Tecnologie e avanzamento scientifico applicati alla cucina e a un nuovo modo di intendere, produrre e consumare il cibo. Dagli Usa in arrivo carne (sintetica) di leone, zebra, elefante e tigre: ottenuta senza usare violenza sugli animali.
Un gustoso hamburger di leone, una succulenta bistecca di tigre o elefante, ma anche del raffinato sushi di zebra. Il tutto, senza nuocere un capello (anzi, un pelo) a questi animali. È la proposta inedita, innovativa, e sulla carta anche rivoluzionaria, alla quale sta lavorando la start up statunitense Primaveral Foods, azienda impegnata nel creare in laboratorio carne di animali selvatici e selvaggi. Di base, per ovvie ragioni, difficilmente accessibili alla massa dei consumatori.
L’idea a sostegno del loro progetto è coltivare, partendo dal Dna di queste specie, la carne all’interno di apposite provette: così da ottenere prodotti del tutto di derivazione animale (utilizzando le cellule staminali) ma ricavati senza usare violenza su questi stessi animali. Alcuni dei quali anche in via di estinzione.
Una precisa strategia di marketing alla base di questa scelta, volta anche (se non soprattutto) a destare una certa curiosità da parte dei clienti. Proporre prodotti differenti dai soliti a base di maiale, manzo o pollo (solo per fare qualche esempio) potrebbe attrarre molti consumatori, guidati dalla volontà non solo di assaporare carni di animali selvaggi, ma ottenute senza la caccia degli stessi. Un approccio a un consumo curioso, insomma, e al contempo anche etico.
Un nuovo business del futuro per quanto riguarda la cucina che verrà? Quello legato alla carne sintetica e coltivata in laboratorio (la cosiddetta lab-grown meat) è un discorso che negli ultimi anni ha conosciuto una grande diffusione. Al momento, però, solamente in poche Nazioni del mondo è commercializzata questa tipologia di prodotti. A Singapore, per esempio, il via libera alla vendita di carne sintetica (bocconcini di pollo) è datato dicembre 2020.
In un’intervista al sito inglese FoodNavigator i responsabili di Primaveeral Foods hanno spiegato così la loro scelta di puntare su carni non convenzionali: “Poiché la carne coltivata ci consente di andare oltre le specie domestiche, ora possiamo lavorare su idee sempre più innovative.
Il motivo per cui oggi mangiamo carni come manzo e pollo non è perché sono i più gustosi, i più sani o i più nutrienti. È perché sono i più facili da allevare”. Al momento l'azienda sta lavorando su prodotti a base di leone, tigre siberiana, leopardo, pantera nera, tigre del Bengala e zebra.
Una mossa volta a “smuovere” i gusti dei consumatori, abituati ormai a carni quasi standardizzate, ampiamente diffuse, e che allo stesso tempo non metta in pericolo specie animali in via di estinzione. Al momento queste carni coltivate in vitro saranno proposte solamente ad alcuni ristoranti stellati di New York e Londra, ma chissà che in futuro non potremmo ritrovarle anche negli scaffali dei supermercati.
Non sarà comunque qualcosa di immediato: nei Paesi dell'Unione Europea in particolare, infatti, i prodotti a base di carne coltivata devono superare una fase di analisi e approvazione della durata di almeno 18 mesi, tempo necessario all'azienda produttrice di dimostrare l'assoluta sicurezza dei loro alimenti lab grown.
Sembrano più che mai attuali le parole, datate 1931, di Wiston Churchill. Il futuro primo ministro britannico, di fatto 90 anni fa, scrisse in un saggio: "Sfuggiremo all'assurdità di far crescere un pollo intero per mangiare il petto o l'ala, coltivando queste parti separatamente in un mezzo adatto". Ora quei tempi paventati dal politico inglese sembrano essere ormai compiuti, anche se manca ancora qualche step (in primis l'abbattimento di costi di produzione e, di conseguenza, prezzi al pubblico, o il perfezionamento del gusto per renderlo quanto possibile simile al prodotto originale) per considerare la carne sintetica una reale alternativa a quella "naturale".
Poco più di un'anno fa anche Bills Gates si è sbilanciato sul tema, affermando come i Paesi più ricchi e industrializzati dovrebbero convertirsi totalmente al consumo di carne sintetica. "Ci si può abituare alla differenza di gusto, senza contare che nel tempo verrà resa ancora più appetitosa", ha detto il fondatore di Microsoft, affermando come in questa maniera si contribuirebbe anche a ridurre le emissioni di gas metano provenienti dai grandi allevamenti intensivi. In particolar modo quelli di mucche.