Un iter durato ben 7 anni per dimostrare che Umbria e Toscana non avessero maiali infetti da un virus molto pericoloso e praticamente sconosciuto negli Stati Uniti: ora è tutto risolto e gli americani potranno assaggiare Finocchiona Igp e Prosciutto di Norcia Igp.
Negli Stati Uniti sbarcano finalmente la Finocchiona Igp e il Prosciutto di Norcia Igp: anche gli americani potranno gustare due delle migliori eccellenze del nostro Paese, salumi che rappresentano perfettamente la storia e la cultura gastronomica del Centro Italia. Via libera a partire da fine ottobre: sarà bello vedere tanti italo-americani alle prese con questi due prodotti che, magari, potrebbero aver sentito solo nelle descrizioni dei propri antenati.
Le norme di import-export sono molto delicate in tutto il mondo: si parla quasi sempre di economia e tasse ma ignoriamo alcuni procedimenti atti a salvaguardare l'ecosistema locale. I singoli Stati devono evitare le contaminazioni esterne, che possono arrivare tramite prodotti enogastronomici. Parliamo solitamente di virus in grado di "viaggiare" nei prodotti, soprattutto nei salumi freschi e nei formaggi. L'iter per questo caso specifico sarà concluso a fine ottobre: gli organi federali statunitensi hanno infatti riconosciuto Umbria e Toscana come "territorio indenne dalla malattia vescicolare suina" e avviato la procedura di accoglimento (che si concluderà il 23 ottobre) del prodotto, con la pubblicazione del decreto sul Federal register.
Questa malattia infettiva dei suini è molto pericolosa ma in Italia le zone localizzate sono relativamente ristrette: solo Campania e Calabria presentano dei capi ammalati, di conseguenza molti maiali hanno sviluppato degli anticorpi che proteggono i propri simili nella maggior parte dei suini del nostro territorio. In America invece la malattia non è quasi arrivata e questo espone i maiali a rischi incalcolabili.
Le due regioni hanno così avviato l'iter finale di 60 giorni per dimostrare che l'importazione di Finocchiona Igp e Prosciutto di Norcia Igp non comporta rischi per la fauna locale e siamo arrivati in dirittura d'arrivo.
Grande è la soddisfazione del presidente del Consorzio Tutela della Finocchiona Igp, Alessandro Iacomoni, che al Sole 24 Ore dice di aspettarsi grandi cose da questa apertura: "Abbiamo stimato che 250 mila chili annui di Finocchiona Igp, pari al 13% della produzione attuale, potranno approdare sul mercato Usa".
Il risultato è molto importante: abbiamo parlato di "iter finale" perché in realtà il procedimento per esportare prodotti suini in America è lungo ed estenuante. Questo è cominciato addirittura nel 2016 per dimostrare che le due regioni interessate fossero libere dalla malattia vescicolare, condizione necessaria per incassare il via libera all'ingresso sul mercato di un salume fresco. Ci sono stati 7 anni di incontri e scontri tra i consorziati e l'ambasciata degli Stati Uniti, con un interessamento diretto del console USA a Firenze e del nostro Ministero degli Esteri. Un lavoro di collaborazione per tutelare tutte le parti in causa e permettere a tutti gli statunitensi di assaggiare due salumi unici al mondo come la finocchiona e il prosciutto di Norcia.