I ristoratori romani, in particolare i titolari di bar e pub, hanno svuotato le birre scadute in Piazza Trilussa in segno di protesta contro la chiusura alle 18 voluta dall'ultimo Dpcm. Il presidente Conte ha fatto una battuta con i manifestanti prima del flash mob: "Scommettiamo una birra, sarete tutti contenti degli aiuti messi in campo".
Le birre scadute lasciate scorrere sui sampietrini di Piazza Trilussa come del sangue che scorre tra le vie di Roma. Figurativamente il sangue è quello dei ristoratori romani, in particolare quelli dei pub e dei cocktail bar a cui la cui chiusura alle 18 voluta dall'ultimo decreto di Conte taglia completamente le gambe.
Il flash mob ha radunato decine di commercianti che hanno manifestato contro la chiusura anticipata di ristoranti, bar, pasticcerie e pizzerie. La Regione Lazio è inoltre una di quelle regioni che ha deciso di attuare un coprifuoco, dalle 24 alle 5 del giorno dopo e la sindaca di Roma, Virginia Raggi, nei giorni scorsi ha disposto la chiusura di alcune zone molto frequentate dalla movida.
Gli imprenditori scesi in piazza si sono mostrati "risentiti" da questo provvedimento, al grido di "noi non siamo la movida" ma hanno affermato con forza che "non ci arrendiamo. Questo lavoro è fatto soprattutto per passione".
Il sentimento che più fuoriesce dalle piazze in questi giorni è quello della delusione. I ristoratori si sentono traditi dalle misure messe in atto da Giuseppe Conte che ha prima chiesto loro di rendere sicuri i locali per poi farli chiudere di nuovo. Riccardo Battistini, del Ristorante Dodo, con voce rotta dalla rabbia afferma che "ci abbiamo creduto, all'inizio ci abbiamo creduto. Sono passato dall'avere 35 posti a 20″. Roberta Pepi, segretaria nazionale del Movimento Imprese Italia, chiede chiarezza perché "nessuno può dimostrare che le persone si sono ammalate all'interno dei nostri locali. Il presidente Conte ha fatto una battuta con noi, dicendo che avrebbe fatto una scommessa. Una birra con noi, a dicembre, dicendo che saremmo stati contenti delle misure messe in campo. Queste misure non le abbiamo ancora viste".
Purtroppo molti lavoratori aspettano ancora gli aiuti del decreto di aprile, mentre proprio in questi giorni è stato emanato il Decreto Ristori che mette sul piatto dei contributi ben 5 miliardi di euro. Nonostante la delusione, la forza di questi pacifici manifestanti è stata prorompente e un messaggio si è elevato dal gruppo: "Io non mi arrendo, non ci penso nemmeno!".