All'inglese, doppia, aromatizzata, più indicata per carne o pesce, ma anche perfetta per dare croccantezza a verdure e formaggi. Ecco perché la panatura è una meravigliosa tecnica da usare in cucina.
Croccante fuori e morbido dentro è uno slogan che risveglia le papille gustative, in quanto si riferisce al connubio perfetto tra le due consistenze che appagano maggiormente il palato. Non è difficile immaginare il successo trasversale delle panature, amate da grandi e piccoli, capaci di dare ai cibi un’inedita golosità: dalla monumentale cotoletta alla milanese, fino alla più casalinga platessa panata, passando per le sfiziose polpette. Si possono impanare carne, pesce, verdure e formaggio, scegliendo tecniche e ingredienti diversi. Le panature, infatti, non sono tutte uguali, né a livello di materia prima né di gusto finale e no, non è detto che siano per forza “pesanti”: ci sono anche in versione light.
Panare o impanare significa rivestire completamente il cibo con un mix di ingredienti che ne rendono la superficie croccante. A dare la nota crunchy è il pangrattato, che si può fare in casa oppure acquistare al supermercato: si tratta di pane raffermo seccato in forno e poi passato al mixer, così da ridurlo in grani più o meno fini. Non ne esiste una sola tipologia, ma a seconda del pane utilizzato cambia sapore, aroma e colore: per esempio, c’è quello blended, realizzato unendo pani diversi, oppure integrale, partendo da cereali come la segale o senza glutine, pensato per chi soffre di celiachia. Il segreto per un buon pangrattato è quello di essere perfettamente asciutto al momento dell’utilizzo, senza infiltrazioni di umidità, che lo renderebbero molliccio. Bisogna quindi fare attenzione a come si conserva, assicurandosi che il contenitore sia chiuso ermeticamente.
Non c’è un solo modo per eseguire una panatura: le varianti sono molteplici, frutto di preparazioni ormai collaudate: in alcune c’è più possibilità di manovra, altre, invece, è meglio seguirle alla lettera. Vediamo quali sono.
Carne, pesce, verdure ma anche formaggio: tutto può essere piacevolmente avvolto da questa invitante crosticina: ecco gli abbinamenti migliori, per creare il giusto equilibrio gustativo.
Non ci sono delle vere e proprie regole da rispettare per gli abbinamenti: ciò che è davvero importante è tamponare bene la carne per non far bagnare la panatura, che rischierebbe di non aderire in cottura. Un grande classico è la cotoletta alla milanese (di vitello), che viene passata in uova e pangrattato per poi essere fritta nel burro chiarificato: non sono da meno le fettine panate di manzo, tradizionalmente preparate senza l’uso di farina. Una versione di cotoletta più light è quella alla palermitana di petto di pollo, con pangrattato arricchito da prezzemolo tritato e pecorino, senza uova e senza farina. Le carni bianche per il loro sapore piuttosto tenue si prestano a panature aromatizzate con erbe e agrumi, come nei bastoncini di pollo, mentre il maiale è ottimo in tandem con salse decise, tipo la senape, da spalmare sulla fetta di carne (braciola), poi ricoperta interamente di pangrattato e cotta in padella.
Il sapore delicato del pesce si esalta con panature aromatizzate. Cotture più leggere al forno favoriscono la diffusione dei profumi, che si sprigionano grazie al calore: per specie più pregiate, come l’orata, dalle carni gustose, scegli un pangrattato sotto il segno del Mediterraneo, con agrumi ed erbe, che la rendono ancora più raffinata. Un’invitante panatura con prezzemolo e limone, invece, è perfetta per “sgrassare” un filetto di salmone. Ispirandosi alla tradizione sicula, l’abbinamento pesce e formaggio va benissimo nel pesce spada impanato, con pangrattato arricchito da prezzemolo e pecorino grattugiato. Per ricette salva cena, in cui magari si vuole far mangiare il pesce anche ai bambini, allora è meglio puntare su pesci versatili come la platessa e il merluzzo, che reggono panature ricche con farina e uovo, al fine di rendere il piatto super croccante. Per ingentilire l'uovo sbattuto puoi aggiungere un goccio di latte, tipo nella platessa panata.
La panatura è un modo per dare una texture croccante alla verdure come la gratinatura o la pastellatura. Se si vuole ricreare l’effetto cotoletta, ma in versione vegetariana, si può optare per peperoni, melanzane e zucchine tagliate a fette non troppo sottili e passate nel trio evergreen farina-uova-pangrattato e poi friggerle in padella in poco olio extravergine d’oliva. Per ortaggi che hanno bisogno di un tocco di sapidità in più, l’accoppiata pangrattato e formaggio grattugiato è una buona scelta: c’è in questi sticks di melanzane o negli involtini di zucchine e salsiccia, impanati in un mix di pangrattato, paprika dolce, sale e pepe.
Mozzarella fritta ti dice niente? Formaggi come primosale, scamorza, provola e in generale quelli a pasta filata si possono cucinare anche con questa tecnica, fritti, al forno, in padella, per ricette semplici e molto golose, visto che l’esterno croccante fa da contrasto all’interno morbidissimo e dal cuore filante. La panatura migliore è quella all’inglese o doppia, così da non avere dispersione di liquidi che potrebbero facilmente staccarla. Per un tocco creativo, prova questa scamorza fritta, dove abbiamo usato pangrattato con aglio, origano e limone per vivacizzare la nota affumicata del formaggio.
Non di solo pangrattato vive l’uomo: giocare con gli ingredienti è sempre una buona idea per non annoiarsi in cucina. Anche per quanto riguarda le panature ci sono diverse alternative da sperimentare, per portare in tavola piatti sempre diversi.