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7 Aprile 2025 12:42

I vini Doc, Docg e Igt cambieranno contrassegno: ecco di che si tratta

Sulle fascette dei contrassegni di stato dovrà essere impresso anche il tricolore, la bandiera italiana. Oltre a questa aggiunta estetica, per tutti i vini Doc, Docg e Igt sarà previsto un QR code che rimanda al passaporto digitale del prodotto.

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I contrassegni di Stato che si applicano al collo delle bottiglie di vino Doc, Docg e Igt (e di tutti gli altri alcolici) cambieranno a breve: il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida durante il Vinitaly ha detto che sulle fascette dovrà essere affisso anche il simbolo della bandiera italiana. Una modifica al decreto sui contrassegni del Poligrafico di Stato già prevista ma che diventa attiva proprio in concomitanza con l'escalation dei dazi imposti da Trump. "Una scelta forte e simbolica: valorizzare l’italianità. Il vino è uno dei pilastri del nostro export e merita strumenti adeguati per essere riconosciuto, tutelato e promosso in tutto il mondo" dice Lollobrigida. Oltre alla novità estetica c'è anche un'altra trovata, forse più impattante: l’introduzione del codice Qr per le Doc e le Docg che riporta al passaporto digitale del vino.

Cosa sono le fascette dei contrassegni e a cosa serve il tricolore

I contrassegni di Stato sono quelle fascette che certificano il pagamento delle accise su distillati, birra e vino. Questi contrassegni attestano che l'imposta è stata versata, permettendo la vendita legale del prodotto in Italia e nell'UE. I contrassegni per i vini presentano generalmente dimensioni più piccole e una grafica più semplice rispetto a quelli per gli spirits. Sono spesso di colore verde e riportano indicazioni sulla tipologia di vino (rosso, bianco, rosato) e sulla denominazione di origine controllata (Doc o Docg). Queste fascette adornano il collo della bottiglia e ora hanno anche il logo tricolore a completare la stampa.

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Il ministro dell’Agricoltura ha spiegato su Facebook la sua scelta: "Da oggi il tricolore sarà presente sulle fascette dei nostri vini, a partire dalle bottiglie Docg. Una scelta forte e simbolica: valorizzare l’italianità. Il vino è uno dei pilastri del nostro export e merita strumenti adeguati per essere riconosciuto, tutelato e promosso in tutto il mondo. Le fascette, nate per contrastare la contraffazione, diventano ora anche segno di identità e strumento di comunicazione per l’intera filiera. È un passo avanti condiviso da produttori, consorzi e operatori, che potrà aprire la strada anche ad altri settori del Made in Italy. Un segnale importante alla vigilia di Vinitaly, dove l’Italia mostrerà ancora una volta tutta la sua eccellenza. L’Italia ha una storia da raccontare. E ogni bottiglia può farlo, con orgoglio, anche grazie al tricolore". Oltre alla bandiera c'è anche l’introduzione del Qrcode anche per le Doc e le Docg che riporta al passaporto digitale del vino. Questo sistema è stato già provato sui vini Igt da gennaio 2024 ma in maniera facoltativa e infatti sono davvero poche le aziende che hanno scelto questo speciale contrassegno.

C'è chi la vede come una risposta alla guerra commerciale di Trump ed effettivamente sia il tricolore sia il passaporto digitale fanno propendere verso questa direzione ma non dovrebbe essere questa la giusta lettura della faccenda: la modifica al decreto sui contrassegni del Poligrafico di Stato è stata accettata lo scorso 12 marzo con pubblicazione in Gazzetta ufficiale del 4 aprile, prima delle polemiche del presidente degli Stati Uniti. Sull'effettiva utilità del tricolore invece ci sono più dubbi visto che il contrassegno di stato fa già chiaramente intuire la provenienza dell'alcolico e sembra più una scelta propagandistica che tecnica.

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