Rispetto ad agosto di quest'anno mangiare al ristorante costa l'1% in più. L'aumento sfiora il +6% se consideriamo lo stesso periodo dello scorso anno: sono i dati emersi da una recente analisi condotta dall'Istat. Gli aumenti italiani, però, sono tra i più bassi d'Europa.
In un periodo di rincari generalizzati sia dei prezzi dei beni alimentari sia dell'energia, era inevitabile un aumento del costo anche dei pasti al ristorante. Stando ai dati resi noti dall'Istat a settembre 2022 i prezzi al pubblico della ristorazione (bar, ristoranti, pizzerie, ecc.) hanno fatto registrare un aumento dell’1% rispetto al mese precedente e di +5,9% se paragonati allo stesso periodo di un anno fa. Nonostante la conferma del trend al rialzo, però, l'aumento si mantiene al di sotto del tasso di inflazione generale, assestatosi su un +8,9% rispetto al 2021. Come ha comunicato l'Istat in una nota la dinamica inflazionistica della ristorazione mostra "… una certa difficoltà delle imprese a gestire la fase di aggiustamento dei listini resa necessaria dall’aumento straordinario dei costi dei prodotti alimentari e soprattutto dell’energia".
Tra l'altro come recentemente comunicato in una nota di aggiornamento al Def, il principale documento di programmazione finanziaria, approvata in Consiglio dei ministri a fine settembre l'inflazione stessa avrà effetti sulle tasche dei cittadini che andranno avanti anche nei prossimi mesi. L’analisi prevede che gli italiani per recuperare il loro potere di acquisto dovranno attendere fino al 2024.
Nonostante tutte le difficoltà però, numeri e rincari alla mano, a livello europeo l'Italia mostra segni di forte moderazione e si piazza al quartultimo posto tra i Paesi membri della Comunità in riferimento agli aumenti. Considerate le ventisette Nazioni facenti parte l'Unione Europea, infatti, i locali della ristorazione nostrana si sistemano nella parte bassa della classifica per quanto riguarda la dimensione degli incrementi di prezzo.
Secondo i dati raccolti dall’Istat ed elaborati dall'Ufficio Studi della Fipe: "…tra 2019 e 2021 la ristorazione ha perso oltre 21 miliardi di euro di consumi, risultando il settore più colpito dagli effetti negativi della pandemia e dai numerosi lockdown. Un ulteriore stop, determinato dalla congiuntura internazionale, da un’inflazione fuori controllo e dall’impennata dei costi dell’energia non potrebbe essere assorbito dalle imprese della ristorazione, componente predominante dell’economia turistica nazionale”. La percentuale riferita agli aumenti rispetto al 2021 potrebbe continuare a crescere, arrivando sino al +8% soprattutto a causa dell'accelerazione del tasso di inflazione, che non registrava livelli così alti da 30 anni.