L’iniziativa di solidarietà è stata promossa dalla Caritas siracusana e ha interessato anche i detenuti del carcere locale. Raccolti beni alimentari a lunga conservazione per le famiglie prese in carico dall’inizio del conflitto. Tanti i casi simili in Italia.
Importante iniziativa quella dei detenuti della casa circondariale di Siracusa, Cavadonna, a sostegno delle famiglie ucraine colpite dalla guerra e prese in sostegno dalla Caritas locale. La raccolta alimentare, ultima di una serie di iniziative, ha riguardato cibi a lunga conservazione come latte, zucchero, pasta, legumi e cibi in scatola.
Dall’inizio del conflitto a oggi sono circa una settantina i profughi ucraini presi in carico dalla Caritas. Un’iniziativa, quella della raccolta alimentare, effettuata in cooperazione tra i detenuti della casa circondariale e la Caritas locale. “La guerra continua anche se sembra non importare più – ha detto don Marco Tarascio (direttore della Caritas diocesana) tramite una nota diffusa nelle ultime ore dall’arcidiocesi -, dopo un entusiasmo iniziale, che è sempre bello da riscontare nelle persone, purtroppo notiamo che adesso il conflitto e il dramma di tante persone sembra essere ormai un problema che non ci appartiene più. Questa volta sono stati i detenuti a ricordarci di aiutare il prossimo che soffre”.
Si tratta solo dell'ultima iniziativa italiana, in ordine temporale, a sostegno dei profughi ucraini. Già nelle prime settimane di conflitto, in particolar modo, erano state tante in gran parte del Paese le raccolte sia di beni alimentari sia di farmaci organizzate da operatori del mondo food per i cittadini in fuga dalla guerra.
Non poche inoltre le attività solidali da parte dei detenuti di altre prigioni da Nord a Sud del Paese. Lo scorso marzo nel carcere di Opera (Milano) erano state raccolte grandi quantità di generi alimentari, consegnate poi dal Banco Alimentare alle comunità ucraine della Lombardia. Discorso analogo per quanto riguarda i detenuti del carcere di Bergamo, artefici di una raccolta solidale di beni di prima necessità per il valore di quasi 3000 euro. O ancora a Livorno, dove i carcerati sono stati protagonisti di una raccolta fondi e alimenti a favore dei profughi ucraini. Discorso analogo per i detenuti del carcere di Arienzo (Caserta), autori di una raccolta monetaria a supporto dei bambini di Kiev.