In Sardegna c’è un’allarmante situazione riguardo i ricci di mare: l’uso in ristorazione di questi animali ha privato il mare sardo di tanta fauna al punto da mettere a rischio l’intera specie. In corso d’opera una petizione, che ha sfiorato quota 10mila firme, per chiedere ai ministri delle Politiche agricole e dell'Ambiente e all'assessore all'Agricoltura della Regione Sardegna una moratoria di tre anni della pesca dei ricci di mare, oltre a monitoraggi marini e provvedimenti di sostegno ai pescatori che nel frattempo saranno impossibilitati alla pesca. Una situazione grave che necessita di salvaguardia.
A causa di questo problema tanti ristoratori sardi sensibili hanno deciso di togliere i ricci di mare dal menu. In particolare, l’associazione QuiEtica, impegnata nella salvaguardia dei ricci, ha trovato in Frontemare, un ristorante di Quartu Sant’Elena un valido alleato.
Attraverso uno studio è stato portato in menu un piatto coi ricci “fake”, chiamato “Il riccio è un capriccio”. Si tratta di una ricetta che, utilizzando altre materie prime, riproduce sapore, profumo e consistenza del riccio. Parte del ricavato sarà devoluto proprio a QuiEtica per supportare la campagna #iRicciCiPiaccionoInMare.
Un piatto semplice con pochi ingredienti, ma di grande qualità, per una preparazione alla portata di tutti e soprattutto ecosolidale.
Pulite le cozze e lasciatele schiudere in padella con solo un filo d'acqua. Una volta aperte, lasciatele raffreddare e poi toglietele dal loro guscio conservando l'acqua di cottura. Inserite le cozze, il tuorlo, l'aceto e l'olio nel boccale di un mixer e frullate a massima potenza per 2 minuti, fin quando il composto sarà omogeneo, cremoso e privo di grumi sarà pronto.
Cuocete la pasta al dente, passarla in padella con un filo di olio e uno spicchio di aglio ed il prezzemolo. Quando la pasta sarà pronta, aggiungete l'emulsione di cozze continuando a mantecare e aiutandosi con l’acqua di cottura se necessario.