Secondo Altroconsumo la migliore capsula per le macchine da caffè casalingo sono quelle di Caffè Corcovado espresso cremoso. La peggiore invece è Bondi Caffè cremoso.
In Italia il caffè non è solo una bevanda, è un rituale, un gesto quotidiano che scandisce i momenti più importanti della giornata. Dal primo sorso al mattino, fino all'immancabile espresso dopo pranzo, per molti italiani rinunciare a un buon caffè è semplicemente impensabile. Eppure, con l’avvento delle macchine automatiche e la diffusione delle capsule compatibili, il modo di preparare il caffè è cambiato radicalmente. Con un’offerta così ampia, sorge spontanea la domanda: quali sono le migliori capsule di caffè? A fare chiarezza ci ha pensato Altroconsumo, l’associazione italiana per la tutela dei consumatori, che ha analizzato in laboratorio alcune tra le più diffuse capsule in commercio, valutandone qualità, sicurezza e gusto.
A conquistare il titolo di miglior acquisto secondo Altroconsumo è il Caffè Corcovado espresso cremoso, capsule compatibili Nespresso, che ha ottenuto un punteggio complessivo di 67 su 100. Il suo punto di forza? Un equilibrio convincente tra qualità e prezzo: solo 0,14 euro a capsula ma la capsula di caffè migliore in assoluto per qualità complessiva è un’altra, le Coop Espresso Classico (compatibili Nespresso), che ottengono 76/100. A colpire è il loro aroma ben bilanciato, insieme a una struttura pulita e persistente. Il prezzo? 0,22 euro a capsula, decisamente competitivo per la qualità offerta. Seguono, a brevissima distanza, due nomi molto noti nel panorama del caffè: le Nespresso Ristretto, che si piazzano al secondo posto con un punteggio di 75/100 (0,45 euro a capsula), e le L’Or Espresso Ristretto con 74/100, a un prezzo medio di 0,37 euro.
Completano la top five altri grandi classici dell’espresso all’italiana: Segafredo Zanetti Espresso Classico (73/100, 0,34 euro a capsula), Nespresso Arpeggio (71/100, 0,45 euro), Caffè Vergnano 1882 espresso cremoso (71/100, 0,31 euro) e Gimoka Espresso Sublime (71/100, 0,34 euro). Tutti prodotti capaci di coniugare una buona esperienza sensoriale a standard qualitativi soddisfacenti. Per chi utilizza macchine Dolce Gusto, la migliore opzione è rappresentata dalle Lavazza Espresso Cremoso: con un punteggio di 68/100 e un prezzo di 0,33 euro a capsula, si distinguono per una crema compatta e un profilo aromatico ben riconoscibile.
Ma non è tutto oro ciò che luccica. In fondo alla classifica, infatti, troviamo diverse capsule che deludono per qualità e gusto: Caffè Bernini Oro di Napoli, Caffè Forsini 1950 cremoso, Bellarom (Lidl) Espresso Barista e Caffè Trinca miscela cremoso, tutte ferme a un punteggio di 59/100. A chiudere la classifica, con 58/100, è il Bondi Caffè cremoso.
Quindi in definitiva possiamo dire che se possiedi una macchina Nespresso, le capsule Coop Espresso Classico o il Caffè Corcovado rappresentano due ottime scelte. Se invece sei un fedele della Dolce Gusto, le Lavazza Espresso Cremoso ti garantiranno un’esperienza soddisfacente.
L’indagine di Altroconsumo non si è limitata a un semplice test di gradimento. Le capsule sono state sottoposte a una valutazione scientifica basata su parametri oggettivi. Si è analizzato, ad esempio, il tenore di umidità, un indicatore chiave per la conservazione e la freschezza del prodotto. È stato misurato il contenuto di ceneri, che può suggerire la presenza di materiali minerali estranei, e si è valutato l’estratto acquoso, ovvero la quantità di sostanza solubile in acqua, strettamente legata alla corposità dell’espresso.
Un altro aspetto fondamentale considerato è la presenza di contaminanti come l’ocratossina A (una micotossina potenzialmente pericolosa) e l’acrilammide, sostanza che si sviluppa durante la tostatura e che può avere effetti nocivi sulla salute se presente in grandi quantità. Inoltre, Altroconsumo ha considerato anche l’impatto ambientale degli imballaggi, premiando le capsule più sostenibili. Infine, ma non certo per importanza, il giudizio sul gusto: il test sensoriale è stato affidato a un panel composto da consumatori abituali e giudici esperti, per simulare un’esperienza reale. L’assaggio ha inciso per il 40% sul punteggio finale, seguito dalle analisi qualitative (28%), la valutazione dei contaminanti (12%) e infine le considerazioni su etichetta e imballaggio (10%).