Il crudo di mare è un piatto tipico della nostra tradizione gastronomica. Ecco come realizzarlo, a partire dalla scelta della materia prima, passando per le nozioni sulla sicurezza, fino agli abbinamenti più sfiziosi.
Tra i cibi più amati in estate c’è senza dubbio il pesce, protagonista di piatti iconici come gli spaghetti alle vongole o il fritto misto, che appena portati in tavola fanno sentire subito in vacanza. Impossibile non citare un altro status symbol di questa stagione, il crudo di pesce, tipico della nostra tradizione gastronomica – basti pensare all'esplosione di frutti di mare nei menu dei ristoranti pugliesi – e sempre più diffuso anche nelle case, come preparazione domestica che non ha nulla a che vedere con il sashimi. Per realizzare un piatto di crudité home made, però, è bene arrivare informati, perché nella sua semplicità il crudo di mare nasconde diverse insidie, legate soprattutto al trattamento della materia prima. In questa guida abbiamo raccolto quello che è importante sapere nel momento in cui si vuole realizzare questo piatto, dal pesce da utilizzare a come abbinarlo, passando per la fase dell’abbattimento, fondamentale per non mettere a rischio la propria salute.
Prima di tutto partiamo dalla definizione di crudo di pesce: si tratta di una specialità a base di prodotti ittici da consumare senza cottura, marinature comprese. Si gusta il pesce traendo il massimo dal suo sapore, lasciando invariate le proprietà organolettiche. Ciò porta alla regola principale, che il pesce sia freschissimo, quindi:
Via libera ai pesci da utilizzare, perché tantissime varietà si prestano a questo tipo di preparazione. Un accorgimento è quello di puntare sulla stagionalità e di conoscerne la provenienza, con uno sguardo alla sostenibilità. In secondo luogo, come ci suggerisce lo chef Angelo Daino (con cui siamo andati alla scoperta del capone) ci sono tipologie che hanno un sapore più delicato, come i pesci a polpa bianca, particolarmente adatti a questo consumo. Si può optare per:
L’operazione fondamentale da svolgere una volta acquistato il pesce è quella di abbatterlo, al fine di non incorrere in intossicazioni più o meno gravi: il crudo, sia di pesce sia di carne, va mangiato in sicurezza.
Abbattere – cosa diversa da surgelare e congelare – vuol dire portare il pesce a un rapidissimo raffreddamento (da 3 °C a -40 °C) per eliminare eventuali parassiti pericolosi per l’organismo, come l'anisakis, e per fermarne l’ossidazione: un trattamento che deve essere praticato per legge al ristorante e in ambiente domestico. Secondo la normativa, nella ristorazione che possiede abbattitori professionali, il pesce viene abbattuto per 48 ore: in casa si utilizza il freezer, che non ha le stesse capacità di abbattimento veloce, per questo deve rimanere almeno 96 ore a -18 °C, come esplicitato nelle linee guida del ministero della Salute. Da tenere presente che:
Scongelare è l’azione successiva che necessita delle medesime attenzioni. Il metodo migliore in questo caso è quello di trasferire il pesce dal freezer al frigorifero, così che lo scongelamento avvenga progressivamente, dai -18 °C ai + 4 °C, evitando shock termici a cui si potrebbe andare incontro lasciando il pesce a temperatura ambiente o sotto l’acqua fredda corrente.
Oltretutto è un modo per preservare il più possibile il prodotto integro: nell’abbattimento casalingo, che corrisponde a un lungo congelamento, il pesce subisce la formazione di macrocristalli, ovvero cristalli di ghiaccio che ne attaccano le cellule, provocando disidratazione o al contrario perdita di liquidi, visibili durante lo scongelamento. La conseguenza è quella di possibili diminuzioni dei valori nutrizionali dell’alimento e alterazioni della consistenza delle carni, che saranno meno sode e compatte. Il pesce una volta scongelato va conservato a una temperatura mai superiore ai 5 °C e mangiato entro 24 ore.
Il pesce è un alimento ricco di proteine nobili dall’alto valore nutritivo, famoso per i suoi acidi “buoni”, gli omega-3, e la presenza importante di vitamine e sali minerali. Se acquistato di qualità e lavorato correttamente, il pesce crudo porta nel piatto finale tutti questi benefici, compreso quello di essere anche molto digeribile.
A fronte di questi vantaggi, la parola d’ordine è valorizzare il suo gusto genuino di mare, accompagnandolo con abbinamenti che lo esaltino.