Presto sarà avviato in orbita un test sperimentale sulla viticoltura. Nello spazio barbatelle di Nebbiolo, Sangiovese e Aglianico: raggiungeranno la Stazione Spaziale Internazionale.
Anche il vino italiano vola nello spazio. O meglio, volano nello spazio barbatelle di Nebbiolo, Sangiovese e Aglianico (a rappresentanza di Nord, Centro e Sud Italia), per sperimentare la coltivazione in orbita della vite all’interno della Stazione Spaziale Internazionale.
Il progetto è stato presentato ieri, promosso dalla Fondazione Italiana Sommelier in collaborazione con Asi, l’Agenzia Spaziale Italiana. Il focus sarà incentrato sulla coltivazione della vite in orbita. L’agricoltura a gravità zero, effettuata in appositi spazi all’interno dell’ISS (o addirittura sul suolo lunare) potrebbe essere una delle nuove frontiere nel campo aerospaziale. Tutto ciò a molti potrebbe sembrare un puro vezzo, ma è per permettere in futuro agli astronauti di autoprodursi cibo una volta in orbita e per ottenere risultati scientifici utili nel settore agricolo.
“Sarebbe bello bere una calice di vino nello spazio, prodotto in orbita”, ha detto il presidente dell'agenzia spaziale italiana Giorgio Saccoccia.
I tempi sull'avvio del progetto di sperimentazione del vino in orbita non sono invece stati comunicati. "Obiettivi dell'iniziativa – informa Asi in una nota – sono quelli legati al tema della nutrizione degli astronauti ma anche alla possibilità di produrre piante e cibo in assenza di gravità”.
La presentazione del progetto legato al vino spaziale fa seguito di pochi mesi alla spedizione in orbita di olio extravergine di oliva italiano, portato sulla Stazione Spaziale da Samantha Cristoforetti.
Lo scorso anno è stata battuta all’asta una bottiglia di Château Petrus del 2000 al prezzo record di un milione di dollari. Che cosa ha contribuito a una cifra così elevata? Il fatto che il vino ha trascorso 14 mesi di invecchiamento nello spazio, all’interno della Stazione Spaziale Internazionale. Chi è riuscito a degustare altri vini invecchiati in modo analogo afferma come questi, rispetto ai terrestri, siano effettivamente differenti: leggermente più aromatici e anche con diverse sfumature di colore.