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24 Giugno 2020 13:00

Il Pomodoro Cannellino Flegreo, l’ecotipo che cresce nelle terre della Sibilla Cumana

Angelo Carannante, chef dello stellato Caracòl, lo utilizza per la sua speciale Caponata, mentre il pizzaiolo Federico Guardascione del Colmo Del Pizzaiolo, con questo prezioso prodotto ha composto la sua Margherita. Parliamo del Pomodoro Cannellino Flegreo, un ecotipo che cresce nei Campi Flegrei, territorio ricco di storia e tradizione, tra terreni vulcanici e sabbiosi e brezza marina. Un'eccellenza che rischiava l'estinzione e che, grazie all’impegno dei produttori, ha trovato nuova luce e procede verso un percorso a tutela della biodiversità.

A cura di Roberta Gatta
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Nei Campi Flegrei, all'ombra dell'antro della Sibilla Cumana, la sacerdotessa di Apollo citata nell'Eneide di Virgilio, cresce un pomodoro legato profondamente a questo territorio ricco di storia. Si tratta del Pomodoro Cannellino Flegreo, un ecotipo che si caratterizza per il suo sapore dolce ed equilibrato e la sua polpa ricca, con buccia sottile, che lo rende particolarmente versatile in cucina. Il suo nome non ha nulla a che vedere con l'omonimo fagiolo, ma è probabilmente riconducibile alla pratica di coltivazione che si realizza manualmente, con il supporto di canne e spago in juta o canapa.

Il  fil rouge che lega enogastronomia e archeologia ha reso questo pomodoro, annoverato tra i Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Campania, promotore di tante iniziative volte alla valorizzazione del territorio a cui appartiene. Proprio recentemente il Pomodoro Cannellino Flegreo è stato inserito all'interno del progetto di riqualificazione urbana MAC (Monterusciello Agro City), per il recupero dei terreni incolti della zona. Nei campi di Monterusciello, area periferica di Pozzuoli, sono stati dedicati tantissimi ettari per mettere a dimora questa tipica cultivar autoctona.

Non si è ancora in grado di stabilire l'origine di questo pomodoro, ciò che è certo è che non si tratti di un ibrido, ma di una particolare ecotipo conosciuto fin dal 1800, i cui semi vengono tramandati da generazioni. Per scongiurarne il pericolo di estinzione, essendo una produzione prettamente legata ad aziende agricole a carattere familiare, due anni fa i produttori, hanno deciso di unirsi in un'associazione per preservare questa specie, donandole una nuova vita.

L'Associazione Pomodoro Cannellino Flegreo

Nata nel gennaio 2018, l'associazione è composta da nove produttori, titolari di altrettante aziende agricole attive nel territorio flegreo e in particolare nei comuni di: Bacoli, Pozzuoli, Quarto e Monte di Procida, Cuma e in parte dei comuni di Giugliano in Campania e Napoli. Oltre alla promozione e tutela della coltura e del consumo del pomodoro cannellino, tra le attività dell’associazione c’è anche la volontà di promuovere il territorio e le tradizioni, nel rispetto dell'ambiente circostante, della cultura rurale e dell’educazione alimentare, attraverso attività di sensibilizzazione rivolte alle persone e in particolare ai bambini. Importante, inoltre, è l'attività volta al recupero, in collaborazione con gli enti pubblici, di terreni incolti per ampliare la produzione e aumentare le risorse da impiegare nel settore.

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"Vogliamo aumentare il quantitativo da destinare alla conserva per far fronte alle richieste di ristoratori e pizzaioli che hanno già scelto di inserire questo prodotto flegreo in menu e per aprirsi a nuovi mercati anche fuori dai confini locali", ha spiegato il presidente dell’associazione, Giovanni Tammaro. "Da qui l’idea di una fitta collaborazione con le istituzioni dei comuni flegrei affinché insieme si possano recuperare terreni abbandonati contribuendo così a dare impulso alla economia flegrea e tramandare la nostre competenze e tradizioni in materia, come da statuto associativo”.

La produzione al momento è ancora esigua, ma in costante crescita: dal 2018 al 2019 si è passati da 10 ettari coltivati a 15. A causa della carenza della documentazione necessaria, soprattutto quella relativa alle fonti storiche, non è stato ancora possibile ottenere la Denominazione di Origine Protetta, ma l'associazione sta lavorando proprio in questa direzione. A tal riguardo, si è così espresso l'agronomo Michele Atonna, consulente incaricato dell’Associazione, "è stata coinvolta anche la Regione Campania, con i propri funzionari, che ha espresso assoluta partecipazione nel reperimento di qualsiasi documentazione e atto probante la tradizione antica del Pomodoro Cannellino Flegreo".

Il Parco Archeologico di Cuma

Sembra scontato, per chi vive in quest'area, respirare i secoli di storia che la caratterizzano: basta pensare che Pozzuoli fu il porto principale per gli scambi commerciali dei romani, Cuma la colonia più antica della Magna Grecia, Baia il luogo di villeggiatura preferito da imperatori e aristocratici romani, il lago d'Averno, oltre che porta degli inferi, con quello di Lucrino, rappresentava una delle basi navali più importanti dell'antichità.

È in prossimità del Parco Archeologico di Cuma, ai piedi dell’acropoli dove si estende la città bassa, che oggi hanno sede alcune delle aziende agricole che lavorano alacremente per ottenere standard di alta qualità, selezionando i migliori semi da piantare a febbraio, che nei mesi estivi inondano di rosso vermiglio quelle che un tempo furono le principali colonie greco-romane. Tutto questo con il placet delle istituzioni.

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Fattore fondamentale per lo sviluppo di questo ecotipo è senza dubbio il pedoclima unico che caratterizza questo territorio. Qui i terreni vulcanici e la brezza marina contribuiscono a creare il mix perfetto per la coltivazione del pomodoro cannellino. "La presenza di un’associazione per tutelare questa forma di pomodoro, conosciuta nei Campi Ardenti da secoli, è un importante metodo per mettere a sistema una filiera capace di promuovere non soltanto il prodotto alimentare ma anche un flusso di cultura" ci ha raccontato Paolo Giulierini, direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei.

Caratteristiche organolettiche e utilizzi in cucina

Il cannellino è un pomodoro dalla forma oblunga che pesa tra 15 e 20 gr e presenta una lieve strozzatura verso il centro. Ha la buccia estremamente sottile e la polpa spessa e soda, quando è maturo è di colore rosso intenso. La tipologia cannellino ha numerosi vantaggi, fra i quali quello di generare pochissimo spreco, sia in cucina sia durante la trasformazione industriale. Questo a causa dell'esocarpo, cioè la parte esterna, sottilissimo e facile da rimuovere: il cannellino, infatti, non ha bisogno di essere pelato e forse anche per questo è tanto amato dai bambini.

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Al sapore si riscontra un giusto equilibrio tra dolcezza, acidità e sapidità, equilibrio da cui deriva la sua grande versatilità. Prima della completa maturazione, il cannellino è perfetto per preparare gustose insalate. Una volta raccolto, il cannellino viene confezionato, in passata, in ‘pacchetelle’ e in passata con l’aggiunta di pomodori interi. Sono tanti gli chef e i pizzaioli dell'area flegrea che lo hanno inserito all'interno dei loro menu, utilizzandolo nella preparazione di primi piatti, pizze e dolci, come Angelo Carannante, chef dello stellato Caracòl, che lo utilizza per la sua speciale Caponata e il pizzaiolo Federico Guardascione del Colmo Del Pizzaiolo, che col cannellino ha composto la sua Margherita.

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