Noi italiani buttiamo 524 grammi in media di cibo ogni settimana: ovvero quasi 1 piatto di pasta al giorno. Non si tratta solo di una questione di costi: lo spreco di cibo è un problema che dà luogo a gravi disparità sociali, oltre che a danni ambientali irreparabili. Ecco 10 consigli per imparare a tagliare drasticamente gli sprechi in cucina.
Quasi un piatto di pasta al giorno: è quello che spreca mediamente ogni italiano. A dirlo è l'osservatorio Waste Watcher, che come ogni anno rilascia i dati per la Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, istituita nel 2014 dalla campagna Spreco zero con il Ministero dell'ambiente.
L'Italia è un Paese che spreca molto cibo: a dirlo non solo il report di Waste Watcher, ma anche una serie di ricerche europee e internazionali che ci classificano in maniera impietosa. Secondo i dati della World Organization for International Relations il Belpaese ha buttato, in senso letterale, ben 272 milioni tonnellate di cibo negli ultimi 20 anni.
Se pensi che il problema dello spreco di cibo sia inerente solo alla questione alimentare ti sbagli di grosso: a livello globale, infatti, lo spreco alimentare è infatti responsabile di 5 miliardi di tonnellate di gas serra emessi in atmosfera e di un consumo di acqua pari a circa 200 miliardi di metri cubi, oltre che della denutrizione grave di circa 828 milioni di uomini, donne e bambini in ben 55 Paesi. Tutto questo, dunque, crea un problema a livello globale, pesando sui Paesi che già soffrono di più.
Ecco quanto sprecano gli italiani, cosa sprecano, perché e come porre rimedio a questo disastro.
Sono diversi gli studi che si concentrano sugli sprechi alimentari negli ultimi anni, segno di quanto sia diventato impellente il problema: secondo un'analisi della sezione italiana della World Organization for International Relations l'Italia conta 272 milioni tonnellate di cibo buttate negli ultimi 20 anni. Lo studio attesta inoltre come lo Stivale sia il Paese più “sprecone” d’Europa: dopo di noi la Spagna, con 235 milioni di tonnellate di cibo buttato, e la Germania, che negli ultimi 20 anni ha sprecato 230 milioni di tonnellate.
Il primato dell'Italia è saldo soprattutto nel segmento frutta e verdura, alimenti che sprechiamo di più di tutti i cittadini europei. Siamo secondi nello spreco di cereali e colture oleaginose (semi, compresi quelli usati per l'olio) con 1 milione di tonnellate di spreco medio annuo: appena prima di noi la Germania, che ne butta il doppio. L’Italia è terza, dopo Germania e Francia, per gli sprechi di prodotti caseari e uova, rispettivamente 800 mila e 188 mila tonnellate, ma anche per lo spreco di pesce, da 400 mila tonnellate, e di barbabietola da zucchero (280 mila tonnellate), in quest'ultimo caso dopo Spagna e Francia.
Se rispetto all'Europa siamo fra i più spreconi, rispetto al “G8 dello spreco alimentare” – ovvero ai Paesi industrializzati che fanno parte del G8 – l’Italia resta la nazione più virtuosa: in questo caso sono i cittadini americani a sprecare di più, con quasi un chilo e mezzo di cibo buttato a settimana (1453 grammi), seguiti dai cinesi (1153 grammi), dai canadesi (1144 grammi), dai tedeschi (1081 grammi) e dagli inglesi (949 grammi).
Il 5 febbraio l’Italia celebra la decima Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, istituita nel 2014 dalla campagna Spreco zero con il Ministero dell'ambiente. Secondo i dati dell'osservatorio internazionale Waste Watcher, sezione italiana, lo spreco alimentare settimanale individuale è pari a 524,1 grammi in media (dato calcolato sugli ultimi sette giorni dalla domanda). Quasi 524 grammi a settimana, che corrispondono a quasi 1 piatto di pasta al giorno, letteralmente buttato in pattumiera.
In particolare, cosa sprechiamo?
Sono il Sud e le Isole a sprecare di più, con un 8% in più rispetto alle aree del Nord Italia. In particolare al Sud sprecano di più i single (+38%), che abitano nei piccoli comuni (+12%).
Ancora più importante di cosa sprechiamo è il perché: quali sono le ragioni che ci inducono a buttare determinati prodotti? Secondo lo studio di Waste Watcher, le motivazioni principali sono:
Come fare allora ridurre questo eccessivo spreco di cibo, che danneggia non solo i nostri portafogli ma anche l'ambiente e le persone più in difficoltà? Ci sono una serie di comportamenti che possiamo mettere in atto e che influiscono sia sulle strategie di acquisto sia su quelle di consumo. Vediamole nel dettaglio.
Arrivare al supermercato affamati è una delle cose che ci induce di più a comprare eccessivamente, sprecando poi il cibo. Fai una lista della spesa prima, organizzata sui pasti settimanali che pensi di cucinare e sul numero dei commensali: ti aiuterà a tenere il focus e risparmierai anche qualcosa. Ricorda che anche adottare una dieta sana e sostenibile ci aiuta a ridurre gli sprechi, ad esempio privilegiando la stagionalità dei prodotti.
Per evitare di buttare prodotti freschi come frutta e verdura la cosa migliore da fare è recarsi spesso al mercato/supermercato e comprare solo quello di cui si ha bisogno nei giorni a venire, senza fare scorte di alimenti che si deteriorerebbero subito. Invece, periodicamente, possiamo acquistare prodotti a lunga scadenza: farina, pasta, latte a lunga conservazione, passate di pomodoro, conserve e così via. Attenzione anche in questi casi: è vero che la scadenza è datata nei mesi a venire, ma è anche vero che una volta aperti anche questi prodotti si deteriorano velocemente, soprattutto se non conservati al meglio.
Gli acquisti superficiali sono più diffusi di quanto non si possa pensare. Capita di prendere in fretta e furia qualche prodotto per poi rendersi conto che è quasi scaduto: è meglio soffermarsi più tempo e guardare bene le etichette dei prodotti. Ricorda inoltre che un prodotto scaduto da un giorno, se riporta la dicitura "consumare preferibilmente entro" è sicuramente ancora buono.
Puoi provare a risparmiare denaro approfittando delle offerte dei prodotti in scadenza, di solito al 50% del prezzo ordinario: in questo modo contribuirai a ridurre anche gli sprechi dei negozianti. Quando torni a casa, però, consuma subito il prodotto in scadenza, altrimenti il vantaggio verrà disperso.
Davanti al banco della frutta non scegliere necessariamente i prodotti più belli, anzi è probabile che il sapore sia più buono proprio in frutta e verdura acciaccata.
Se hai comprato frutta e verdura fresche – ma vale anche carne, pesce, salumi, formaggi e tutto ciò che va a male in pochi giorni – ricordati di consumare prima questi prodotti prima di quelli a lunga conservazione. Non ha senso aprire un barattolo di pesto e farsi una pasta quando hai comprato delle ottime verdure di stagione.
Anche quando cucini puoi attuare delle strategie anti spreco, prima delle quali valutare le quantità non solo degli ingredienti, ma anche del cibo totale che preparerai per i commensali. A tutti piace vedere una tavola ricca e imbadita, piace meno vedere il secchio dell'umido stracolmo di pietanze ancora buone.
Se hai cucinato troppo riciclare gli avanzi è l'unica soluzione: ma è una buona abitudine in generale. Non si parla solo di scarti, con cui puoi preparare brodi, zuppe, minestre e così via, ma anche dei piatti già finiti che, con un pizzico di fantasia, possono essere trasformati in nuovi manicaretti ancora più golosi: la tradizione italiana in questo caso ti verrà in aiuto.
Se hai comprato troppi prodotti o hai cucinato per un esercito pur essendo in due la cosa migliore da fare è porzionare e congelare: in questo modo eviterai gli sprechi e avrai sempre a portata di mano qualcosa per improvvisare una cena. Quasi tutto si può congelare: non solo carne e pesce ma anche pane e lievitati, frutta e verdura, una buona parte dei formaggi e molto altro ancora. Non pensare solo al cibo crudo, ma anche agli avanzi dei cibi cotti, che ti verranno in aiuto quando avrai poco tempo per cucinare. Naturalmente, anche in questo caso, ricorda che il cibo non può stare per sempre in freezer.
Il potere del passaparola è più vivo che mai: se vuoi che gli altri mettano in pratica comportamenti virtuosi riducendo gli sprechi, oltre a dare l'esempio, è bene spiegare anche perché e quali sono le conseguenze di questo problema. Una volta consapevoli di quanto si può incidere sulla riduzione degli sprechi, amici e parenti seguiranno ben volentieri la tua filosofia.