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3 Gennaio 2024 10:41

Il problema non è la pizza con l’ananas, è la pizza con l’ananas di Sorbillo

La pizza con l'ananas è stata sdoganata da tanti pizzaioli in tutta Italia: il problema non è l'ingrediente, ma l'uso gastronomico e comunicativo che se ne fa.

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Non c'è più religione se perfino Gino Sorbillo lancia sul web e inserisce in menu una pizza con l'ananas nel cuore della Napoli più tradizionale. Come prevedibile, l'idea non piace per niente ai suoi follower: "Ragazzi non vi scatenate, non mi fate nero — dice all'inizio del video — io sono legato alla tradizione però voglio provarla perché l'ho messa nel mio menu". Vorremmo sottolineare che a far storcere il naso non è la pizza con l'ananas in sé, ma la pizza con l'ananas fatta proprio da Gino Sorbillo che sulla questione della napoletanità e della "tradizione dura e pura" ci ha costruito la propria chiesa.

Uno spot pubblicitario riuscito male?

Il video è un po' surreale: Sorbillo mangia questa pizza che, dice, essere particolarissima e ammette di volerla assaggiare perché messa in menu. Innanzitutto facciamo fatica a credere che un pizzaiolo della caratura di Sorbillo non avesse assaggiato prima un piatto che avrebbe poi messo in menu. Volendo anche dare per buona questa frase, l'idea è che sia proprio uno spot per la sua nuova pizzeria, pensata per essere più alla moda rispetto all'indirizzo storico. Non a caso dice di voler fare il bis e che se non gli crediamo possiamo andare lì a provarla. La scena è kafkiana anche perché Sorbillo in primis sembra dubbioso: taglia la pizza al centro, dove c'è una fettona di ananas intera, e non la addenta subito ma si guarda intorno.

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Diciamo subito che l'operazione non è andata proprio a buon fine: è vero che la notizia ha fatto letteralmente il giro del mondo finendo perfino sul New York Times ma i commenti sono quasi tutti negativi. Una maggioranza bulgara perfino tra i suoi follower più esagitati che stanno abbandonando la barca messa su da Sorbillo, fatta per anni di attacchi a qualsivoglia innovazione. Certo, se ne sta parlando ovunque, ma in che termini? Il motto “bene o male, purché se ne parli” è diventato ormai un modo per giustificare qualsiasi fenomeno comunicativo che susciti reazioni importanti, anche se ben oltre il buon senso. Questa affermazione non è più vera. Essere sulla bocca di tutti in maniera negativa non fa bene al brand. Nei primi anni dei social network questa frase era ancora vera ma ormai gli algoritmi si sono affinati e un engagement negativo non va bene.

Alzare la voce e fare un'affermazione controversa per destare scalpore sono azioni comunicative di base, fondamentali in un contesto dove l’attenzione è diventata il fattore chiave per eccellenza. In alcuni casi la scelta può avere senso: dire una cosa borderline può rafforzare il proprio brand e la propria influenza sulla community. Anche se può risultare pesante alla maggioranza, può rafforzare la propria brand awereness, ma solo "pescando" nel proprio target. In parole povere: chi è molto affezionato, si fidelizza ancora di più.

Tutto questo non è successo con Sorbillo che ha sì avuto l'attenzione dei media ma recando un danno d'immagine al proprio brand. Non a caso negli ultimi giorni il profilo Instagram del pizzaiolo ha perso circa mille follower, in totale controtendenza con i mesi passati, costantemente in attivo per un'ascesa che sembrava inarrestabile.

Quando parliamo di "spot pubblicitario riuscito male" però ci poniamo anche un'altra domanda: tra i tag e gli hashtag leggiamo il nome dell'azienda Del Monte ma non c'è nessuna esplicita ammissione di #adv, come è consuetudine fare in caso di pubblicità social. Si tratta di semplice sufficienza o pubblicità occulta? Probabilmente la prima anche perché tra i tag scorgiamo persino testate giornalistiche locali come Corriere Mezzogiorno, GrandeNapoli.it, Repubblica Napoli e Napoli Today.

Il problema non è la pizza con l'ananas, è Sorbillo

Sorbillo sembra aver fatto questa scelta con un intento esplicitamente provocatorio, un po' come gli spaghetti alle vongole, burro e parmigiano di Bruno Barbieri. Se nel secondo possiamo trovare una "scusante" storica andando a vedere le ricette di Pellegrino Artusi, ci riesce difficile "giustificare" il primo per la Pinapple pizza.

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Foto da Facebook

La pizza hawaiana ha una storia decennale e viene in realtà ostracizzata un po' ovunque, perfino in America. Sorbillo al Gambero Rosso dice che i napoletani morbosi non accettano nuove variazioni e chiede uno stop al "razzismo gastronomico". Questo è il problema scatenante di tutta la polemica: il "razzismo gastronomico" è quello che per anni ha fatto lui nei confronti di una qualsivoglia innovazione. Abbiamo tutti nella mente la crociata contro il patanegra a favore dei prodotti italiani e poi lo ha inserito in menu senza fare particolari proclami (Margherita bianca con carciofini, pancetta di patanegra, cremoso di scaglie di cacioricotta stagionata). Ha parlato ovunque della "pizza popolare", del "piatto povero" e della tradizione andando contro Flavio Briatore per poi avere prezzi analoghi negli indirizzi più glamour. Ha recentemente parlato male della farina di grilli cavalcando il trend dell'indignazione eppure oggi si permette di parlare di "razzismo gastronomico". I suoi estimatori, anche i più fedeli, possono sentirsi presi in giro e, probabilmente proprio per questo, non gliela stanno perdonando.

Sorbillo è stato geniale negli anni passati cavalcando ogni santissima notizia virale: dai "buu" a Koulibaly (difensore del Napoli ai tempi) con la pizza "antirazzista" a quella col granchio blu che ha fatto imbestialire Igles Corelli per un accordo di segretezza non rispettato. In questo caso invece non c'è un trend in atto, è una provocazione fatta per fare provocazione.

Il problema infatti non è certo l'ananas, è Sorbillo che fa la pizza con l'ananas. Questo piatto c'è nel menu del ristorante da una ventina di giorni e nessuno ha proferito parola fino al suo video. Per i napoletani non è sicuramente un sacrilegio impiegare la frutta sulla pizza: sono stati infatti i primi a fare questo abbinamento mettendo il pomodoro (che è un frutto) su un disco di pasta. Pomodoro e ananas hanno caratteristiche simili perché sono frutti acidi e dolci anche se il primo è molto meno acido e dolce rispetto al secondo. La Pizza da Gennaro, storico indirizzo su Corso Secondigliano, faceva la pizza con la frutta quasi 50 anni fa, non è quindi una novità.

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Il problema, a detta di tutti, sta nell'addizione dell'ananas al pomodoro perché si crea un eccesso di acidità che rende stomachevole il piatto. Proprio per questo motivo la pizza con l'ananas di Sorbillo ha una base bianca e una ricetta molto sofisticata. Però ribadiamo che le polemiche ci sono perché le ha fatte lui. Non è neanche il primo, né in Italia né tanto meno a Napoli. Nel centro storico ci sono anche altre pizzerie che propongono qualcosa di simile, locali di quartiere che sfruttano l'ondata del turismo e la crescente richiesta di questo tipo di prodotto da turisti australiani e canadesi in particolar modo.

Le altre pizze con l'ananas celebri

Restando in Campania, la pizza con l'ananas l'ha fatta anche Franco Pepe in provincia di Caserta: la "Ananascosta", un cono con ananas avvolto nel prosciutto crudo, fonduta di Grana Padano Dop e spruzzata di polvere di liquirizia. Il primo in Italia ad aver esaltato l'ingrediente è stato però Stefano Callegari a Roma. Sempre nella Città Eterna troviamo Pier Daniele Seu che ne ha addirittura due in carta, una dolce e una salata. La prima è con l'ananas essiccato insieme a sale e salsa di soia; sulla pizza viene poi aggiunta la mozzarella, una crema di olive nere e in uscita il piatto è completato con prosciutto cotto, misticanza di campo, polvere di olive, sale di Maldon, un gel di ananas fermentato e habanero. La versione dolce è la Pizza-colada, una pizza dolce caramellata con zucchero di canna, ricotta mantecata al lime, ananas marinato al rum, purea di cocco, cocco disidratato e menta.

A Milano c'è Simone Lombardi di Crosta con l'ananas cotto in forno, viene poi aggiunto assieme al fiordilatte e alla ventricina; in uscita dal forno la pizza è completata dal cipollotto crudo, dal coriandolo e da un filo di olio extravergine. La pizza con l'ananas non è uno scandalo, è uno scandalo se a farla è un uomo che ha fatto del talebanismo della tradizione la propria religione.

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Quello che i piatti non dicono
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