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8 Maggio 2020 15:00

I migliori ristoranti vegetariani al mondo? Ben 31 sono italiani secondo Green Guide

Presentata la Green Guide 2020, la guida gastronomica che recensisce i migliori ristoranti vegetariani e vegani al mondo. L'Italia è tra le nazioni più rappresentate con ben 31 indirizzi. Tantissimi i ristoranti stellati in guida: da Enrico Crippa ad Antonino Cannavacciuolo fino a Pietro Leeman, il capostipite dell'alta cucina vegetariana in Italia.

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Presentata la Green Guide 2020, la guida gastronomica che recensisce i migliori ristoranti di cucina vegetariana e vegana. Ci sono ben 31 indirizzi italiani, tra le nazioni più rappresentate, a testimonianza della crescente richiesta di mercato di questo tipo di cucina.

Chi sono i ristoratori premiati

Tra volti noti della tv e dell’alta cucina, su tutti Antonino Cannavacciuolo con la sua Villa Crespi, ad astri nascenti della ristorazione italiana, come Giuseppe Iannotti e il suo Kresios o Michelangelo Mammoliti alla Madernassa. L’Italia è ben rappresentata da Nord a Sud: sono presenti alcuni tre Stelle come Enrico Crippa, Norbert Niederkofler e i fratelli Alajmo; non poteva mancare il Joia a Milano di Pietro Leeman, un cultore della cucina vegetariana, tra i più apprezzati al mondo.

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Tutti gli chef finora menzionati sono stellati, ma la guida non si è fermata alle apparenze delle "colleghe" cartacee. Bello constatare come ci siano tanti ristoranti specializzati che nel nostro Paese sono oasi per chi segue questa filosofia di vita, come ad esempio I Portici a Bologna, che abbiamo inserito anche noi tra gli indirizzi imperdibili per i vegetariani. Nella Green Guide 2020 ci sono anche tanti chef non stellati ma pronti al grande salto, come Alfonso Crisci, della Taverna Vesuviana, che da circa un anno delizia i commensali con una tecnica sopraffina.

L’elenco in ordine alfabetico

  • Accursio – Modica (Sicilia)
  • Al Fornello da Ricci – Ceglie (Puglia)
  • Arnolfo Colle di Val d’Elsa (Toscana)
  • Avignonesi “Le Capezzine” – Valiano di Montepulciano (Toscana)
  • Chi Burdlaz – Rimini (Emilia-Romagna)
  • Dagorini – San Piero in Bagno (Emilia-Romagna)
  • Exki Italy – catena di ristoranti
  • I Portici – Bologna (Emilia-Romagna)
  • Il Margutta – Roma (Lazio)
  • Il Nazionale – Vernante (Piemonte)
  • Il Povero Diavolo – Poggio Torriana (Emilia-Romagna)
  • Il Vegetariano – Firenze (Toscana)
  • Joia – Milano (Lombardia)
  • Krèsios – Telese Terme (Campania)
  • La Grotta – Montepulciano (Toscana)
  • La Madernassa – Guarene (Piemonte)
  • La Montecchia – Selvazzano Dentro (Veneto)
  • Le Calandre – Sarmeola di Rubano (Veneto)
  • Lume – Milano (Lombardia)
  • Magnolia – Cesenatico (Emilia-Romagna)
  • Montali Country House – Tavernelle di Panicale (Umbria)
  • Osteria La Porta – Monticchiello di Pienza (Toscana)
  • Osteria Le Logge – Siena (Toscana)
  • Osteria Perilla – Rocca D’Orcia (Toscana)
  • Piazza Duomo – Alba (Piemonte)
  • Ristorante Sadler – Milano (Lombardia)
  • Seta – Milano (Lombardia)
  • Hubertus – San Cassiano (Trentino Alto-Adige)
  • Taverna Vesuviana – San Gennaro Vesuviano (Campania)
  • Villa Crespi – Orta San Giulio (Piemonte)
  • Villa Feltrinelli – Gragnano (Lombardia)

Cos’è la Green Guide

La guida è un’idea di Frank Fol, un cuoco belga specializzato nella cucina dei vegetali. Edita da We’re smart, comprende le recensioni e le valutazioni di quasi 1000 ristoranti in tutto il mondo classificati da 1 a 5 ravanelli, a seconda della quantità di verdure che utilizzano nei loro piatti. In cima alle valutazioni si sono posizionati il Culina Hortus (Francia) e il Vanilla Black (Regno Unito). La tradizionale presentazione in occasione della prima giornata della Settimana della Frutta e della Verdura 2020 ha dovuto lasciare spazio a un evento digitale a causa della pandemia.

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Quello che i piatti non dicono
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