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3 Aprile 2024 16:30

La guerra dei biscotti: una sentenza “liberalizza” Gocciole, Abbracci, Pan di Stelle e altri

"Ormai sono di uso comune" secondo il Tribunale di Brescia che in secondo grado dà ragione a Tedesco e Sapori Artigianali, due aziende citate da Barilla per la contraffazione dei propri prodotti più iconici.

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In Italia si sta combattendo una guerra, fortunatamente senza spargimenti di sangue: è la guerra dei biscotti tra il colosso Barilla e le aziende Tedesco e Sapori Artigianali. Motivo del contendere sono le forme e i sapori dei biscotti ideati da queste ultime, troppo simili a prodotti ben più noti di Barilla, commercializzati sotto il marchio del Mulino Bianco e di Pavesi. In primo grado a spuntarla è stata proprio la multinazionale Barilla ma in secondo grado il Tribunale di Brescia premia le aziende Tedesco e Sapori Artigianali. Vediamo i dettagli della sentenza storica.

"Ormai sono di uso comune"

La notizia lanciata da Il Fatto Alimentare è storica perché Barilla ha registrato i marchi, la forma dei biscotti e della confezione, eppure il Tribunale di Brescia dice che le altre aziende possono "copiare".

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I nove tipi di biscotti "incriminati" sono:

  • Tondolotti, Amiconi, Raggi di Sole, Maramao, Armoniche, Gocciolotti, Cruschetti, Zuccheri, Tuorlini e Biscotti con cereali e frutta,
  • eccessivamente somiglianti a Macine, Abbracci, Campagnole, Molinetti, Galletti e Tarallucci, i Pan di Stelle, le Gocciole Pavesi, e Gran Cereale e i Gran Cereale Frutta.

In primo grado Barilla ha detto di essere titolare dei "marchi di forma" dei biscotti e che dovrebbe usare in esclusiva questi prodotti, cosa che invece non avviene a causa delle "imitazioni". Barilla lamenta anche un packaging troppo simile a quello del Mulino Bianco e questo sarebbe un "illecito concorrenziale, a causa dell’utilizzo di mezzi non conformi alla lealtà commerciale e dell’idoneità a danneggiare l’altrui azienda".

In primo grado il giudice accoglie le richieste della multinazionale e vieta la vendita dei summenzionati biscotti perché hanno una forma troppo simile e perché hanno una confezione che può trarre in inganno i consumatori. È stato così richiesto un riesame con il ribaltone della vicenda giudiziaria a favore della Tedesco e della Sapori Artigianali. In secondo grado il giudice parla di "volgarizzazione" della forma: ormai troppi produttori usano queste forme e quindi l'estetica del biscotto non può più essere una discriminante per i clienti perché non è più una "funzione distintiva propria del marchio". Gli avvocati della Tedesco "sono riusciti a così a dimostrare che, per ogni tipo di biscotto per il quale Barilla chiedeva tutela, sono in vendita nei supermercati decine di prodotti con la medesima sagoma o aspetto analogo. In genere si tratta di prodotti firmati da catene di supermercati (Coop, Esselunga, Conad) o da altre aziende concorrenti (Balocco, Scotti, Campiello, Lazzaroni)". Per lo stesso principio anche il packaging non è più una discriminante: esistono decine di confezioni simili tra loro, quindi il tutto è di uso comune.

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