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29 Ottobre 2022 11:00

I distillati? Con scorpioni e ragni in infusione: quanti superalcolici da horror

In occasione di Halloween un articolo terrificante a tema superalcolici. In giro per il mondo ci sono vari distillati con aracnidi, serpenti e rettili in infusione. Scopriamo alcuni di loro, ma servono cuori e stomaci forti.

A cura di Alessandro Creta
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Chi pensava di doversi difendere dall’arrivo degli insetti esclusivamente per quanto riguarda il loro consumo a tavola, probabilmente non sapeva nemmeno dell’esistenza di una tendenza legata ai distillati realizzati con aracnidi, piccoli rettili e serpenti messi, praticamente, in infusione.

Una bizzaria, probabilmente, poco conosciuta in Italia (anche grazie a una tradizione consolidata pure per quanto riguarda i distillati) ma capace a livello internazionale di far sempre più parlare di sé. E in occasione di Halloween non potevamo esimerci dall'illustrare una carrellata di superalcolici veramente da horror.

I puristi di questo modo probabilmente storceranno il naso ma alcune aziende, per lo più sudamericane e asiatiche, realizzano superalcolici con, letteralmente, infusi animali come scorpioni, ragni e salamandre.

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In Messico, in realtà, sono varie le ditte produttrici di distillati con scorpioni infusi all’interno del liquido. Agli animali è stato tolto il pungiglione, velenoso, e l’aracnide è anche commestibile. Per i mangiatori più temerari, e curiosi.

Non solo vodka ma anche una particolare tipologia di mezcal: un’azienda realizza il tipico distillato del Centro America con scorpioni galleggianti nella bottiglia. Anche in questo caso commestibili. E chi pensava che le stranezze horroreggianti fossero finite qui si sbagliava di grosso.

Da questa rassegna per cuori e stomaci forti non sfugge una particolare grappa con all’interno nuovamente uno scorpione (sempre edibile) e una vodka eccezionalmente casa di una grossa tarantola. “La tarantola viene immersa per diversi mesi – specifica l’azienda produttrice – conferendo alla vodka un sapore unico”. I prezzi? Non sono nemmeno così proibitivi: si va, orientativamente, dalle 10 alle 35 euro.

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Si vola invece in Slovenia per conoscere un brandy locale realizzato con un’intera salamandra all’interno della bottiglia, in infusione come se fosse una busta di tè. Si dice si tratti di un distillato con poteri allucinogeni, dati proprio dalla presenza del piccolo rettile, appartenente a una specie velenosa.

Nello specifico pare che il brandy venga realizzato in un modo piuttosto cruento: la salamandra ancora viva viene immersa nel distillato già fermentato. L’animaletto secerne così una bava tossica, praticamente la componente allucinogena del liquore.

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Il nostro viaggio prosegue in Cina, e in alcuni Paesi asiatici, per uno speciale liquore con tanto di serpente in allegato che pare venga realizzato da quasi 2000 anni. La motivazione? Apparentemente legata alla convinzione di come la bile e il sangue dell'animale fossero utili, di fatto, a liberarsi da qualsiasi malattia.

Il mezcal e la leggenda della larva

Sembra una pazzia frutto dei tempi contemporanei, una scelta dettata dal marketing e dalla volontà di stupire (in senso più o meno buono) il pubblico. La tendenza di infilare un insetto, o altri piccoli animali, all’interno dei distillati sembra però abbia radici più profonde di quanto non si creda.

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In Messico alcuni mezcal vengono commercializzati con all’interno una larva, comodamente adagiata sul fondo della bottiglia al termine del processo di produzione. C’è chi dice come questa sia solamente una trovata di marketing di metà 1900, chi invece sostiene come tutto sia nato all'inizio dello scorso secolo. Testimonianze chiare, insomma, non ce ne sono ma forse anche grazie a questo velo di mistero la storia mantiene il suo fascino.

Consumo di insetti: cosa ne pensano gli italiani?

Negli ultimi mesi l’Unione Europea ha approvato la commercializzazione di vari prodotti a base di insetto destinati al consumo umano, e in Italia da qualche settimana già sono in vendita. Novità probabilmente ancora troppo grandi per la nostra tradizione gastronomica, al punto che (come sottolinea Coldiretti in una sua recente nota) il 54% degli italiani si è detto contrario agli insetti a tavola. Il 24% ha ammesso di rimanere indifferente di fronte a questa novità, il 16% favorevole e il 6% non ha voluto esprimersi.

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Quello che i piatti non dicono
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