Inviati semi di due differenti specie sulla Stazione Internazionale. Saranno sottoposti alle condizioni estreme dello spazio, per poi essere coltivati ed esaminati una volta tornati sulla Terra. L'esperimento volto a individuare un'agricoltura alternativa capace di resistere al cambiamento climatico.
L'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) e l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) hanno lanciato pochi giorni fa semi in orbita, direzione Stazione Spaziale Internazionale. L'obiettivo? Testare e valutare l'efficenza di una possibile agricoltura alternativa, al fine di sviluppare colture in grado di adattarsi al cambiamento climatico in atto sulla Terra. Dopotutto gli effetti della siccità di questa estate ancora li abbiamo negli occhi: laghi e fiumi prosciugati, piantagioni in evidenti crisi idriche e agricoltori in difficoltà hanno dato vita a una crisi di settore senza precedenti.
I mesi appena trascorsi sono stati i più caldi dell'ultimo mezzo millennio e in tante zone, in Italia come in Europa, ancora si sta pagando il conto delle alte temperature e della siccità. Per questo si stanno cercando di ottimizzare agricolture alternative, capaci di resistere e adattarsi al climate change in atto sul nostro pianeta. Proprio a tal fine l'Aiea e la Fao stanno collaborando con le diverse agenzie spaziali che gestiscono l'Iss per trasformare, per così dire, la Stazione Spaziale Internazionale in una sorta di grande laboratorio agricolo orbitante.
Nello specifico sono stati spediti nello spazio semi di Arabidopsis (detta anche arabetta comune) e sorgo. La prima è una pianta usata negli esperimenti genetici per via delle sue caratteristiche uniche, il secondo invece è un grano ricco di sostanze nutritive utilizzato sia per l'alimentazione umana sia quella animale. Come informa la International Atomy Energy Agency i semi saranno esposti all'interno e all'esterno della Stazione Spaziale per circa tre mesi a condizioni estreme (e non replicabili sulla Terra), tipiche dello spazio. Principalmente microgravità, una miscela di radiazioni cosmiche e temperature decisamente basse. Concluso questo primo periodo in orbita i semi torneranno sulla Terra e gli scienziati li coltiveranno, esaminandoli, ricercando tratti utili per comprendere meglio le mutazioni indotte dallo spazio. Con l'obiettivo di identificare nuove varietà di sementi in grado di adattarsi alle mutevoli condizioni terrestri date dai cambiamenti climatici, arrivando a sviluppare così nuove varietà di colture agricole.
"Secondo il rapporto speciale dell'Ipcc sui cambiamenti climatici e la terra – si legge nella nota dell'International Atomy Energy Agency – la stabilità dell'approvvigionamento alimentare mondiale diminuirà in futuro, colpendo gravemente le persone più vulnerabili. Le nuove varietà di colture dallo spazio potrebbero aiutare gli agricoltori e i responsabili delle decisioni, che hanno bisogno di apportare modifiche sostanziali e investimenti per adattarsi a un clima che cambia, per sostenere la produzione e la qualità degli alimenti".