video suggerito
video suggerito
25 Agosto 2023 17:03

I poveri in Italia mangiano meglio: bufera sulle parole del ministro Lollobrigida

Secondo il ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida in Italia i poveri avrebbero accesso a cibo di qualità a basso costo, perché più vicini ai produttori diretti: le polemiche e gli studi in merito.

A cura di Redazione Cucina
235
Immagine

In Italia “spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi perché cercando dal produttore l’acquisto a basso costo comprano qualità”: a dirlo è il ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, al Meeting di Rimini. Le frasi, pronunciate durante un incontro sul tema della "Food Security e sostenibilità", hanno scatenato polemiche da più parti, non solo politiche. Secondo Lollobrigida, rispetto agli Stati Uniti "c’è una divaricazione sociale tra chi mangia bene e le classi meno agiate che vengono rimpinzate con elementi condizionanti che vanno nell’interesse del venditore più che del consumatore finale". In sostanza, secondo il ministro, in Italia le fasce meno abbienti avrebbero accesso a cibo di qualità ma più economico, perché comprato direttamente dal produttore.

Le polemiche sulle parole del ministro

Le parole del ministro sono state criticate da molti esponenti dei partiti di opposizione e non solo, a partire da Elly Schlein: "Non c’è neanche bisogno delle parodie quando c’è un governo che vive su un altro pianeta – ha detto la segretaria del Partito Democratico – Io mi occupo soprattutto di quegli italiani che fanno fatica a fare la spesa, sono tanti, nonostante abbia visto che purtroppo c'è qualche ministro che pensa che i poveri mangino meglio dei ricchi. Simile la reazione di Alessandro Caramiello, capogruppo in commissione Agricoltura alla Camera per i Cinque stelle, che parla di parole "oggettivamente intollerabili" mentre, l'ex ministro del Lavoro Andrea Orlando chiosa ironicamente: "Per il ministro Lollobrigida spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi. Ecco perché hanno tolto il reddito di cittadinanza. Bisogna fare qualcosa per i ricchi che, poveretti, mangiano male".

Perché le parole del ministro non corrispondono a realtà

Il ministro ha poi cercato di chiarire il senso del ragionamento, spiegando cosa sono i food deserts, cioè i “deserti alimentari”: una teoria secondo cui nei quartieri meno agiati c’è minore disponibilità di cibo salutari, perché mancano i supermercati che li vendono, mentre i minimarket offrono solo cibi pronti e tendenzialmente scadenti, surgelati, pre cotti. In questi casi si parla di un contesto completamente diverso da quello italiano: si tratta di persone che abitano a grande distanza da qualsiasi forma di approvvigionamento che permetta una scelta effettiva e che sono quindi costrette ad "accontentarsi" del poco che offre il negozio locale. Ma, anche negli Stati Uniti, negli ultimi anni alcuni studi hanno confutato questa teoria sostenendo che la ragione principale per cui le persone con reddito più basso mangiano peggio delle persone con reddito maggiore è essenzialmente culturale. Più che la "distanza" fisica dalle offerte alimentari, infatti, è la cultura di provenienza a influire sugli acquisti: la mancanza di educazione alimentare, in alcuni casi, e di informazioni riguardo ad alimenti, cotture, stagionalità.

Immagine

Stati Uniti e Italia: due contesti diversi

Oltre agli studi che smentiscono la correlazione fra distanza fisica e scelte alimentari consapevoli, è importante sottolineare come i contesti a cui si riferisce il ministro siano molto diversi fra loro: non è possibile paragonare un Paese come l'Italia agli Stati Uniti, non solo per le dimensioni e le differenze geografiche, ma anche e soprattutto per la diversità dal punto di vista alimentare. In Italia il divario fra chi mangia bene e chi mangia meno bene corrisponde soprattutto a un divario di reddito, oltre che geografico: è al Sud, paradossalmente, che si mangia meno bene. Secondo i dati forniti nel 2021 dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS), solo il 18,8 per cento degli italiani ha un’alimentazione adeguata e la povertà ne rappresenta una delle cause. Tralasciando il fatto che la relazione fra produttore diretto e basso costo non è per nulla  lineare – i piccoli produttori spesso affrontano costi maggiori a fronte di una guadagno molto minore rispetto alla Gdo – "essere poveri" vuol dire anche non aver accesso a una serie di informazioni che permetterebbero scelte alimentari più consapevoli.

Immagine
Quello che i piatti non dicono
Segui i canali social di Cookist
api url views