Ogni giorno beviamo in tazze monouso che non sono esattamente "sicure": la ricerca sulle microplastiche è ancora in divenire, ma è chiaro che serve un'alternativa meno dannosa per la salute umana e per l'ambiente.
L’invisibile minaccia nel nostro caffè: ogni volta che sorseggiamo una bevanda in un bicchiere monouso, ingeriamo migliaia di microplastiche. Questi frammenti inferiori ai 5 mm, derivanti dalla degradazione delle plastiche, sono ormai onnipresenti negli oceani, nel suolo e persino nel nostro cibo. Recenti studi rivelano che i contenitori per bevande calde rappresentano una delle fonti più frequenti di esposizione quotidiana, con implicazioni ancora non del tutto chiare per la salute umana.
I bicchieri monouso in plastica, realizzati principalmente in polipropilene (PP) o polistirene (PS), rilasciano microplastiche soprattutto quando esposti a temperature elevate. Uno studio ha rilevato che, riempiendo un bicchiere con acqua a 95 °C per 15 minuti, si liberano in media 1340 particelle/L nei bicchieri in PP e 980 particelle/L in quelli in PS. La quantità di microplastiche rilasciate aumenta all’aumentare della temperatura e del tempo di esposizione, con una capacità di rilascio 1,5 volte superiore a 95 °C rispetto a 50 °C. Inoltre, l’utilizzo quotidiano di questi bicchieri può portare all’ingestione involontaria di 294-402 particelle al giorno, considerando un consumo medio di tre bevande calde al giorno.
Le analisi di laboratorio dimostrano che un singolo bicchiere di plastica può rilasciare 723-1.489 particelle in soli 5 minuti a temperatura ambiente, quantità che quintuplica con liquidi bollenti. Una ricerca su 90 lotti di prodotti commerciali ha identificato:
L’esposizione annuale stimata varia da 18.720 a 89.294 particelle per chi consuma 1-3 bevande giornaliere, con picchi del 40% in più quando i contenitori vengono scossi durante il trasporto.
Uno studio del 2023 ha evidenziato come i materiali sintetici nei filtri per caffè (rayon, PET) disperdano oltre 10.000 particelle per tazza durante la preparazione. I bicchieri di carta, percepiti come un’alternativa più ecologica, contengono un rivestimento interno in plastica (solitamente polietilene – PE o polipropilene – PP) per garantire impermeabilità e resistenza al calore. Tuttavia, questo strato può degradarsi a contatto con liquidi caldi. Uno studio ha dimostrato che un bicchiere di carta riempito con acqua a 85-90 °C rilascia fino a 25.000 particelle microplastiche ogni 100 ml in soli 15 minuti. Oltre alle microplastiche, sono stati rilevanti metalli pesanti come ferro, cromo e cadmio nel rivestimento plastico. Questi materiali sintetici rappresentano quindi una fonte significativa di contaminazione invisibile.
La presenza di microplastiche nei bicchieri monouso, inclusi quelli utilizzati per il caffè, è un problema complesso che coinvolge sia la convenienza che la sostenibilità. I bicchieri monouso, sia in plastica sia in carta, offrono un servizio rapido, efficiente e igienico, sono facili da conservare e occupano meno spazio rispetto ai bicchieri tradizionali, il che li rende ideali per eventi con molti ospiti o per il servizio da asporto. Inoltre, non richiedono pulizia dopo l'uso, riducendo i rischi di contaminazione.
La domanda di ordini da asporto è in aumento e i bicchieri monouso sono essenziali per gestire questi servizi in modo efficiente perché economici e personalizzabili con il marchio aziendale, il che li rende una scelta popolare tra i venditori di caffè e altre bevande. Sebbene ci siano preoccupazioni ambientali e sanitarie, le regolamentazioni sul loro uso non sono ancora sufficientemente stringenti. Tuttavia, aziende come Starbucks stanno lavorando per eliminare i bicchieri monouso entro il 2030, promuovendo alternative riutilizzabili. Altre opzioni includono bicchieri biodegradabili e compostabili, ma la loro adozione è ancora limitata.
Perché non si passa subito a soluzioni più sostenibili? La transizione verso soluzioni più sostenibili è complessa a causa della comodità e dell'abitudine al consumo usa-e-getta. Inoltre, le alternative riutilizzabili richiedono un cambiamento culturale e un investimento iniziale, sia per le aziende che per i consumatori. Nonostante ciò, la crescente consapevolezza ambientale sta spingendo verso un uso più responsabile dei materiali.
Per ridurre l’esposizione alle microplastiche derivanti dai bicchieri monouso, è possibile adottare alcune strategie. Naturalmente parliamo di strategie che riguardano l'utilizzo dei bicchieri monouso in casa e non certo al bar, dove non c'è molta scelta, se si prende un caffè da asporto. In quel caso, sempre meglio preferire la tazzina, in tutti gli altri casi, ecco come regolarti:
L’abbandono progressivo della cultura dell’usa-e-getta, almeno in casa, rappresenta la soluzione più efficace per ridurre il problema.