Negli ultimi 5 mesi le fetures sono aumentate del 77% arrivando a 450 dollari per libbra (circa 450 grammi), una cifra mai raggiunta prima d'ora.
La quotazione del succo d'arancia è triplicata rispetto alla media degli ultimi 50 anni: una cifra record causata dagli effetti del clima e da una malattia che attacca gli alberi di agrumi, causandone l'inverdimento. Il 20 maggio è stato raggiunto un record storico sui futures del prodotto, ovvero le opzioni attraverso le quali i grandi investitori scommettono sull’andamento dei prezzi del mercato. Nel solo 2024 c'è stato un aumento del 77%, con un prezzo attuale che si attesta intorno ai 450 dollari per libbra (circa 450 grammi). Vediamo cosa ci si deve aspettare nei prossimi giorni.
L'andamento del mercato è stato ben descritto con un grafico da Matteo Villa, responsabile del DataLab dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi), che mostra l'aumento di prezzo visto nei primi 5 mesi dell'anno.
In realtà i problemi sul succo d'arancia sono nati molto prima del 2024: negli ultimi 4 anni i prezzi delle futures delle arance del Nord, del Centro e del Sud America, i continenti in cui si trovano i maggiori mercati al mondo, sono aumentati costantemente. Negli Stati Uniti, in Brasile e in Messico ci sono stati una serie di uragani impressionanti che hanno distrutto il raccolto, il Brasile oltre agli uragani ha subito anche una siccità senza precedenti, causata in buona parte dalla deforestazione. Nel solo stato di San Paolo, la quantità di arance è calata del 24%, mai così poche arance negli ultimi 36 anni.
Oltre al clima c'è la fitopatia, una malattia che porta all'inverdimento degli agrumi, trasmessa da un parassita asiatico: per questa malattia non esistono cure e quando le piante sono attaccate sono condannate a morte, producendo dei frutti deformi, amari e non commestibili. Ci vorranno anni prima di tornare ai ritmi soliti, per ora il prezzo dovrebbe continuare a oscillare intorno ai 400 dollari per libbra.
In Italia la situazione dovrebbe essere migliore rispetto al resto del mondo: le arance occupano una fetta significativa dell'agricoltura italiana, costituiscono circa il 60% della produzione agrumicola, che si aggira intorno ai 3 milioni di tonnellate l'anno, occupando un'estensione di oltre 140.000 ettari. Siamo dei grandi produttori e, in genere tutti i Paesi che affacciano sul Mediterraneo, sono abbastanza protetti. Le aziende che operano sui mercati locali o limitrofi dovrebbero limitare i danni e, anzi, potrebbero addirittura "sfruttare" questo buco e ampliarsi.