Il progresso scientifico e tecnologico permette di riportare 'in vita', si fa per dire, animali estinti da 10.000 anni. È quanto accaduto grazie a una ditta australiana, capace di creare in laboratorio una polpetta di mammut. Ma non si può mangiare.
Mentre in Italia si è deciso di fare la guerra alla carne sintetica, con tanto di disposizioni governative che vietano la produzione e commercializzazione di questo prodotto, nel mondo si dimostrano ben più progressisti di noi ed evidentemente pure più creativi. Se qualche mese fa avevamo parlato della realizzazione di bistecche di carne di zebra, leone ed elefante prodotte in vitro, senza torcere un pelo agli animali, in Australia hanno deciso di alzare ulteriormente l'asticella.
Un'azienda locale infatti ha dato vita a una polpetta non solo a base di carne sintetica, ma a base di carne sintetica capace di ricreare il sapore (forse) di un animale estinto da quasi 10 mila anni. I tecnici dell'azienda Vow hanno trovato il modo di ricreare in laboratorio la carne di mammut, partendo dal recupero di cellule del grosso esemplare che viveva nelle steppe dell'Asia e dell'America Settentrionale. Una polpetta presentata lo scorso martedì al Nemo, un museo della scienza nei Paesi Bassi. Ma come ha fatto questa azienda australiana a ridare vita, si fa per dire, alla carne di mammut? La quale, specifichiamo, non è destinata comunque a essere consumata. Niente spaghetti con meatballs di mammut insomma.
Ricreare in vitro la carne, coltivata, non solo senza passare attraverso la sofferenza animale, ma farlo da un animale ormai estinto da tempo. È la provocazione lanciata da questa azienda australiana capace di realizzare in laboratorio una polpetta di mammut. Tim Noakesmith, cofondatore di Vow, ha spiegato così la scelta della specie animale: "Abbiamo scelto il mammut lanoso perché è un simbolo della perdita di diversità e un simbolo del cambiamento climatico". Fermi tutti però: questa polpetta speciale non potrà essere consumata, nessuno avrà il piacere di assaporarla. Il motivo? Di salute: "Non abbiamo visto questa proteina per migliaia di anni – ha detto Ernst Wolvetang, professore dell'Australian Institute for Bioengineering al The Guardian – quindi non abbiamo idea di come reagirebbe il nostro sistema immunitario quando la mangiamo". L'azienda è al lavoro sulla produzione di altre carni, di animali contemporanei, destinate al consumo umano. Tra queste quelle di quaglia giapponese (la prima a essere commercializzata)
In tutto ciò, però, come hanno fatto gli australiani a ricreare la carne di un animale estinto? Come hanno specificato in fase di presentazione i responsabili del progetto è stato: "… necessario ricreare la mioglobina del mammut, una proteina muscolare chiave per conferire alla carne il suo sapore, mentre le lacune sono state colmate tramite il materiale genetico di un elefante".