Cosa sono gli ormoni e perché si usano negli allevamenti intensivi? Perché in Europa e in Italia sono vietati? Ecco tutto quello che devi sapere in merito a un tema su cui circola molta disinformazione.
Sfatiamo un mito che ogni tanto torna a circolare: quello degli ormoni nella carne. Si tratta di una convinzione abbastanza radicata che periodicamente torna come allarme, fomentato da qualche fake news, malgrado l'uso di ormoni, e in particolare di estrogeni anabolizzanti, sia stato bandito già dal 1988 dall'Unione Europea e, di conseguenza, dai suoi Stati membri. Ma cerchiamo di capire cosa sono gli ormoni, perché si somministrano negli allevamenti intensivi e perché da noi sono assolutamente vietati.
Gli ormoni sono sostanze chimiche prodotte naturalmente dal corpo degli animali (e in quello umano) e svolgono diverse funzioni vitali, tra cui la regolazione della crescita, dello sviluppo, della riproduzione e del metabolismo. Nell'allevamento intensivo, gli ormoni vengono utilizzati per aumentare la crescita e la resa degli animali, con l'obiettivo di massimizzare la produzione di carne e altri prodotti di origine animale. Esistono diversi tipi di ormoni usati in questo settore:
Come detto nel 1988 l’Unione Europea ha bandito l'uso di ormoni della crescita sugli animali per le carni destinate al consumo umano: un divieto che vale anche per le importazioni da altri paesi dove il loro uso è consentito. L'uso di anabolizzanti, in particolare, è una pratica molto criticata nel mondo: in Europa è illegale e, quando si verifica al di fuori della legge, determina una condizione potenzialmente pericolosa per l'essere umano.
Un caso diverso è invece l'uso di ormoni a scopi terapeutici in singoli animali, per il trattamento dei disturbi della fertilità e altri problemi riproduttivi. In questo caso, è permesso l'uso di alcuni specifici farmaci, regolamentato da norme precise, sotto stretto controllo veterinario e per un periodo determinato, in modo che ci sia il così detto "tempo di sospensione": un periodo necessario prima che l'animale venga macellato o che i prodotti derivati vengano commercializzati di nuovo, così da ridurre al minimo o eliminare del tutto la presenza di eventuali residui.
Ma perché gli ormoni sono ritenuti rischiosi? L'uso di ormoni nelle carni destinate al consumo umano è ritenuto pericoloso per la salute ma anche dannoso per l'ambiente.
L'Agenzia per la Sicurezza Alimentare Europea (EFSA) ha pubblicato un rapporto annuale che analizza gli eventuali residui di farmaci veterinari, pesticidi e contaminanti negli animali e nei prodotti derivati: su più di 600 mila campioni analizzati, solo lo 0.18% è risultato non conforme agli standard imposti dalle leggi comunitarie. La ricerca ha vagliato 600320 campioni raccolti nel 2022 dagli Paesi membri dell’Unione Europea, dall’Islanda e dalla Norvegia, per valutare i livelli di un’ampia varietà di sostanze: non solo ormoni ma anche altre sostanze, fra cui pesticidi residuati dai mangimi e antibiotici. Sui campioni analizzati, solo lo 0,18% è risultato “non conforme”: significa che questo 0,18% presentava concentrazioni che per le sostanze analizzate andavano oltre i limiti di legge.
Ci sono però alcuni paesi in cui l'uso degli ormoni è ammesso, o parzialmente ammesso. In particolare sono Cina, Argentina e Brasile gli Stati in cui l'uso di ormoni non è vietato per legge e in cui se ne fa un uso più o meno importante (soprattutto Cina e Brasile), mentre altri paesi come Canada, Australia e Stati Uniti li ammettono parzialmente. Nello specifico il Canada ha vietato l'utilizzo di ormoni anabolizzanti nella produzione di carne bovina destinata all'esportazione verso l'Europa, l'Australia ha vietato l'utilizzo di ormoni anabolizzanti negli ovini e nei suini (ma è consentito un loro uso limitato nei bovini), negli Stati Uniti è permesso negli animali da allevamento, con alcune restrizioni.