Si chiama Giotto la pasticceria all'interno del carcere di Padova. Vi lavorano 38 detenuti, coordinati da quattro maestri pasticceri. Il panettone qui realizzato è tra i migliori d'Italia, e ha conquistato anche il New York Times.
Si chiama Giotto la pasticceria nella quale lavorano, all’interno del carcere di Padova, 38 detenuti sotto la guida e i consigli di quattro maestri pasticceri. Un progetto di inclusione e riscatto sociale iniziato nel 2005 capace di coinvolgere, fino a oggi, oltre 200 carcerati. Il panettone realizzato qui, guide e classifiche alla mano, è stato giudicato tra i migliori d’Italia, e anche il New York Times ne è rimasto stregato.
Nel capoluogo veneto un programma di riabilitazione per i condannati che passa attraverso farina, zucchero e forni. All’interno del carcere della città da circa quindici anni infatti è stato avviato il progetto della pasticceria Giotto, nella quale lavorano detenuti regolarmente contrattualizzati e stipendiati. Su panettoni e pandori, visto l’attuale periodo, il main focus della produzione, ma più in generale escono da questo laboratorio anche colombe, tozzetti, biscotti, praline e tanto altro, con una buona percentuale di dolci esportati all’estero.
Dopo il forno/gastronomia del carcere romano di Rebibbia, anche a Padova si vuole concedere attraverso il cibo l’opportunità di riscatto sociale (e professionale) per i detenuti (italiani e stranieri) del Due Palazzi. Un progetto, e una pasticceria, celebrata anche oltre i confini nazionali. Di recente, infatti, addirittura il New York Times ha dedicato un lungo approfondimento natalizio a Giotto, parlando con toni entusiastici del panettone.
Tutti coloro che lavorano all’interno della pasticceria Giotto sono dipendenti, con contratto e regolare stipendio. La selezione del personale avviene attraverso un preciso iter, in cui interviene anche uno psicologo, e tiene conto di fattori come la lunghezza della pena e la necessità di sostentamento della famiglia del detenuto. I compensi, compresi tra 650 e 1000 euro, in larga parte vengono destinati ai parenti.
Ritmi di lavoro da autentica pasticceria: sette giorni su sette, tre turni quotidiani (il primo alle quattro di mattina, quando vengono realizzate le brioches destinate agli hotel della zona) con ogni dipendente all'opera per 4 ore. A organizzare le mansioni quattro maestri pasticceri che coordinano, programmano e gestiscono la produzione dei dolci.
Da inizio dicembre i prodotti dolciari realizzati all’interno del carcere padovano sono disponibili presso il nuovo punto vendita dedicato, aperto nel centro cittadino. Un atelier nel quale potranno trovare poi lavoro i detenuti una volta scontata la pena, per completare il loro percorso di reinserimento nella società.
Foto dalla pagina Facebook ufficiale della Pasticceria Giotto