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1 Settembre 2024 15:00

I cibi iperpalatabili stimolano l’appetito e fanno mangiare di più: ecco quali sono

Alcuni cibi ti invogliano a mangiare più di altri, ma lo sai che non è un caso? Si chiamano cibi iperpalatabili e, secondo la scienza, provocano un piacere talmente intenso da scatenare una vera e propria dipendenza. Rientrano in questa categoria tutti gli alimenti più ricchi di grassi e zuccheri come cibi fritti, fast food, dolci e bevande zuccherate.

A cura di Martina De Angelis
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È possibile che del semplice cibo diventi una vera e propria dipendenza, paragonata al consumo di droghe? La scienza ci dice di sì e ci spiega anche in quali casi avviene questo processo. Esistono una serie di cibi definiti alimenti iperpalatabili, ovvero alimenti che hanno un’alta densità energetica e che sono talmente buoni da essere irresistibili.

La ricerca pubblicata sulla rivista International Journal of Obesity spiega però che non sono irresistibili solo perché gustosi: il consumo di grassi, zuccheri semplici e sodio al loro interno scatena una sensazione di piacere nell’organismo così elevata da poter provocare dipendenza. Questo perché gli elementi presenti in questi alimenti attivano sostanze chimiche nel cervello in grado di dare la sensazione di appagamento e una soddisfazione così elevata da desiderare di provarla ancora, scatenando un circolo di consumo continuo.

I cibi iperpalatabili possono essere molto pericolosi se consumati senza controllo: questo volerli consumare di continuo porta a un’assunzione eccessiva di alimenti ad alta densità energetica, una cattiva abitudine che si traduce in una vera e propria dipendenza dannosa per il fisico, pericolosa quando sfocia in sovrappeso e obesità.

Cosa sono i cibi iperpalatabili

I cibi iperpalatabili sono tutti quegli alimenti che sono composti da una percentuale molto elevata di zuccheri, grassi, sale e farina, combinati tra loro in un modo per cui il consumo risulta estremamente soddisfacente tanto da sfociare in un consumo compulsivo e quindi una vera dipendenza.

Per essere definito ad alta palatabilità una alimento deve avere una composizione ben precisa. Deve contenere almeno il almeno il 25% delle calorie del suo peso sotto forma di grassi, una quantità di sodio pari o superiore allo 0,30%, una combinazione di carboidrati e sodio che supera il 40% delle calorie totali oppure la combinazione grassi oltre il 20% e carboidrati oltre il 20% delle calorie.

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Ma come fanno dei semplici alimenti a scatenare una dipendenza paragonata a quella data dal consumo di sostanze stupefacenti? Il cibo con questa composizione attiva una parte del cervello chiamata sistema mesolimbico dopaminergico che è coinvolta nella sensazione di piacere, ma anche nel processo di apprendimento e della memoria.

Questo vuol dire che quando mangi alimenti iperpalatabili si attiva quest’area del cervello, che non solo rilascia dopamina facendoti sentire felice e soddisfatto, ma immagazzina e memorizza l’informazione che quel particolare alimento di ha fatto sentire bene, spingendoti a desiderare di ripetere l’esperienza fino ad abusarne.

La ricerca sopra citata ha dimostrato come la dipendenza alimentare sia una conseguenza reale del consumo esagerato di questi alimenti e come condivida molte somiglianze con la dipendenza da droghe o alcol, in particolare lo sviluppo di comportamenti compulsivi nei confronti di cibi altamente gradevoli e ricompensanti.

Quali sono i cibi iperpalatabili

Premesso che un alimento, per essere definito iperpalatabile, deve avere determinate percentuali a livello di composizione (a renderli appetitosi è proprio la sinergia tra i suoi elementi), possiamo identificare tre gruppi di cibi ad alta palatabilità:

  • tutti quelli che contengono grassi e sodio, quindi ad esempio pizza, hotdog, bacon e in generale il classico cibo da fast food;
  • tutti quelli che contengono grassi e zuccheri semplici, come dolci, gelati e merendine, soprattutto quelle industriali;
  • tutti quelli che contengono carboidrati e sodio, tra cui biscotti salati, pop-corn, patatine fritte e in generale cibi fritti.

Rientrano in questa categoria di cibi iperpalatabili anche tutte le bevande gassate come Coca-Cola e Fanta e tutto quello che viene considerato “junk food”, il cibo spazzatura particolarmente grasso o ultra processato a livello industriale.

Il consumo di questi alimenti comporta un serio problema a livello di aumento di peso che può sfociare anche nell’obesità e una propensione a cadere nel vortice della depressione per l’incapacità di interrompere questo comportamento. Inoltre due differenti studi scientifici dimostrano come consumare cibo iperbapalatabile ha conseguenze gravi anche in gravidanza, perché può influire sulle abitudini future dei figli.

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I cibi iperpalatabili quindi non vanno mai mangiati?

Gli esperti non pongono l’attenzione sui cibi iperpalatabili per demonizzarli ma per far luce su un problema che devi conoscere e a cui devi prestare attenzione. Questo non vuol dire eliminare completamente questo tipo di alimenti ma avere un equilibrio nel consumarli. Il segreto è un’alimentazione consapevole e generalmente sana, che ti permetta di avere uno stile di vita sano per potere, all’occorrenza, concederti occasionalmente una piccola indulgenza nel consumare alimenti iperpalatabili.

In questo modo ti puoi concedere qualche sfizio senza compromettere la tua dieta quotidiana e la tua salute, poiché il consumo controllato e occasionale di questo tipo di alimenti ti permette di mantenere gestibili gli effetti che scatenano. Ovviamente, oltre alla frequenza di consumo, è importante anche che presti attenzione alle porzioni e che non esageri nelle quantità.

Nel caso di bambini e adolescenti è il caso di prestare una maggiore attenzione al consumo di cibi iperbalatabili, in quanto è molto più facile che si scateni la dipendenza o che si accumuli il peso sfociando con ancora maggiore faiclità in patologie come l’obesità.

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Quello che i piatti non dicono
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