Come si serve il pandoro? Lo zucchero a velo ci vuole? La ricetta è difficile? Il famoso giudice di Bake Off, tra i più importanti pasticcieri del mondo, ci spiega i segreti sul dolce tipico di Natale.
Il pandoro è con il panettone il dolce simbolo del Natale. Farlo a casa può essere un'esperienza gratificante, anche se richiede un po' di tempo e pazienza. Anche acquistarlo non è sempre semplice. C'è tutta una liturgia legata a questo prodotto. Proprio per questi motivi abbiamo chiesto a Ernst Knam, uno dei pasticcieri più stimati d'Europa, i consigli per prepararlo, mangiarlo e conservarlo al meglio. Il maestro tedesco parte dalla base, dalle cose più semplici: sia per farlo sia per mangiarlo bisogna scegliere i prodotti di qualità. Leggiamo bene le etichette, prediligiamo il lievito madre, le farine buone, il burro di qualità; assicuriamoci che ci siano le bacche di vaniglia e non la vanillina. Vediamo insieme tutti i segreti di Knam.
Il famoso pasticciere nativo di Tettnang, cittadina tedesca al confine con la Svizzera, parte proprio dal principio dandoci dei consigli sulla ricetta del pandoro. Per molti è ostica ed effettivamente non è per tutti ma Ernst Knam ci assicura che ci vuole solo "tanta pazienza e tempo. Non è complicata come sembra, ci vuole però molto tempo". Le cose più importanti sono "impastare bene il tutto avendo cura per la materia prima e il processo di lievitazione. In questi due frangenti la cosa più importante a sua volta è la temperatura. Troppo bassa blocca la lievitazione, troppo alta fa scoppiare l'impasto". Ovviamente è semplice regolarsi in pasticceria ma a casa non tutti hanno un termometro adatto: "Io uso il forno come camera da lievitazione perché più o meno tiene i 30 gradi. A volte mi faccio aiutare da un cucchiaio di legno per tenere leggermente aperta la porta del forno e abbassare la temperatura. Questo sistema solitamente basta per avere un prodotto casalingo buono e per tenere l'impasto alla temperatura corretta".
Non tutti si prendono la briga di mettersi chiusi in casa per due giorni abbondanti per farsi un pandoro però e non gli si può dare torto. La maggior parte delle persone lo acquistano o dai pasticcieri, dagli chef o al supermercato affidandosi ai grandi marchi della gdo. Il consiglio di Knam è "di essere sicuri che il prodotto sia fatto a regola d'arte. Dobbiamo leggere le etichette: ci deve essere il burro e non la margarina, la vaniglia e non la vanillina, le uova fresche, la farina di qualità. Sono tante piccole cose che poi fanno il prodotto finale". Una volta acquistato arriva un dilemma etico: per molti è proprio una scelta di campo. Lo zucchero a velo va messo oppure no? Secondo Ernst Knam lo zucchero a velo va messo e per più di una ragione: "Innanzitutto è per simbolismo. Lo zucchero a velo ricorda la neve. Siamo in inverno ed è più bello da vedere il prodotto finale". Il secondo motivo è tecnico: lo zucchero influenza la struttura e per questa ragione il pandoro resta morbido più a lungo. Prima di servirlo Knam suggerisce di "mettere lo zucchero a velo già dentro il sacchetto e shakerare vigorosamente". A volte ci sono battute su questo tema, perché sembra tutto un po' esagerato ma se ce lo dice perfino un grande pasticciere possiamo continuare a sfogare la nostra rabbia scuotendo animosamente il pandoro in busta. Prima di metterlo in tavola Ernst Knam lo lascia a temperatura ambiente o "al massimo lo tengo vicino a un calorifero per pochi minuti" quindi non lo riscalda come fanno in molti "perché si secca". Il sacchetto di plastica in cui è venduto il pandoro però "conserviamolo. Usiamolo per tenere fresco il pandoro il più a lungo possibile". Quando comincia a seccarsi il suggerimento del maestro tedesco è di "tagliarlo a fette o a pezzi, tostarlo in forno e poi lo serviamo a tavola accompagnandolo con una crema al mascarpone. È davvero buonissimo" assicura il giudice di Bake Off.
Nonostante tutto ci dice che in Germania il panettone non è così venduto e "il pandoro si mangia ma è più per bambini". I tedeschi preferiscono "il Christstollen, un lievitato un po' diverso. Più compatto, allungato, fatto con marzapane e frutta secca. Ha una crosta fatta con burro bollente e zucchero. La sua simbologia è legata alla natività di Cristo per questo ha la forma diversa dai lievitati italiani".