In Inghilterra hanno ideato e costruito un robot in grado di assaggiare le pietanze, restituendo un giudizio sul loro grado di sapidità. Un automa in grado di capire se un piatto ha troppo o poco sale: il primo esperimento con pomodori e uova strapazzate.
In Inghilterra un robot è stato costruito e istruito ad assaggiare il cibo e, tramite un processo di masticazione che si “ispira” a quello umano, giudicare se quella pietanza sia o meno buona.
In un eventuale futuro in cui, chissà, potrebbero esserci i robot a prepararci pranzi e cene al ristorante o a casa, non ci sarà nemmeno bisogno dell’intervento umano per giudicare il gusto delle pietanze realizzate. Questo stando almeno all’ultima trovata dell’Università di Cambridge, dove hanno messo a punto un automa (di fatto, una sorta di braccio meccanico) in grado, addirittura, di assaggiare i piatti e valutare il loro grado di salinità.
È l’ultima trovata nel campo dell’innovazione gastronomica: dopo la stampante 3d in grado di preparare il tiramisù, il robot che realizza e serve i gelati a Seul e il ristorante modulare con gli automi come personale ora arriva quello capace di sostituirsi all’uomo per assaporare e valutare il grado sapido di questa o quella preparazione. Il tutto attraverso la simulazione della masticazione umana, effettuata dallo stesso robot.
Il macchinario inventato in Inghilterra, insomma, sarebbe in grado di giudicare se un piatto è buono o meno. Prima di dire come questo sia il tramonto del fattore umano in cucina ce ne passa, e ce ne vuole, ma la realtà dei fatti è questa. Un’innovazione, ovviamente, utile in quelle circostanze future (prossime o remote) in cui saranno, o potranno essere, i robot a realizzare le pietanze, con annessa funzione che permette di valutare il sapore di un piatto. Tutto ciò avviene grazie a dei particolari sensori (il termine tecnico è sensore di conduttanza) capaci di simulare il compito delle papille gustative umane.
Dagli studi condotti, inoltre, sembra che il robot sia in grado di giudicare il gusto di una pietanza più velocemente rispetto a un essere umano. Nello specifico, gli studiosi di Cambridge hanno sottoposto al robot assaggiatore nove varianti di un piatto con uova strapazzate e pomodori (qualcosa che solo gli inglesi, o dei robot appunto, potrebbero mangiare), restituendone un giudizio per ogni sua versione. “Se i robot verranno usati per la preparazione dei cibi, è importante che siano capaci di assaggiare quello che cucinano”, hanno ammesso gli autori dello studio.
Una domanda di fondo però rimane: quali sono i parametri di giudizio con i quali è stato settato il robot? In base a cosa giudica l’eccessivo o meno uso di sale? Noi, per rimanere quanto più “umani” possibile, abbiamo creato una guida su come poter utilizzare questo delicato ingrediente in cucina.