deve essere compreso tra 13 kg e 7 kg. Un gioiello di pregevole fattura, da gustarsi in tutta la sua magnificenza.