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15 Ottobre 2024
13:00

Il dirty coffee sta spopolando: cos’è, come nasce e che gusto ha

In sostanza, il Dirty Coffee è un espresso versato su latte freddo in un bicchiere ma non è così facile, contano i dettagli per fare un vero "caffè sporco". Vediamo come si fa e da dove viene.

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Sei pronto a sporcarti le mani (o meglio, la tazza) con il trend del momento? Il dirty coffee, tradotto letteralmente in "caffè sporco", sta conquistando palati in tutto il mondo con la sua semplicità e il suo gusto inconfondibile. Ma cos'è esattamente questa bevanda e perché ne parlano tutti? Si tratta di uno shot di espresso (a volte due) versato sul latte freddo così da creare diversi strati di consistenze e temperature. Nato in Asia, è arrivato qualche anno fa in Europa del Nord e ora sta spopolando anche nel nostro Paese, soprattutto tra i giovani romani.

Cos'è il dirty coffee e perché si chiama così

Immagina un espresso caldo che si posa delicatamente su uno strato di latte freddo. Il risultato è una bevanda a strati, con un'estetica accattivante e un sapore intenso e complesso. Questo è il dirty coffee, una creazione che ha le sue radici in Giappone e che sta rapidamente diventando un classico nei bar di tutto il mondo. Il nome "sporco" deriva dal modo in cui l'espresso "macchia" il latte freddo, creando un effetto visivo molto caratteristico. In realtà, è proprio questa "sporcatura" a rendere la bevanda così affascinante e unica perché, di base, non è così differente da un caffellatte fatto a regola d'arte.

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L'ideatore dovrebbe essere stato Katsuyuki Tanaka, fondatore del Bear Pond Espresso di Tokyo nel 2010 secondo il sito specializzato Casabrews, prendendo spunto da una disavventura di un'amica che, dopo aver aver ordinato un caffellatte freddo con ghiaccio a portar via, si è trovata tutta la bevanda annacquata. Tanaka avrebbe così deciso di versare direttamente l'espresso caldo nel latte ghiacciato, senza aggiunta di ulteriore ghiaccio, e provare a dare nuova consistenza alla bevanda.

Come si prepara un perfetto dirty coffee?

No, non basta buttare un espresso all'interno di un bicchiere di latte. Serve una tecnica precisa e si parte dal latte che deve essere vaccino, intero e deve essere preso dal frigo a una temperatura molto molto bassa. La temperatura glaciale è fondamentale per creare il contrasto termico con l'espresso e per favorire la stratificazione. Nel mentre comincia a fare il caffè: un espresso caldo e ben estratto è l'anima del dirty coffee. La qualità del caffè influenzerà notevolmente il gusto finale della bevanda.

L'espresso va versato lentamente e delicatamente sul latte freddo, cercando di mantenere la cremina intatta. Questo permetterà all'espresso di depositarsi sul latte senza mescolarsi completamente, creando così la caratteristica stratificazione. Il risultato è una sorta di caffellatte dal gusto più intenso ma al contempo fresco. La stratificazione è perlopiù estetica e non influisce molto sul gusto della bevanda. In Giappone molti personalizzano il dirty coffee con l'aggiunta di sciroppi aromatizzati, spezie o altre guarnizioni, per creare infinite varianti

Nato giornalista sportivo, diventato giornalista gastronomico. Mi occupo in particolare di pizza e cocktail. Il mio obiettivo è causare attacchi inconsulti di fame.
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