Il Washington Post fa arrabbiare gli italiani su una ricetta dell’amatriciana ma è presente sul sito da 30 anni

Quando un colosso dell'informazione come il Washington Post si occupa della cucina italiana, l'attenzione è massima e noi non siamo mai carini con gli stranieri quando si parla di tradizione. Il quotidiano americano ha dedicato uno spazio all'amatriciana, uno dei piatti più iconici della nostra tradizione: al centro dell'articolo, il ristorante Cacciani di Frascati, un'istituzione nel panorama gastronomico locale. Tuttavia, la ricetta riportata ha scatenato un'ondata di critiche da parte degli appassionati: nella preparazione dei bucatini all’amatriciana sarebbero stati utilizzati ingredienti  come cipolla, aglio e persino basilico. Il titolare ha commentato laconicamente con un "Mah… avranno capito male", smentendo l'articolo del Washington Post. La vera domanda è però un'altra: sul sito del giornale, questo articolo è presente da febbraio 1993 ed è stata ripubblicata lo scorso anno, identica. Ce ne siamo accorti dopo 30 anni che è sbagliata?

La ricetta autentica secondo Cacciani

Il giornale statunitense ha attribuito alla ricetta dell'amatriciana ingredienti come cipolla, aglio e basilico, elementi decisamente estranei alla tradizione: aglio grattugiato, una cipolla e un cucchiaio di basilico tritato, quest’ultimo facoltativo, si legge. Una scelta che ha sorpreso e amareggiato Paolo Cacciani, proprietario del ristorante. "Mah, avranno capito male", ha commentato lo chef, smentendo categoricamente l'utilizzo di questi ingredienti nella sua cucina. Passi anche il basilico, che lo si può trovare di tanto in tanto ma la cipolla e l'aglio tritato davvero non capiamo dove l'avrebbero potuto leggere i colleghi americani.

Per Cacciani l'amatriciana è un piatto che si tramanda di generazione in generazione, preservando intatta la sua essenza. La ricetta originale prevede pochi, ma selezionati ingredienti: guanciale, pomodoro, pecorino romano e peperoncino. Il segreto sta nella semplicità e nella qualità delle materie prime.

Il guanciale, rosolato fino a diventare croccante, rilascia il suo grasso che va a insaporire il sugo di pomodoro. Il pecorino romano, grattugiato fresco, aggiunge una nota sapida e avvolgente. E il peperoncino, dosato con cura, dona un tocco di piccantezza. "L'equilibrio è tutto", afferma Cacciani, "Un perfetto connubio tra acidità del pomodoro, sapidità del pecorino e grassezza del guanciale". Il titolare del ristorante sottolinea l'importanza di rispettare la tradizione culinaria, come riporta Il Corriere della Sera. "Puoi variare, ma sempre con rispetto per la qualità degli ingredienti", afferma. L'aggiunta di cipolla o aglio può essere una scelta personale, ma non rientra nella ricetta classica. Resta il mistero sulla ricetta di 30 anni fa mai contestata.