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17 Ottobre 2023 15:00

Il fascino senza tempo delle castagne arrosto

Dalle feste di paese alle bancarelle urbane: scopri come questa tradizione ha conquistato il palato e il cuore degli italiani, unendo generazioni.

A cura di Monica Face
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Ti sarà mai capitato di sentire nell'aria un inconfondibile delle castagne arrosto e di essere catapultato in un istante d'autunno, tra foglie dorate e feste di paese, grazie a questo semplice aroma.  È capitato a tutti, ma non molti sanno come è nata la tradizione di arrostire le castagne sul fuoco. Oggi ci avventuriamo nel mondo delle caldarroste, immergendoti nelle sue radici storiche, nel suo significato culturale e nelle sue infinite varianti.

L'origine della tradizione

Le castagne arrosto, meglio conosciute in Italia come caldarroste, vantano una storia lunga e affascinante che affonda le sue radici nelle epoche più remote. Se oggi le vediamo principalmente come un gustoso snack autunnale, in passato avevano un ruolo molto più cruciale all'interno delle comunità.

Durante il Medioevo, le castagne erano considerate il "pane dei poveri", soprattutto nelle regioni montane dove la coltivazione di cereali era difficile. Ricche di carboidrati e fibre, le castagne diventavano una fonte primaria di sostentamento per le persone meno abbienti. Non solo erano consumate fresche o arrostite, ma venivano anche essiccate e macinate per produrre una farina utilizzata per impasti e zuppe.

Questo alimento così umile ha giocato un ruolo fondamentale durante periodi di carestia o di guerra. Le castagne potevano essere conservate a lungo e, grazie alla loro versatilità, si prestavano a una vasta gamma di preparazioni.

Con il tempo, le caldarroste hanno cominciato a perdere il loro status di "cibo dei poveri" per assumere connotazioni più festose e conviviali. La loro presenza è diventata un simbolo inconfondibile delle festività autunnali e invernali, delle sagre e dei mercatini di stagione. L'aroma delle castagne arrosto che pervade l'aria fredda rappresenta oggi un richiamo quasi magico, capace di riunire persone di tutte le età attorno a fuochi scoppiettanti e vociare allegro.

In questa evoluzione storica e culturale, le caldarroste sono passate da essere un sostituto del pane a diventare un elemento chiave delle nostre celebrazioni stagionali, senza mai perdere il loro fascino semplice e genuino.

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Perché si chiamano caldarroste?

Il termine "calda" deriva dal fatto che vengono servite appena sfornate, mentre "roste" è un'abbreviazione di "arrosto," indicando la modalità di cottura. In alcune regioni italiane, il termine è usato per distinguere le castagne arrostite direttamente sul fuoco dalle castagne bollite o cotte in altri modi.

Se hai passeggiato per le strade delle città italiane in autunno e inverno, ti sarai sicuramente imbattuto in venditori ambulanti di caldarroste. Ci hai mai fatto caso? Non hanno che un piccolo braciere, una sediolina e i coni di carta in cui mettono le castagne da vendere. Ma perché si posizionano spesso negli angoli delle strade? La ragione è tanto pratica quanto romantica. Gli angoli delle strade sono punti di passaggio obbligati e offrono una visibilità maggiore, attraggono sia locali che turisti e creano un'atmosfera accogliente. Inoltre, l'odore delizioso delle castagne arrosto si diffonde più facilmente, invogliando i passanti a fermarsi per un gustoso snack.

Dalla convivialità rurale alle strade cittadine

In origine, arrostire le castagne era un rituale di comunità radicato nelle aree rurali. Le persone si riunivano attorno a fuochi aperti, dove grandi padelle di ferro erano piene di castagne da arrostire. L'evento spesso trascendeva il semplice atto di cucinare: era un'occasione per balli, canti e racconti, rendendo le castagne arrosto un elemento centrale della vita sociale di un'intera comunità.

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Con il passare del tempo e l'avanzare dell'urbanizzazione, la tradizione delle castagne arrosto ha fatto il suo ingresso nelle città. Le bancarelle di castagne sono diventate un elemento fisso dei marciapiedi affollati, particolarmente durante le feste natalizie e gli eventi speciali.

Quel che è incredibile è come l'essenza comunitaria di questa tradizione sia rimasta intatta anche nel contesto urbano. Le bancarelle non sono solo punti di vendita, ma luoghi di incontro, dove il profumo delle castagne arrosto continua a riunire le persone, proprio come accadeva attorno ai fuochi rurali di un tempo.

La transizione da rituale rurale a fenomeno urbano rappresenta una nuova fase nella storia delle caldarroste, ma il cuore della tradizione – quello spirito di comunità e di festa – rimane immutato. Se le castagne arrosto erano una volta il "pane dei poveri", oggi sono il "pane di tutti", un simbolo di unione e calore che trascende tempo e spazio.

Le migliori varietà di castagne per fare le caldarroste?

Per preparare delle buone caldarroste bisogna scegliere delle castagne di qualità, possibilmente fresche e non ammaccate. Le varietà più adatte sono quelle di piccole dimensioni, con la buccia sottile e la polpa dolce e farinosa. Tra le varietà italiane più note ci sono la Castagna di Cuneo Igp, la Castagna di Montella Igp, la Castagna di Vallerano Dop e il Marrone di San Zeno Dop.

Come cuocere le caldarroste: qualche consiglio

Dopo aver scelto la varietà che preferisci, assicurati di seguire questi pochi ma pratici consigli:

  • Incidi la buccia: puoi farlo con l'apposito attrezzo, oppure con un coltellino affilato e liscio. Incidi la parte esterna creando una X senza andare a intaccare la polpa.
  • Ammollo: è fondamentale per fare in modo che la pellicina si stacchi facilmente. Il periodo di ammollo generalmente varia dai 30 minuti a due ore, a seconda del metodo di cottura scelto e delle dimensioni delle castagne.
  • Cottura: se stai usando la padella forata cerca di mettere le castagne distanziate, in modo che sia facile muoverle per permettere una cottura uniforme: la cottura durerà intorno ai 25/30 minuti in base alla grandezza dei frutti. Se invece usi il forno, preriscaldalo a 200 °C e fai cuocere per una mezz'ora, girandole di tanto in tanto.
  • Pelatura: terminata la cottura mettile in un sacchetto di carta e schiaccia leggermente facendole roteare, poi procedi alla pelatura. La pellicina verrà via facilmente.
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