Il latte è probabilmente la bevanda "più globale" al mondo dopo l'acqua. Per questo motivo la Fao, nel 2001, ha deciso di istituire la World Milk Day, una giornata dedicata all'oro bianco liquido. Spesso il latte è soggetto a credenze popolari, alcune negative, altre positive: vediamo dunque i 7 miti da sfatare sulla bianca bevanda.
Il primo alimento che proviamo appena usciti dalla pancia di mamma, quella bevanda che nutre tutti i mammiferi del mondo: il latte, un prodotto che sfama i più piccoli e che molti umani si portano dietro per tutta la vita. Oggi è la Giornata Mondiale del Latte, una ricorrenza istituita nel 2001 dalla Fao per sottolineare l'importanza globale di questo alimento. In Italia si celebra solo dal 2017 e la data, il 1 giugno, non ha un significato preciso e profondo: la Fao l'ha adottata solo perché diversi Paesi delle Nazioni Unite celebravano il latte in questo giorno prima dell'istituzione canonica.
A ogni edizione del World Milk Day ci sono nuove adesioni da altre nazioni in giro per il mondo perché, sebbene il latte negli ultimi anni abbia visto una demonizzazione del prodotto, giusta o sbagliata che sia, resta un alimento globale e amatissimo. Va detto che l'incidenza che ha la produzione globale di latte sul benessere degli animali è altissima, spesso le mucche vengono violentate per ottenere il prodotto, privando l'animale di qualsivoglia diritto. È pur vero che i trattamenti disumani non devono oscurare le aziende serie, né tanto meno l'apporto salutistico che il latte ha nella dieta di tutti i giorni. In Italia abbiamo il latte nobile, come alternativa green e di qualità alla grande distribuzione ad esempio.
Spesso se ne sentono di ogni per quanto riguarda il latte. Da chi pensa che digerirlo sia impossibile a chi pensa che l'intolleranza sia una malattia immaginaria; da chi lo vede come parte centrale della propria alimentazione a chi pensa che eliminarlo faccia bene. Come spesso accade, la verità sta nel mezzo.
Che il latte sia dannoso per la salute è assolutamente falso. Secondo uno studio della Fondazione Umberto Veronesi il latte non è dannoso per nessuno, anzi. La bevanda è ricca di sostanze nutritive come carboidrati, proteine, grassi, calcio, fosforo e vitamine. Scrive l'ente che "il latte è un alimento naturale e completo che possiamo consumare a tutte le età: dall’infanzia all’età adulta offre un valido apporto di nutrienti come proteine di alto valore biologico e calcio, importanti per il nostro organismo".
Questo è un mito vero, ma non sussiste il problema: del resto, gli umani non mangiano neanche la propria prole come fanno molti altri mammiferi. Secondo Luigi Luca Cavalli Sforza, uno dei più importanti genitisti della storia, l'uso del latte sarebbe addirittura uno dei motivi che ha portato all'evoluzione dell'uomo. Scrive il professore della California University che "un esempio importante di una mutazione vantaggiosa che si è presentata nel corso dell’evoluzione umana recente è la capacità di utilizzare il lattosio da adulti. Quando l'uomo, partendo dall'Africa, ha invaso gli altri continenti adattandosi alle differenti condizioni ambientali ha creato una sorta di selezione naturale: la capacità di digerire il latte da adulti ha permesso agli umani di approvvigionarsi di vitamina D e di calcio anche dove la radiazione solare è poco intensa".
Mito a metà: su alcune malattie ha un effetto benefico, su altre purtroppo non incide. Ovviamente sull'osteoporosi è facile l'intuizione, essendo questa una malattia causata da un carente apporto di calcio nelle ossa. Grazie all'alto contenuto di questo minerale nel latte, la bevanda è un'alleata perfetta contro l'osteoporosi.
Discorso diverso sui tumori: sempre secondo la Fondazione Veronesi né il latte né i suoi derivati aumentano il rischio di sviluppare patologie tumorali, quindi non comportano rischi per la salute, ma non aiutano affatto a combattere il cancro. Questo mito nasce una trentina d'anni fa quando si ipotizza una relazione tra la caseina e la comparsa del cancro come conseguenza del consumo dei latticini. L'American Institute for Cancer Research ha però dimostrato che non c’è nessuna relazione tra un consumo di latticini e l’insorgenza di malattie gravi come il cancro. È stato ipotizzato invece il contrario, ossia la possibilità che il latte riduca invece la probabilità di comparsa del cancro al colon grazie alla presenza della vitamina D: però siamo sempre nel campo delle possibilità.
Per le malattie cardiovascolari dobbiamo invece dare una brutta notizia a tutti gli appassionati del latte: la bevanda contiene molti grassi saturi e colesterolo, quindi per i soggetti con patologie cardiache o cardiovascolari non è indicata l’assunzione di latte.
Come per tutti gli alimenti la risposta sta nel mezzo. Bere latte di per sé non fa ingrassare, stesso discorso per i suoi derivati. Un consumo massiccio porta invece un apporto energetico in eccesso che fa incappare in qualche etto di troppo. Senza esagerare, si può fare tutto.
Il latte è difficile da digerire solo se si è intolleranti. Il senso di gonfiore e il disagio devono essere campanelli di allarme che possono essere facilmente diagnosticati grazie a dei facili esami in laboratorio. Non tutte le intolleranze sono uguali, ci sono dei "gradi" di intolleranza e in base a questi ci sono dei rimedi diversi.
Un mito falsissimo, anzi, l'Italia ha uno dei consumi pro-capite più bassi dell'Occidente per quanto riguarda il latte vaccino. Sono circa 50 i litri che ogni italiano beve ogni anno, con un calo notevole di rilevazione in rilevazione. In Europa sono gli irlandesi i più golosi, con oltre 126 litri l’anno a testa, e a seguire Regno Unito e Danimarca.
Siamo abituati a definire "latte" qualsiasi bevanda naturale, che sia cocco, mandorla o soia. Non è affatto così. Secondo una sentenza della Corte Europea il "latte è esclusivamente il prodotto della secrezione mammaria normale, ottenuto mediante una o più mungiture, senza alcuna aggiunta o sottrazione", questo significa che la denominazione "latte", in linea di principio, non potrebbe essere legittimamente impiegata per designare un prodotto puramente vegetale.
In Italia ci sono delle eccezioni legate all'uso comune del vocabolo, come ad esempio il latte di cocco o il latte di mandorla. Non è invece legalmente ammissibile, almeno nel nostro Paese, l'utilizzo del termine "latte" per il cosiddetto latte di soia, talvolta chiamato anche "latte vegetale".