Il latte al supermercato sfonda la quota dei 2 euro al litro: un rincaro che fa infuriare i consumatori. Cerchiamo di capire il perché dell'aumento dei prezzi.
Il latte supera i 2 euro al litro e questa è una notizia storica: mai prima d'ora l'Italia aveva visto un tale rincaro su un bene di prima necessità. Il prodotto ha cominciato a lievitare all'inizio dell'estate e non sembra accennare a fermarsi: in realtà l'aumento dei prezzi ci sarebbe dovuto essere già a gennaio ma non è stato fatto per una scelta ponderata dei produttori. La guerra tra Russia e Ucraina ha poi dato il colpo finale alla filiera costringendo tutti a un aumento clamoroso del prezzo del latte. Vediamo nel dettaglio cosa sta succedendo e, soprattutto, cosa ci aspetta nei prossimi mesi.
"Ma allora pure il latte viene da Ucraina e Russia?" si domandano tanti utenti inferociti sui vari social network. Capiamo la rabbia ma teniamo a rassicurare tutti: la maggior parte del latte venduto nel nostro Paese è italiano, quei casi isolati di latte estero sono lotti ottenuti da mucche che abitano il suolo dell'Unione Europea. È davvero rarissimo trovare latte extra europeo nei nostri supermercati. Quindi no, il latte non viene dai due Paesi protagonisti del conflitto ma indirettamente ne è coinvolto.
Facciamo un passo indietro però: già all'inizio del 2022 il prezzo del latte fresco alla stalla è aumentato di 10 centesimi rispetto all'anno precedente. Da 0,38 a 0,48 centesimi al litro: le voci che hanno portato all'innalzamento del costo sono le solite che ormai tutti conoscono a menadito. Nessuno poteva però immaginare ciò che sarebbe successo da febbraio in poi, ancor più con gli aumenti energetici di questa estate. In realtà gli aumenti sugli scaffali dei supermercati sono stati sempre invisibili fino a qualche settimana fa perché, nonostante l'aumento del costo al produttore, c'erano dei lunghi contratti da rispettare. Adesso sono scattati i rinnovi degli accordi commerciali e la situazione è cambiata. A giugno il latte fresco è stato venduto a circa 1,80 euro, oggi siamo a 2 euro per l'alta qualità; nei discount lo troviamo a prezzi più bassi ma non di molto.
Noi consumatori avremmo dovuto pagare circa 10 centesimi in più per la nostra tazza di latte e biscotti quotidiana invece ci ritroviamo un rincaro spropositato, cos'è successo? Ovviamente la guerra ha cambiato le carte in tavola e non a causa della provenienza del latte ma perché in un'economia globale, tutto è correlato. Ce ne siamo accorti già con la pandemia ma con l'invasione russa le cose sembrano ben peggiori.
Le stalle di tutta Italia hanno risentito dei blocchi perché la maggior parte del mangime è fatta con prodotti dell'Europa Orientale, anche il fertilizzante viene da quella zona, di conseguenza la produzione è drasticamente crollata con le sanzioni e lo stop all'export. Tra febbraio e aprile c'è stato il picco del prezzo della benzina, anche del gasolio agricolo, che ha reso controproducente il trasporto su gomma del latte; infine gli aumenti delle utenze che stiamo subendo tutti. Questa condizione è comune a tutti i produttori d'Europa, anzi rispetto ai nostri vicini non siamo neanche messi male. La "regina" del qualità-prezzo nel nostro continente è la Germania, da sempre foriera di un latte economico ma di buona qualità. Oggi il nostro latte costa meno del loro: il latte italiano è più conveniente di quello tedesco a parità di segmento qualitativo. Un risultato insperato anche perché la nostra nazione, rispetto ai competitor europei, ha avuto un ulteriore pugno allo stomaco a giugno a causa della siccità che ha distrutto tantissimi raccolti di mais, rallentando ulteriormente la produzione.
Salta all'occhio il latte in bottiglia perché è un bene di prima necessità ma, come potrai intuire, anche i prezzi di tutti i latticini e i formaggi sono aumentati di conseguenza. Il burro è uno dei prodotti che ha subito maggiormente dell'influenza dell'inflazione; la mozzarella è aumentata di circa 1 euro rispetto allo scorso anno. Va da sé che tanti consumatori sono passati al latte a lunga conservazione che costa di meno perché il carrello sta diventando davvero troppo pesante. La cosa preoccupante è forse un'altra: non è detto che il latte abbia raggiunto il picco massimo del proprio prezzo e quindi potremmo dover andare incontro a ulteriori rincari.