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5 Luglio 2024 12:34

Il pesce è finito: oggi è il “Fish dependence day”. Ecco perché dovremmo preoccuparcene

Il Fish Dependence Day è una data simbolica che identifica il momento in cui un determinato Paese o regione non è più in grado di soddisfare il proprio fabbisogno di pesce fresco con la pesca nazionale, dovendo ricorrere alle importazioni.

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Da oggi in poi potresti trovare al ristorante solo menu con gli asterischi accanto ai piatti di pesce: secondo il WWF oggi è il "Fish Dependence Day", momento in cui l'Europa esaurisce virtualmente l'equivalente della produzione annua interna di pesce, molluschi e crostacei. Da oggi e fino alla fine del 2024 le risorse ittiche del Mediterraneo sono finite: dovrebbero iniziare le importazioni da fuori continente. Purtroppo non succederà e continueremo a pescare pesciolini sempre più piccoli, ignorando la necessità della salvaguardia dei mari.

Cos'è il Fish Dependence Day

Il Fish Dependence Day è una data simbolica che identifica il momento in cui un determinato Paese o regione non è più in grado di soddisfare il proprio fabbisogno di pesce fresco con la pesca nazionale, dovendo ricorrere alle importazioni. In Italia, il Fish Dependence Day cade generalmente tra luglio e settembre. Questa data è un campanello d'allarme che sottolinea la fragilità del sistema pescaggio e la necessità di adottare pratiche di pesca più sostenibili per tutelare le risorse marine e garantire la sicurezza alimentare per le generazioni future. Il Fish Dependence Day serve a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'impatto ambientale della pesca eccessiva e sull'importanza di consumare pesce in modo responsabile.

Il WWF fa sapere che il Mediterraneo è il secondo mare più sfruttato al mondo, condizioni che favorite e che favoriscono a loro volta il cambiamento climatico. "Se nei primi sei mesi avessimo consumato solo risorse dei nostri mari — spiega l'associazione — da luglio alla fine dell'anno queste non sarebbero più disponibili e l'Europa dovrebbe ricorrere alle importazioni per sostenere la crescente richiesta dei consumatori".  La domanda di pesce del nostro continente è troppo alta, in Italia è ancora peggiore come situazione: ogni cittadino consuma in media 24 chili di pesce l'anno pro capite e gli italiani la superano con 31,21 chili.

L'aumento della domanda nel periodo estivo va ad alimentare la pesca eccessiva, particolarmente dura contro naselli, gamberi, sardine e triglie. Una situazione aggravata dalla pesca illegale che ovviamente non può essere quantificata non essendo dichiarata né regolamentata.

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